La 56enne sta scontando la massima pena nel carcere di Bollate e sembrano lontani i tempi in cui i due coniugi killer non potevano rimanere separati un minuto per via del forte legame sentimentale che li legava
Il grido di dolore di Rosa Bazzi. L’ergastolana condannata assieme al marito Olindo per la strage di Erba sarebbe caduta in depressione dopo la morte di un altro ergastolano di cui si era innamorata tra le sbarre. La notizia viene riportata online da Il Giornale che a sua volta riprende il settimanale Giallo dove sull’ultimo numero in edicola la storia della Bazzi occupa la copertina. La 56enne sta scontando la massima pena nel carcere di Bollate e sembrano lontani i tempi in cui i due coniugi killer non potevano rimanere separati un minuto per via del forte legame sentimentale che li legava. La Bazzi, secondo Giallo, sarebbe tornata a vivere proprio grazie ad un nuovo amore perché quello con Olindo sarebbe finito da tempo.
Quello per Marco Alberti, un altro ergastolano che però il 16 dicembre scorso, durante uno dei momenti di semilibertà concessigli da tempo dai giudici (Alberti è in carcere dal 2001), è stato travolto da un auto mentre percorreva a piedi la statale 494 a Corsico, in provincia di Milano. Alla guida dell’auto un 30enne che si è fermato e ha tentato di rianimare senza successo l’Alberti.
L’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio nel 1998 di un pregiudicato trentino, Roberto Paonazzo, ucciso con tre colpi di pistola, e del relativo occultamento di cadavere sotto un cavalcavia a Verona dopo averne bruciato i resti, godeva di un regime di semilibertà dal 2019 per buona condotta dopo essere diventato collaboratore di giustizia. Per poter condividere qualche momento da sola con Alberti, la Bazzi da tempo aveva fatto richiesta al tribunale di sorveglianza di semilibertà per motivi di lavoro. Richiesta, peraltro, su cui i giudici non si erano ancora espressi.