Basta un’espulsione, un cartellino rosso, a far uscire dal campo chi l’ha ricevuto? Su Domeniche Bestiali c’è chi sostiene la tesi del “no”, con forza peraltro. Non solo: c’è anche una sorta di tentato omicidio di un arbitro, con un racconto agghiacciante. Poi tornano i responsi poco comprensibili dei giudici sportivi. Infine una riflessione sull’inopportunità di portare il var anche in terza categoria.
QUASI CRONACA NERA – È veramente agghiacciante il racconto che arriva dalla prima categoria calabrese, dove secondo quanto sentenziato dal giudice sportivo il capitano del Santa Severina 2012 è stato inqualificabile: “Si avvicinava al direttore di gara e lo afferrava per il collo con entrambe le mani con l’intento di soffocarlo; il direttore di gara riusciva a liberarsi ma veniva colpito al volto da una testata da parte del signor Cardelli; l’arbitro cercava di fuggire negli spogliatoi e veniva difeso dalle Forze dell’Ordine; l’arbitro non essendo nelle condizioni di continuare l’incontro sospendeva la gara definitivamente; l’arbitro a seguito della sospensione della gara veniva fatto oggetto di minacce e offese da parte di alcuni dirigenti e calciatori della società Santa Severina 2012, tra questi riconosceva il signor Oliva Rosario e il calciatore Cardelli Tonino”. Partita persa al Santa Severina e squalifica di quattro anni a Cardelli, pure pochi.
NON GIOCO PIU’, MA NON ME NE VADO – Col cartellino rosso bisogna lasciare il terreno di gioco: regola ben nota. Già, ma se chi lo riceve non ha alcuna intenzione di uscire e si sbatte per terra o si attacca a una transenna cosa si fa? È successo, in questi ultimi giorni, in due casi: nel match di calcio a 5 tra Giove e Boscolandia, Calabria, dove l’allenatore appendendosi a una transenna ha impedito si continuasse a giocare: “L’allenatore della società Giove Sacco Vincenzo, precedentemente allontanato da terreno di gioco per comportamento violento nei confronti di un calciatore della squadra avversaria e proteste nei confronti dell’arbitro, tirando una delle transenne che separavano il terreno di gioco dalla tribuna e attaccandosi a questa impediva la prosecuzione del gioco; neanche le forze dell’ordine riuscivano a far desistere l’allenatore Sacco Vincenzo dal proprio comportamento; pertanto l’arbitro era costretto a sospendere definitivamente la gara a causa del comportamento dell’allenatore dell’ASD Giove Sacco Vincenzo che impediva, attaccandosi alla transenna la prosecuzione del gioco”. Idem Manzini, dell’Alleanza Giovanile, Promozione toscana, squalificato quattro turni perché “dopo l’espulsione si gettava a terra offendendo l’arbitro, rifiutandosi di uscire, costringendo il capitano ad intervenire per farlo uscire”.
IL GARBUGLIO AZZECCATO – La multa di 100 euro alla Sampierdarenese, società di prima categoria ligure, è interessante. O quantomeno, lo è la lettura e le successive riletture delle motivazioni per cui è stata comminata: “Per il comportamento di un proprio tesserato, non riconosciuto dal ddg per la confusione del momento, ma inequivocabilmente appartenente alla Società, a motivo del fatto che nessuno degli avversari era presente sul luogo mal momento dei fatti, che, a fine gara, mentre faceva rientro negli spogliatoi, colpiva la porta di accesso agli stessi, infrangendone la parte inferiore in plastica”.
VAR E PANZA – Interessante è pure la foto utilizzata dalla pagina Facebook “Roba da Arbitri” riguardo alle difficoltà che avrebbe la Var in Terza Categoria. Si sa, l’ultimo livello del calcio dà la possibilità di giocare anche a chi non è più in formissima o giovanissimo. E se magari il panciuto centravanti scatta sul filo del fuorigioco, cosa direbbe l’addetto notando nelle immagini centimetri di adipe più avanti rispetto alla linea dei difensori?