Ad appena 24 ore dal cessate il fuoco tra le forze del Governo di Accordo Nazionale (Gna) di Fayez al-Sarraj, unico riconosciuto dalla comunità internazionale, e quelle del generale Khalifa Haftar, sostenuto da Russia, Egitto ed Emirati Arabi, la tregua in Libia è a rischio. I militari di Tripoli fanno sapere che uno dei loro uomini è stato ucciso nel corso di un’attacco sferrato dai soldati di Bengasi: è morto il “primo martire sul fronte di Ain Zara. Apparteneva alla zona militare ovest ed è stato colpito da colpi dell’antiaerea delle milizie del criminale di guerra, il ribelle Haftar”, ha dichiarato il portavoce dell’operazione Vulcano di rabbia del Gna, Mohamed Gnounou.
Fonti non verificate parlano di scontri tra fazioni rivali sugli assi di Salah el-Din e Ain Zara, a sud di Tripoli. Sul fronte opposto, la Brigata 128 dell’autoproclamato Esercito Nazionale Libico (Lna), che fa capo al generale Haftar, sulla propria pagina Facebook ha annunciato di aver abbattuto un drone turco armato appartenente dai militari del Gna. Inoltre, il comandante della regione militare occidentale dell’ovest delle forze del generale della Cirenaica, Al-Mabrouk Al-Ghazwi, riportato da siti pro Haftar, ha denunciato “30 violazioni minori e 8 maggiori del coprifuoco su tutti gli assi interessati e l’arrivo di un nuovo gruppo di terroristi siriani a Misurata, dislocati su due fronti a sud di Tripoli”.
Entrambe le parti, nella giornata di domenica, hanno denunciato varie violazioni al cessate il fuoco, ma entrambe avevano dichiarato che, per il momento, la tregua stava reggendo: “In caso di ulteriori violazioni – avevano però aggiunto da Tripoli – il Consiglio presidenziale del Governo di Accordo Nazionale libico non resterà a guardare e la sua risposta sarà violenta e ferma”.
E mentre sul campo si fatica ad abbassare le armi, sul fronte diplomatico continuano i contatti incrociati tra gli attori internazionali coinvolti nel conflitto libico. La volontà di un trilaterale Italia-Russia-Turchia sulla crisi in Libia è stata al centro della telefonata tra il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il suo omologo turco, Melvut Cavusoglu. Di Maio e Cavusolglu hanno anche rinnovato il loro impegno volto a rafforzare gli sforzi in corso per il successo della Conferenza di Berlino – che vuole riunire intorno al tavolo almeno 12 paesi per trovare una soluzione alla crisi libica – e l’ottenimento di un cessate il fuoco duraturo. Nella giornata di domenica al-Sarraj è arrivato a Istanbul per un incontro bilaterale con il presidente Recep Tayyip Erdoğan.
Intanto, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, continua a tessere quella “tela” diplomatica di cui aveva parlato nel corso della conferenza stampa a margine dell’incontro con al-Sarraj, a Roma. In mattinata ha avuto alcune conversazioni telefoniche sul dossier libico con lo stesso premier del Gna, con la Cancelliera tedesca Angela Merkel e con il presidente russo Vladimir Putin.