Cronaca

Marocco, italiana segregata in casa dal futuro sposo 27enne: liberata dalla polizia internazionale

La donna, una 47enne sarda, era partita per l'Africa dopo aver accettato un matrimonio di convenienza che le avrebbe fatto guadagnare 5mila euro. Ma una volta là ha cambiato idea. Una decisione che non è piaciuta all'aspirante marito che le ha impedito il rientro in Italia

Nei piano avrebbe dovuto essere un viaggio in Marocco di pochi giorni. Giusto il tempo di firmare le carte del matrimonio di convenienza che le avrebbe fatto guadagnare 5mila euro e poi rientrare immediatamente in italia. Ma lo scorso novembre, una volta in Africa, aveva deciso di fare un passo indietro rifiutando le nozze. La decisione non era piaciuta al suo promesso sposo che aveva deciso di tenere segregata la sua promessa sposa nella sua casa a circa venti chilometri da Marrakesh.

Protagonista dell’accaduto è una donna di 47 anni di origine sarda. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, la donna si era fatta convincere da un’amica marocchina ad accettare il matrimonio con suo nipote, un giovane di 27 anni. Un vero e proprio accordo: l’atto avrebbe fatto guadagnare alla 47enne 5mila euro e avrebbe consentito all’uomo di ottenere un titolo valido per vivere in Italia. Così la donna aveva fatto le valige ed era partita per il Marocco nel novembre scorso. Qui però le difficoltà burocratiche legate al divorzio con il suo precedente marito, anche questo di nazionalità magrebina, le avevano fatto cambiare idea e aveva così deciso di rientrare in Italia. Presto però si era accorta che il promesso sposo non glielo avrebbe consentito: il ragazzo, infatti, con la complicità della madre e della sorella, l’ha sequestrata, tenendola segregata in un’abitazione con le sbarre alle finestre e costringendola a nutrirsi solo di latte e biscotti. Non solo: alla donna, che aveva tenuto ben nascosto il proprio cellulare, era stato impedito di tenersi in contatto con la famiglia. Fino a che la 47enne non era riuscita durante una videochiamata a chiedere aiuto alla sorella. Così la famiglia ha immediatamente contattato la Questura di Sassari che ha attivato subito il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip). Nel frattempo la donna, approfittando della momentanea assenza dei suoi aguzzini, per sottrarsi alla prigionia si era lanciata dal terzo piano dello stabile in cui era rinchiusa provocandosi la frattura degli arti inferiori oltre alla lesione di alcune vertebre. Ritrovata dall’uomo, era stata riportata a casa, nuovamente segregata e senza assistenza sanitaria.

Le ricerche avviate dallo Scip, con il supporto operativo dell’esperto per la sicurezza di stanza a Rabat, hanno consentito di rintracciare e salvare la donna che è stata subito dopo ricoverata presso una struttura sanitaria locale in attesa che i medici diano il consenso al suo ritorno in Italia. Mentre per l’uomo è scattato l’arresto.