“Milano è la capitale del greenwashing italiano: si è autoproclamata leader della lotta ai cambiamenti climatici, ma non può fare a meno di cementificare le poche aree verdi”. È il grido di allarme lanciato dagli oltre cinquecento cittadini che ieri hanno marciato per le vie del capoluogo lombardo per chiedere lo stop al consumo di suolo. In testa al corteo gli attivisti hanno trasportato i resti dei trentacinque alberi secolari che il 2 gennaio sono stati abbattuti all’interno del parco Bassini. Qui dovrebbero sorgere i nuovi laboratori del Politecnico di Milano, ma negli scorsi mesi un Comitato formato da cittadini, studenti e professori si è battuto per provare a salvare l’area verde. “Il bilancio ambientale di questa operazione sarà negativo – spiega la docente di “Valutazione di Impatto Ambientale” del Politecnico di Milano Arianna Azzellino – Gli alberi abbattuti garantivano un consumo di circa un chilo di anidride carbonica (CO2) al giorno e si perderà un valore agronomico del suolo recuperabile solo tra cento anni”. Alla fine del corteo gli studenti hanno lasciato i tronchi e i rami vicino al Palazzo Comunale per lanciare un messaggio al Sindaco: “Ci pensi bene Sala a venire ad abbattere gli alberi, prima di fare il paladino del verde”. Una critica che il primo cittadino ha respinto al mittente durante il suo intervento nell’aula del consiglio: “Questa Giunta ha fatto operazioni che sfido chiunque a trovare in altre città italiane – ha spiegato Sala – Credo che l’accusa generica di poca attenzione alla questione ambientale sia impropria e da rigettare ”. Ma i ragazzi in corteo non ci stanno e ribattono a distanza elencando le operazioni ritenute “critiche” da un punto di vista ambientale: “Da Piazza d’Armi, agli scali ferroviari fino, alla riqualificazione di San Siro: è pieno di progetti di cementificazione selvaggia”.
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