Si chiamava Ani Guibahi Laurent Barthélémy, aveva 14 anni ed era uno studente il ragazzino trovato morto mercoledì mattina nel carrello di un aereo di Air France decollato da Abidjan, in Costa d’Avorio, e atterrato all’aeroporto parigino di Roissy Charles de Gaulle. L’identificazione, confermata anche dai genitori, arriva due giorni dopo la scoperta del corpo: secondo le autorità ivoriane, “il 14enne è nato il 5 febbraio 2005 a Yopougon, grande quartiere popolare di Abidjan, in Costa d’Avorio, ed era allievo della classe 4a in una scuola situata a Niangon Lokoua“, come riporta un comunicato del ministero dei Trasporti dopo aver visionato le telecamere di sorveglianza dell’aeroporto di partenza.

Dalle immagini di vede anche che “Ani Guibahi Laurent Barthélémy era riuscito ad entrare nel vano del carrello pochi minuti prima del decollo – precisa il ministero – verso le 22:55 di martedì, ora locale della Costa d’Avorio”. Il ministro Amadou Koné, al quotidiano Fraternité Matin, ha poi aggiunto: “Pensiamo che sia entrato nel perimetro dell’aeroporto scavalcando un muro. Poi si è nascosto nel verde e si è aggrappato al carrello dell’aereo al momento del volo”.

Per fare chiarezza sull’accaduto, il ministero, a partire dall’8 gennaio, ha istituito una commissione investigativa presieduta dal direttore generale dell’Autorità nazionale per l’aviazione civile, che comprendeva oltre all’Anac, la polizia nazionale, la gendarmeria nazionale, l’Ambasciata francese e le compagnie aeree Air France e Avisecure. Non solo: il governo della Costa d’Avorio ha assicurato di aver “intrapreso misure di rafforzamento” dei “dispositivi di sicurezza nello spazio aeroportuale”. Intanto la Procura di Bobigny ha aperto un’inchiesta affidata alla Gendarmerie des Transports aérennes (GTA).

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