Esplode una bomba nella moschea di Quetta, in Pakistan: 15 persone sono rimaste uccise, tra cui un imam e un alto ufficiale di polizia, e altre 19 sono ferite. L’esplosione è avvenuta alla fine della preghiera in un luogo di culto che si trova in una zona a maggioranza Pashtun. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis alcune ore dopo, con un post sui social media in cui sostiene che si è trattato di un attacco suicida e che il kamikaze, Abu Jarrah Al-Balochi, avrebbe “ucciso 20 persone e ne avrebbe ferite altre 40”.
Il vice ispettore generale di Quetta, Abdul Razzaq Cheema, ha spiegato che tra le vittime ci sono anche l’imam della moschea e il vice sovrintendente della polizia del capoluogo del Baluchistan Amanullah. Le vittime sono subito state trasferite all’ospedale locale. Il primo ministro del Baluchistan, Jam Kamal Khan, ha condannato l’azione, dicendo che coloro che hanno preso di mira i fedeli non hanno religione o affiliazione tribale: “Sono solo terroristi e meritano la punizione più severa”, ha detto, aggiungendo che i nemici dello stato stanno ancora una volta cercando di avere la meglio in Baluchistan. Il ministro degli Interni del Baluchistan, Zia Langove, ha quindi affermato in una nota che “i terroristi hanno paura dello sviluppo del Pakistan. I nemici interni ed esterni si stanno impegnando, ma stanno fallendo nel tentativo di creare panico e disordini nel paese”. A Quetta si verificano regolarmente episodi analoghi: il 7 gennaio almeno due persone sono state e altre 14 sono rimaste ferite a causa di un ordigno improvvisato, lanciato contro un veicolo militare.