Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato, a fine dicembre, e l'onorificenza arriverà presto, si pensa al 27 gennaio nel Giorno della Memoria, consegnata alla moglie Novella di 90 anni e al figlio: "Aveva scritto un diario, che mia madre ricopiava, nel quale raccontava delle scene pazzesche a cui aveva assistito nei campi"
Si respira aria di felicità e commozione in casa di Vasco Rossi. Arriva, infatti, la Medaglia d’onore in memoria del padre del rocker, Giovanni Carlo Rossi, internato militare nel lager nazista di Dortmund, in Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale. “Carlino”, così era chiamato in famiglia, era tra i 650mila soldati italiani che dopo l’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943 (firmato dal governo Badoglio con gli Alleati della Seconda Guerra Mondiale) avevano detto no al Nazismo con conseguenze terribili. Infatti Giovanni Carlo Rossi è stato catturato dai tedeschi all’isola d’Elba ed è stato deportato in un campo di lavori forzati, miracolosamente poi è riuscito a tornare nel nostro Paese nell’ottobre del 1945. Vasco ha perso il padre, che faceva il camionista, a causa di un malore nel 1979 a 56 anni. È stato il rocker stesso con un post sui social, l’11 dicembre nel 2018, a raccontare dettagli sulla figura paterna, attraverso qualche stralcio tratto dal libro “Il giovane Vasco – La mia favola rock”.
“Mi chiamo Vasco come un compagno di prigionia di mio padre, che lo aveva aiutato ad uscire da una buca in campo di concentramento durante il bombardamento finale – aveva scritto l’artista -. Anche il nonno ha fatto la Grande Guerra, doveva essere fucilato con il suo reparto per diserzione, ma è scappato e si è rifugiato in un convento. Quando, per provocarlo gli facevo notare che se tutti i soldati avessero fatto come lui… Mi rispondeva che quella era una guerra per ammazzare i poveretti. Poi è andato a fare il camionista in Africa rischiando la vita per mantenere moglie e tre figli, salvare il podere e aprire la sua osteria”.
E poi il racconto terribile dell’esperienza vissuta dal padre, catturato dai nazisti: “Durante la guerra, dopo l’8 settembre il Carlino Rossi era stato preso prigioniero dai tedeschi all’isola d’Elba e portato in Germania, a Dortmund, in un campo di lavori forzati, dove si è fatto quasi oltre due anni ed è stato uno di quei seicentomila soldati italiani che non hanno accettato, per evitarlo, di combattere per i tedeschi contro i loro fratelli per la Repubblica sociale italiana. Quando lo hanno liberato, era quasi morto, pesava 37 chili, ed è tornato a casa minato fisicamente. Per quello è morto giovane, credo, perché non ha mai avuto vizi. Mi raccontava che nel campo di concentramento morivano di fatica e non gli davano da mangiare, sopravviveva con delle bucce di patate. Aveva scritto un diario, che mia madre ricopiava, nel quale raccontava delle scene pazzesche a cui aveva assistito. Gli amici pestati a sangue e morti davanti ai suoi occhi. E dopo aver visto questo, tutta la vita gli è sembrata una passeggiata”.
Proprio la madre del rocker, la signora Novella Corsi, novantenne, qualche mese ha firmato l’istanza per la richiesta dell’onorificenza, prevista dalla legge del 2006 per gli ex deportati e poi firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a fine dicembre. Le pratiche sono state curate dall’Associazione “Un ricordo per la pace”, promotrice dell’iniziativa in collaborazione con il Comune di Zocca. Novella, che oggi ha novant’anni, ha commentato con un pizzico di commozione al quotidiano “La Stampa”, l’onorificenza che dovrebbe arrivare alla Prefettura di Modena: “Ho quasi novant’anni, cammino male. Sarebbe più comodo se mi facessero ritirare la medaglia di mio marito in Comune a Zocca. Io non vado con tutte quelle curve. E poi Vasco deve partire non so se ci sarà (…) certo me l’avessero data prima quand’ero un po’ più giovane ma si sa che lo Stato ci mette tempo a fare le cose. E pensare che la medaglia l’aveva avuto anche il papà di Carlino che aveva combattuto in Africa”. Quando è morto il “Carlino”, non aveva ancora fatto in tempo a godere dei primi successi del celebre figlio, ma la signora Novella è sicura: “Sarà contento di lassù. Speriamo che lo veda il suo Vasco”. Si attende nelle prossime ore qualche dettaglio in più sul luogo dove si svolgerà la cerimonia, chissà se il Prefetto di Modena acconsentirà alla richiesta della signora Novella, e il giorno. Si vocifera che la data – scelta non a caso – potrebbe essere il 27 gennaio, ossia la ricorrenza del Giorno della Memoria.