Il provvedimento è assai tecnico, ma gli effetti sono stati chiari a chiunque abbia percorso la A14 all’altezza di Pescara dal 18 dicembre scorso ad oggi, giorno in cui il ministero delle Infrastrutture potrebbe accettare le proposte di Autostrade e riaprire il viadotto Cerrano, alto quasi 90 metri, alla circolazione dei mezzi pesanti decongestionando la Statale Adriatica, impazzita per il passaggio dei tir nel piccolo borgo di Silvi Marina. Sono due le “criticità” in materia di sicurezza accertate negli ultimi 18 mesi dagli ispettori del Mit guidati da Placido Migliorino, il “mastino” che i dirigenti della concessionaria volevano “tenere a bada” con i report sui ponti che la procura di Genova considera ‘addolciti’ e ‘addomesticati’: lo scivolamento del terreno che preme così sui piloni, le stampelle che si spostano e la tenuta antisismica delle cerniere temporanee che tengono insieme le campate.
È tutto contenuto nel provvedimento con cui il gip di Avellino, Fabrizio Ciccone, ha disposto il “divieto assoluto di transito” dei mezzi pesanti nell’ultimo mese e che è seguito a quello di sequestro delle barriere dei viadotti, disposto dopo una perizia legata alla strage di Acqualonga, quando un bus pieno di pellegrini e con i freni rotti sfondò un new jersey sulla Napoli-Canosa precipitando nel vuoto e provocando 40 morti.
Quali sono quindi, a giudizio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale irpino, le criticità del viadotto Cerrano, tra i caselli di Pescara Nord e Pineto? “‘Le stampelle con cui è stato costruito il viadotto hanno subito spostamenti tali da rendere le superfici contrapposte, in corrispondenza della mezzeria, schiacciate l’una sull’altra…’, mentre in ‘corrispondenza delle pile… sono presenti degli spostamenti in profondità dell’ordine di 7 centimetri’“, si legge in uno dei passaggi del provvedimento. Autostrade ha replicato precisando “che lo spostamento di 7 centimetri non si riferisce alle pile, ma allo spostamento massimo del terreno nei pressi della Pila 1 registrato dalla strumentazione nell’arco di 3 anni (2016-2018)”. I piloni del Cerrano, invece, “non hanno mai raggiunto movimenti attenzionabili nel periodo considerato” e, come l’area sottostante, “sono costantemente monitorati dal punto di vista geotecnico e strutturale: sull’opera sono installati dei particolari sensori che, anche nell’ultimo anno, non hanno mai rilevato alcun tipo di movimento significativo”.
Nel provvedimento viene citata, tra l’altro, una nota che l’Ufficio ispettivo territoriale di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva inviato alla Direzione VII Tronco di Autostrade per l’Italia. Nel documento dell’Ufficio ispettivo, spiega il giudice, “si segnala ‘la presenza di un fenomeno di gravitazione che interessa i pendii in cui è ubicato il viadotto’, il quale sta creando ‘all’interno delle strutture e delle fondazioni uno stato di coazione per il quale sono state prodotte adeguate e circostanziate verifiche globali che dimostrino la capacità del sistema strutturale di resistere'”. Tradotto: il pendio sta lentamente scivolando verso valle e fa pressione sulla parte interrata dei piloni.
Per il giudice, Autostrade non ha fornito “valutazioni documentate e rassicuranti sul raggiungimento di adeguati standard di sicurezza” e quindi “si impone necessariamente, ad avviso dell’Uit di Roma, l’applicazione di una restrizione della transitabilità dell’opera, consistente nel divieto di transito per i veicoli con massa superiore a 35 quintali in entrambe le carreggiate, intervento di contenimento dei rischi connessi alla circolazione stradale, da attuarsi fino a quando non sarà dimostrata l’ottemperanza al raggiungimento degli standard normativi”.
Nel provvedimento si legge ancora che “alla luce delle allarmanti preoccupazioni espresse dall’Uit di Roma circa le precarie condizioni di sicurezza del viadotto Cerrano” è ritenuto “assolutamente necessario, per mitigare i rischi connessi al diffuso ammaloramento dell’opera, intervenire con un intervento di limitazione del carico verticale massimo che potrà transitare sul viadotto in questione”.
“Ciò – aggiunge il gip di Avellino – avuto riguardo, da un lato, alle imponenti dimensioni del viadotto, alto ben 89,7 metri e con l’interferenza della sottostante presenza di una strada, dall’altro, al mancato rilascio dell’autorizzazione sismica al progetto di risanamento presentato da Autostrade per l’Italia, che non consente di ritenere adeguati ai fini della sicurezza gli interventi provvisionali di messa in sicurezza ipotizzati da Autostrade in assenza della prescritta autorizzazione sismica”.
Tutto nasce da tre visite ispettive del ministero delle Infrastrutture eseguite il 19 settembre 2018, il 5 luglio e il 25 novembre scorsi. Nel provvedimento il giudice, citando una nota dell’Ufficio ispettivo territoriale di Roma del Mit, sottolinea che “non è ancora pervenuta all’Uit, ‘sebbene già richiesta nel 2018, la necessaria documentazione che dimostri il raggiungimento di adeguati standard di sicurezza in relazione alle criticità segnalate nel corso delle visite eseguite”. Oggi Autostrade deve consegnare al Mit una nuova relazione sulla struttura, ai fini dell’eventuale riapertura ai mezzi pesanti su sollecitazione dei territori e della Regione Abruzzo, visto il caos che si è creato sulla viabilità ordinaria.
