Il malcontento della popolazione: “Ci avevano detto che il territorio non sarebbe stato più toccato”. Nel mirino c'è la sindaca Virginia Raggi, anche se la sua decisione è conseguenza dell'ordinanza di Nicola Zingaretti. Stefano Vignaroli: "Aveva la pistola puntata alla testa, spero ritiri la delibera". In strada anche l'estrema destra, i leader dei comitati: "No a bandiere di partito"
“Questi so’ come i somarelli, conoscono ‘na strada sola: gira gira tornano sempre qua”. Almeno 4mila persone questa mattina si sono riuniti a Ponte Galeria, periferia ovest della Capitale, per protestare contro la nuova discarica di Roma da 1,5 milioni di metri cubi, che secondo la delibera del Campidoglio del 31 dicembre dovrebbe sorgere entro 2 anni in via di Monte Carnevale, a 500 metri dalla ex discarica di Malagrotta, fino al 2013 la più grande d’Europa. Una battaglia antica per queste popolazioni, seminale per la formazione e l’exploit del Movimento 5 Stelle capitolino, che proprio sulla difesa di questo territorio ha costruito i successi elettorali. Oggi nel mirino, più del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è finita la sindaca Virginia Raggi, rea di aver firmato “il provvedimento della vergogna”.
Rimosso il cartello “Raggi dimettiti” – “Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti”. Mentre dalle casse degli altoparlanti risuonano le note di “Maliconia” di Caparezza e Tony Hadley, appeso al furgoncino che fa da palco per gli interventi dei comitati spunta la scritta “Raggi dimettiti, Valle Galeria libera”. “Ma chi lo ha autorizzato ‘sto cartello?”, dice una signora che si affretta a rimuoverlo mentre lo fotografiamo. Non basta ad arginare il malcontento: “Ci avevano detto che il territorio non sarebbe stato più toccato, ci sentiamo presi in giro”, dice una signora con la figlioletta al seguito. Un anziano gira con un altro cartello con le frasi di una nota canzone di Alberto Sordi: “Te c’hanno mai mannato a quel paese? Er primo cittadino è amico mio”. “Virginia aveva la pistola puntata alla testa”, prova a difenderla Stefano Vignaroli, che in 10 anni da leader dei comitati locali è arrivato fino alla poltrona di presidente della commissione parlamentare Ecomafie: “Questo non giustifica la scelta, io spero ancora che ritiri la delibera di sua iniziativa”, ha concluso il deputato pentastellato. “Non ci saremmo mai immaginati, dopo 7 anni, di tornare al punto di partenza – spiega Emanuela D’Antoni, vicepresidente del Comitato Valle Galeria Libera – ora dobbiamo di nuovo scendere in strada a combattere”.
M5s contro M5s: 4 consiglieri contro la sindaca – La decisione di Virginia Raggi è arrivata dopo tre anni di fallimento della raccolta differenziata a Roma (+3% in tre anni e mezzo contro il +20% di Ignazio Marino in 30 mesi), ma anche dopo l’ordinanza di Nicola Zingaretti che a novembre ha costretto la sindaca a indicare per la nuova discarica uno degli 11 siti elencati in un documento della cabina tecnica trilaterale fra Regione, Città metropolitana e Comune. Quello di via Monte Carnevale era il sito più capiente, che permetterebbe alla città di Roma di depositare i rifiuti per almeno 4 anni. La firma sulla delibera, però, è della prima cittadina, e questo a molti pentastellati non va giù. Oltre al deputato Vignaroli, alla protesta era presente il presidente della Commissione capitolina rifiuti, Daniele Diaco, insieme alla compagna Silvia Crescimanno, presidente del Municipio XII. “Continuerò la mia battaglia per la tutela della Valle Galeria come ho sempre fatto, non sono in opposizione al mio gruppo”, la dichiarazione “equilibrata” di Diaco. Meno diplomatica la sua collega, Simona Ficcardi, presidente anche lei con il compagno Marco Cacciatore, presidente della commissione rifiuti della Regione Lazio: “Uscire dal M5s? Non sono io che ho tradito gli ideali del movimento – dice Ficcardi senza mezzi termini – la mia battaglia sarà interna e senza quartiere. Certo, anche i parlamentari potevano fare qualcosa in più”, afferma riferendosi nemmeno troppo velatamente a Vignaroli. Oltre a Diaco e Ficcardi, presenti anche Monica Montella ed Eleonora Guadagno. Intervenuta, con tanto di fascia, per dare solidarietà, Monica Lozzi, minisindaca dal VII Municipio Tuscolano: “Io ero qui con loro a lottare per la chiusura di Malagrotta, sentivo la necessità di tornare in veste istituzionale”.
Ora la destra cavalca la protesta. I comitati: “Via i tricolori” – La delusione degli elettori pentastellati e l’assenza completa del Pd (e del centrosinistra in genere) spalanca le porte alla destra in Valle Galeria. Alla manifestazione arrivano i consiglieri regionali di Fdi, Fabrizio Ghera e Chiara Colosimo. “È stata tutta una montatura – afferma Colosimo – Raggi e Zingaretti sapevano sin dall’inizio che si sarebbe arrivati qui a Monte Carnevale. Hanno fatto un teatrino. Noi siamo qui, come lo eravamo nel 2010, per difendere il territorio”. Un gruppetto di ragazzi di estrema destra arriva mentre il sit-in si trasforma in corteo e si avvia in direzione del sito incriminato: “Raggi vattene, Raggi vattene”, cantano come fosse un coro da stadio, con i tricolori al vento. “No alle bandiere di partito, no alla caratterizzazione politica”, urlano dai microfoni i leader dei comitati, creando qualche piccolo momento di tensione.