Il premier scrive una lettera per "appoggiare" la manifestazione organizzata da Libera dopo i 3 attentati - uno contro un collaboratore di giustizia - e l'omicidio nei primi giorni del 2020: "La risposta dello Stato agli attentati che si sono verificati a inizio anno è stata immediata, forte e tempestiva. Dobbiamo fare terra bruciata intorno alla mafia, dobbiamo rendere il terreno fertile per i sogni e le ambizioni dei giovani"
“La lotta alle mafie non deve avere bandiere né colori politici”. Il premier Giuseppe Conte, con una lettera indirizzata al Corriere del Mezzogiorno, ha deciso di di esprimere il “suo pieno sostegno alla manifestazione contro la mafia che si svolge oggi a Foggia e a chi ha deciso di esserci: associazioni, studenti, sindacati, amministratori, società civile”. Una mobilitazione voluta dall’associazione di don Luigi Ciotti dopo una nuova spirale di attentati e un omicidio che hanno segnato la città nella prima settimana del 2020, nonostante nell’anno appena chiusosi la procura di Foggia e la Direzione distrettuale antimafia di Bari abbiano stritolato i clan della Società Foggiana e delle altre mafie del territorio (San Severo, Cerignola e Gargano) con decine di operazioni e centinaia di arresti.
Quella alle mafie per il premier “è una lotta che deve vederci tutti uniti nella stessa direzione a difesa di libertà, legalità e giustizia. La manifestazione di Libera è un segnale incoraggiante”. Conte spiega che “per sconfiggere le mafie la risposta deve arrivare netta e chiara anche da parte dei cittadini, che devono farsi comunità, perché solo insieme si può sconfiggere il malaffare”. “I foggiani non devono sentirsi soli perché lo Stato c’è ed è con loro. Non abbandoniamo Foggia così come non abbandoneremo nessun altro territorio, dal Sud al Nord”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, che è nato nel Foggiano, dove nel 2019 sono state sciolte 2 amministrazioni comunali per infiltrazioni mafiose.
“La risposta dello Stato agli attentati che si sono verificati a inizio anno è stata immediata, forte e tempestiva – dice il premier ricordando le centinaia di perquisizioni eseguite negli scorsi giorni con sequestri di bombe, armi da guerra e munizioni – a dimostrazione dell’attenzione che il governo riserva al contrasto alla criminalità organizzata: le imponenti operazioni che sono state portate a termine dalle Forze di Polizia, a poche ore da quei gravi episodi, a Foggia e nel barese, hanno visto un dispiegamento massiccio di uomini e donne e una piena sinergia tra forze dell’ordine, prefetture e magistratura. Ciò dimostra che, quando si fa squadra, si ottengono sempre i risultati”.
La risposta repressiva dello Stato, del resto, è stata una costante degli ultimi anni. La Dda di Bari, guidata dal procuratore Giuseppe Volpe, nonostante le carenze di organico e i problemi logistici legati all’inagibilità della struttura che ospitava gli uffici dei magistrati, ha lavorato pancia a terra coordinandosi con i colleghi foggiani, polizia e carabinieri, lottando anche contro difficoltà ‘geografiche’. Foggia, infatti, è distante circa 200 chilometri da Bari e il territorio provinciale è il terzo più esteso d’Italia. Per questo dalla Capitanata sono giunti più volte appelli per rafforzare la presenza dell’Antimafia direttamente nel capoluogo dauno. “Positivo è anche l’impegno annunciato dal ministro Lamorgese di istituire una sezione della Dia a Foggia: un ulteriore segno della vicinanza dello Stato e delle Istituzioni al territorio”, specifica ora Conte.
Ma tra la notte di San Silvestro e il 3 gennaio, i clan egemoni nel capoluogo sono tornati a spaventare la città. Il 31 dicembre sono saltati in aria due bar, due giorni dopo un commerciante d’auto, Roberto D’Angelo, 53 anni, è stato assassinato sotto casa con 3 colpi di pistola al volto, e poche ore dopo un ordigno è esploso sotto l’auto di Cristian Vigilante, che due anni fa confermò ai magistrati le minacce estorsive ricevute da due uomini ritenuti legati alla Società Foggiana. Gli chiesero assunzioni e favori nel gruppo del suocero, che gestisce diverse cliniche private sul territorio prima che “arrivino i boom e i baam”. E ‘chiarirono’: “Se fermano noi, arriveranno altri dieci”. La scia di paura ha spinto Libera ad organizzare la marcia che nel pomeriggio attraverserà Foggia. In piazza ci saranno anche Volpe, Giuseppe Gatti, pubblico ministero che per anni ha dato la caccia ai mafiosi foggiani e ora sostituto della Dna, il governatore Michele Emiliano, decine di sindaci in arrivo da tutta la Puglia e numerosi parlamentari di diversi schieramenti politici.
E anche Conte, con la sua lettera, ha sposato la manifestazione: “Questo esecutivo è dalla parte di chi reagisce, di chi decide di non restare indifferente di fronte ai soprusi e alle violenze della criminalità organizzata. Penso ai tanti magistrati che ogni giorno combattono la propria battaglia silenziosa, ma anche ai comuni cittadini che quotidianamente lottano per difendere la libertà di ciascuno di noi”. Per il presidente del Consiglio “anche recenti fatti di cronaca, proprio qui in Puglia, dimostrano che ad accendere la scintilla della legalità è spesso il coraggio di chi decide di denunciare abbattendo il muro dell’omertà”. “Tra i punti programmatici del governo abbiamo inserito il potenziamento della lotta contro le organizzazioni mafiose e siamo al lavoro tutti i giorni per dare concretezza a questo obiettivo prioritario. Abbiamo sbloccato il piano assunzioni delle forze dell’ordine per quasi 12mila unità e previsto 175 milioni di euro in più per gli straordinari arretrati. Se da un lato dichiariamo guerra alla malavita, dall’altro dobbiamo fare in modo che possano trovare spazio le tante energie positive e propulsive del territorio”.
“Dobbiamo – chiede – fare terra bruciata intorno alla mafia, dobbiamo rendere il terreno fertile per i sogni e le ambizioni dei giovani che vogliono restare al Sud e in Italia. Per questo dobbiamo mettere in campo il massimo sforzo per garantire maggiore giustizia sociale. Le mafie trovano spazio d’azione proprio laddove mancano diritti, occasioni e opportunità per i cittadini. Per questo giustizia sociale, opportunità di crescita e lavoro sono i binari ad alta velocità con cui vogliamo allontanare il Sud da quei sentimenti di rassegnazione di cui si nutre la criminalità”.
Infine Conte ricorda come “strumenti come il reddito di cittadinanza sono un tassello nel percorso per la giustizia sociale. Il Contratto istituzionale di sviluppo della Capitanata si muove in questa direzione: rilancio dei cantieri, dell’occupazione e degli investimenti. In questo senso si muove anche la scelta di destinare a priori il 34% della spesa pubblica al Sud. La fiducia marcia sulle gambe di chi oggi manifesta. Io sono al vostro fianco”, conclude il premier.
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