Marius Ani Guibay, intervistato da Repubblica, ha raccontato il dolore per la morte del figlio Laurent, che decrive come "un ragazzo sempre allegro, docile". Il 14enne non aveva nemmeno un cellulare: "Chi l'ha portato in aereoporto? E perché non è stato fermato?"
“È un gesto inspiegabile, mio figlio è stato fuorviato da qualcuno”. Marius Ani Guibay, il papà del ragazzo di 14 anni della Costa d’Avorio trovato morto nel carrello di un aereo Air France arrivato a Parigi, intervistato da Repubblica, non si dà pace per la morte del figlio Laurent, a suo parere portato da qualcuno su quell’aereo. Contattato al telefono ad Abidjan, l’uomo racconta: “Nessuno mi ha aiutato a salvare Laurent, nessuno”.
Padre di quattro figli, Marius Ani Guibay ha chiesto che venga rispettato il suo lutto e ha raccontato di come il figlio fosse uscito per andare a scuola a Yopougon, dove frequentava la quarta classe, e fosse poi scomparso. Definendo “modesta” la propria famiglia, l’uomo dice che “anche con i pochi mezzi che abbiamo cerchiamo di crescere i nostri figli con sani principi” e Laurent “era tranquillo, un ragazzo sempre allegro, docile. Non era uno scapestrato, non beveva, non ci aveva mai dato alcun problema”. Laurent, ha raccontato il padre, non aveva nemmeno un cellulare, per cui sembra difficile che sia riuscito ad arrivare da solo all’aeroporto. “Chi ce l’ha portato? E perché non è stato fermato dagli agenti aeroportuali? Non è possibile che un minorenne possa aggirarsi da solo vicino a un aereo”, ha sottolineato.
L’aereo, un Boeing 777, era decollato da Abidjan martedì sera ed era atterrato poco dopo le 6 di mercoledì a Parigi. Il corpo era stato scoperto circa 40 minuti dopo l’arrivo del velivolo. Negli ultimi anni sono molti i clandestini, soprattutto adolescenti provenienti dall’Africa, ritrovati morti di freddo o schiacciati nei meccanismi del carrello di atterraggio. Le temperature – fra i 9.000 e i 10.000 metri, quota raggiunta dagli aerei di linea – scendono al di sotto dei -50 gradi e l’alloggiamento del carrello non è né riscaldato né pressurizzato.
Per fare chiarezza sull’accaduto, il ministero dei trasporti ivoriano ha istituito una commissione investigativa. Inoltre, il governo ha assicurato di aver “intrapreso misure di rafforzamento” dei “dispositivi di sicurezza nello spazio aeroportuale”. Anche la Procura di Bobigny, in Francia, ha aperto un’inchiesta, affidata alla Gendarmeria dei trasporti aerei.