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Francia, 36esimo giorno di sciopero contro la riforma delle pensioni di Macron. I sindacati: “216 manifestazioni in tutto il Paese”

Quarto corteo organizzato dai rappresentanti dei lavoratori dal 5 dicembre scorso. CGT, Force Ouvrière e CFDT chiedono il ritiro della proposta che sarà discussa dal Parlamento il 17 febbraio prossimo: nessuna apertura sull'ipotesi età di equilibrio a 64 anni

Continua il braccio di ferro tra il governo francese e i sindacati sulla riforma delle pensioni. Nella settimana cruciale per le trattative e dopo che il presidente Emmanuel Macron nel discorso di fine anno ha ribadito che non intende fare passi indietro, i rappresentanti dei lavoratori hanno organizzato la quarta manifestazione dal 5 dicembre. Siamo al 36esimo giorno di sciopero e, nonostante gli appelli, non sembrano esserci ancora le condizioni per una tregua. Oltre al corteo di Parigi, iniziato nel primo pomeriggio, sono state organizzate dalla CGT e Force Ouvrière 216 manifestazioni. L’ultima grande mobilitazione contro una riforma delle pensioni risale al 1995 quando i sindacati protestarono per tre settimane contro il plan Juppé e ottennero il blocco della proposta con una vittoria storica.

I sindacati oggi, dopo aver superato la scadenza simbolica del mese di durata degli scioperi, chiedono il ritiro puro e semplice della riforma che arriverà in Parlamento il 17 febbraio. Nodo ancora da sciogliere, l’età di equilibrio, quei 64 anni che dovrebbero – nelle intenzioni – diventare necessari per ottenere la pensione a tasso pieno e che nessuno dei sindacati, neppure la moderata CFDT di Laurent Berger, intende accettare. Come avvenuto nelle altre giornate di manifestazione, le abituali code di 500-600 chilometri di auto attorno alla capitale sono dimezzate, con gran parte dei lavoratori residenti in banlieue che hanno rinunciato a muoversi. Resta alto il numero di treni che non circoleranno, ferma la metropolitana, allerta anche per l’annullamento di voli.

Intanto secondo il sondaggio realizzato dall’istituto Odoxa-Dentsu Consulting per le Le Figaro “il 61% dei francesi continua a ritenere giustificata la mobilitazione contro la riforma”. Il 57% auspica che tuttavia che si ponga un termine agli scioperi che durano ormai da oltre un mese, in particolare, nel settore dei trasporti. Quanto all’introduzione dell’età d’equilibrio a 64 anni, la misura più controversa della riforma, viene respinta dal 61% dei francesi.