Record storico di occupati a novembre: le persone con un lavoro hanno toccato quota 23 milioni 486mila. Aumentano i posti fissi ma cresce – in controtendenza – anche la disoccupazione giovanile. Lo certifica l’Istat, spiegando che a novembre 2019 il tasso di occupazione ha raggiunto il 59,4% (+0,1 punti percentuali in più rispetto al mese di ottobre), il valore più alto registrato dall’inizio delle serie storiche, nel 1977. Per le donne il tasso arriva al 50,5%, a fronte del 68,3% degli uomini.

Nel dettaglio aumentano i ‘posti fissi‘, con 67mila dipendenti permanenti in più, mentre diminuiscono sia i dipendenti a termine (-4mila) sia gli indipendenti (-22mila). Scende il tasso di inattività al 34%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente. L’Istat spiega che il tasso “è sceso ai valori minimi storici”: il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni, ovvero coloro che non hanno un lavoro e nemmeno lo cercano, nel mese diminuisce dello 0,6%, cioè 72mila unità. La diminuzione riguarda entrambe le componenti di genere.

“L’andamento dell’occupazione è sintesi di un aumento della componente femminile (+0,3%, cioè 35mila unità) e di una sostanziale stabilità di quella maschile”, spiega l’Istituto. A spingere l’occupazione nel mese di novembre sono state le donne, che aumentano di 35mila unità rispetto a ottobre, e i giovani tra i 25 e i 34 anni. Il tasso di disoccupazione a novembre 2019 è stabile al 9,7% ma si conferma essere il terzo tasso più alto dopo Grecia e la Spagna. In controtendenza il dato sulla disoccupazione giovanile tra i 15 e 24 anni: 0,4 punti in più rispetto al mese di ottobre, arrivando al 28,6%. Il tasso di inattività – che diminuisce per tutte le altre fasce di età – cresce per i più giovani.

“Dopo l’incremento occupazionale del primo semestre dell’anno e l’andamento altalenante del terzo trimestre, nel mese di novembre si conferma la tendenza alla crescita già registrata a ottobre che porta l’occupazione ai massimi storici (cioè dal 1977, anno di inizio delle serie storiche ricostruite)”, commenta Istat. “L’aumento congiunturale dell’occupazione – prosegue l’istituto di statistica – è trainato dai dipendenti permanenti e da una rilevante crescita del tasso di occupazione dei giovani con 25-34 anni“, salito al 63,5%, “mentre calano i lavoratori a termine e gli indipendenti. Contestualmente, si registra una lieve crescita del numero di disoccupati e un calo dell’inattività, che scende ai valori minimi storici”.

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