Nell’ultimo decennio il CEO e fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, si è posto una nuova sfida personale per l’anno nuovo, un buon proposito da attuare, per sviluppare nuove competenze al di fuori del suo ambito lavorativo, dall’imparare il cinese mandarino al leggere più libri. Quest’anno però la musica è cambiata e l’enfasi si è spostata su ciò che potrà fare nei prossimi dieci anni per migliorare la sua creatura, Facebook.
Il primo punto preso in considerazione da Zuckerberg per il decennio 2020-2030 riguarda dunque il cosiddetto “cambio generazionale“. “Molte importanti istituzioni non stanno ancora facendo abbastanza per risolvere i problemi che le giovani generazioni affrontano: dai cambiamenti climatici ai costi di istruzione, alloggio e assistenza sanitaria”, ha infatti argomentato Zuckerberg. “Mi aspetto che ciò inizi a cambiare rapidamente grazie ai millennial e alla possibilità di andare a votare delle nuove generazioni”.
Il secondo punto si fa ancora più concreto e vicino a Facebook, in quanto tratta della “creazione di una nuova piattaforma social privata“, un’idea in verità non nuova per il CEO di Facebook, che l’aveva già delineata nel recente passato, proprio parlando del futuro del social network in blu. Secondo Zuckerberg infatti i social per come li conosciamo oggi sono destinati a tramontare, soppiantati da piattaforme che privilegiano l’intimità. Nel prossimo decennio “alcune delle più importanti infrastrutture social ci aiuteranno a ricostruire comunità più piccole per ridarci quel senso di intimità. È una delle aree di innovazione di cui sono più entusiasta. I nostri ambienti social digitali appariranno molto diversi nei prossimi cinque anni, riportando l’enfasi sulle interazioni private e aiutandoci a costruire comunità più piccole di cui tutti abbiamo bisogno nella nostra vita”.
C’è poi l’aspetto della crescita economica, che già oggi passa per il Web: come farà Facebook nel prossimo decennio a promuovere la crescita di aziende e attività imprenditoriali? Secondo Zuckerberg l’obiettivo è quello di “costruire gli strumenti per commercio e pagamento in modo che ogni piccola impresa abbia un facile accesso alla stessa tecnologia che in precedenza era disponibile solo alle grandi aziende. […] Se riusciamo a farlo in modo che chiunque possa vendere prodotti attraverso Instagram, inviare messaggi e supportare i propri clienti tramite Messenger o inviare denaro in un altro paese istantaneamente e a basso costo tramite WhatsApp, ciò contribuirà notevolmente a creare maggiori opportunità nel mondo”.
E dopo lo smartphone, cosa verrà? Per Zuckerberg gli smartphone continueranno a essere l’oggetto dominante del prossimo decennio, ma a un certo punto gli occhiali e i visori a realtà aumentata/virtuale (come gli Oculus prodotti dalla stessa Facebook) “ridefiniranno la nostra relazione con la tecnologia” e col mondo che ci circonda in molti modi diversi.
Zuckerberg chiude infine con alcune considerazioni sulle future forme di governance. “Come dovremmo governare le nuove grandi comunità digitali nate con Internet?”. La risposta, per Zuckerberg, passa da un maggiore coinvolgimento da parte delle istituzioni. “Esistono diverse aree in cui ritengo che stabilire regole più chiare da parte dei governi sarebbe utile, tra cui elezioni, contenuti dannosi, privacy e portabilità dei dati. Ho chiesto una nuova regolamentazione in questi settori e nel prossimo decennio spero che avremo regole più chiare per Internet”.
Ma le comunità devono al tempo stesso imparare a governare sè stesse. Per questo Facebook sta creando un Consiglio di sorveglianza indipendente che permetterà di “fare ricorso contro le decisioni sui contenuti con cui non sei d’accordo. Un consiglio indipendente avrà la decisione finale in merito all’opportunità o meno di qualcosa. In questo decennio, spero di usare la mia posizione per lavorare di più sulla governance della comunità e delle istituzioni”.