Oltre alle fondamenta, infatti, il Cerrano, a parere degli ispettori ministeriali, presenta un altro problema: “In particolare – scrive il gip – erano stati ‘riscontrati ammaloramenti avanzati, costituiti da ossidazione delle parti metalliche e deformazione di singoli componenti delle cerniere di taglio’, mentre il progetto di risanamento presentato da Autostrade per l’Italia al competente Ufficio del Genio civile per la prescritta autorizzazione sismica, era stato ‘oggetto di osservazioni e richiesta di chiarimenti che di fatto hanno sospeso l’iter autorizzativo”. Di conseguenza, scrive ancora il gip, “anche gli interventi provvisionali ipotizzati dalla società concessionaria ‘per il tempo strettamente necessario alla disinstallazione e conseguente manutenzione delle cerniere presenti, non possono ritenersi adeguati almeno sino a quando non sarà acquisito il richiamato parere antisismico’”.
Autostrade, nella nota in cui smentisce il movimento delle pile, spiega anche che “a seguito di una “verifica di sicurezza globale” recentemente effettuata sul ponte e inviata al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti lo scorso 11 dicembre 2019, oggi sono stati inviati” al Mit “anche gli approfondimenti tecnici relativi alle fondazioni e alle cerniere, realizzati rispettivamente da un pool di esperti dell’università La Sapienza e dall’Istituto Italiano della Saldatura. Anche queste analisi hanno confermato la sicurezza statica della struttura”.
Cronaca
A14, “la frana si sposta e preme sui piloni, le cerniere temporanee non sono adatte”: perché il giudice ha proibito il viadotto Cerrano ai tir
È il contenuto del provvedimento con cui il gip di Avellino ha disposto il "divieto assoluto di transito" dei mezzi pesanti. Da un lato, lo scivolamento del terreno avrebbe provocato lo spostamento delle stampelle del viadotto, dall'altro le cerniere temporanee che tengono insieme le campate non darebbero garanzie sotto il profilo antisismico. Autostrade: "Il ponte è staticamente sicuro"
Il provvedimento è assai tecnico, ma gli effetti sono stati chiari a chiunque abbia percorso la A14 all’altezza di Pescara dal 18 dicembre scorso ad oggi, giorno in cui il ministero delle Infrastrutture potrebbe accettare le proposte di Autostrade e riaprire il viadotto Cerrano, alto quasi 90 metri, alla circolazione dei mezzi pesanti decongestionando la Statale Adriatica, impazzita per il passaggio dei tir nel piccolo borgo di Silvi Marina. Sono due le “criticità” in materia di sicurezza accertate negli ultimi 18 mesi dagli ispettori del Mit guidati da Placido Migliorino, il “mastino” che i dirigenti della concessionaria volevano “tenere a bada” con i report sui ponti che la procura di Genova considera ‘addolciti’ e ‘addomesticati’: lo scivolamento del terreno che preme così sui piloni, le stampelle che si spostano e la tenuta antisismica delle cerniere temporanee che tengono insieme le campate.
È tutto contenuto nel provvedimento con cui il gip di Avellino, Fabrizio Ciccone, ha disposto il “divieto assoluto di transito” dei mezzi pesanti nell’ultimo mese e che è seguito a quello di sequestro delle barriere dei viadotti, disposto dopo una perizia legata alla strage di Acqualonga, quando un bus pieno di pellegrini e con i freni rotti sfondò un new jersey sulla Napoli-Canosa precipitando nel vuoto e provocando 40 morti.
Quali sono quindi, a giudizio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale irpino, le criticità del viadotto Cerrano, tra i caselli di Pescara Nord e Pineto? “‘Le stampelle con cui è stato costruito il viadotto hanno subito spostamenti tali da rendere le superfici contrapposte, in corrispondenza della mezzeria, schiacciate l’una sull’altra…’, mentre in ‘corrispondenza delle pile… sono presenti degli spostamenti in profondità dell’ordine di 7 centimetri’“, si legge in uno dei passaggi del provvedimento. Autostrade ha replicato precisando “che lo spostamento di 7 centimetri non si riferisce alle pile, ma allo spostamento massimo del terreno nei pressi della Pila 1 registrato dalla strumentazione nell’arco di 3 anni (2016-2018)”. I piloni del Cerrano, invece, “non hanno mai raggiunto movimenti attenzionabili nel periodo considerato” e, come l’area sottostante, “sono costantemente monitorati dal punto di vista geotecnico e strutturale: sull’opera sono installati dei particolari sensori che, anche nell’ultimo anno, non hanno mai rilevato alcun tipo di movimento significativo”.
Nel provvedimento viene citata, tra l’altro, una nota che l’Ufficio ispettivo territoriale di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva inviato alla Direzione VII Tronco di Autostrade per l’Italia. Nel documento dell’Ufficio ispettivo, spiega il giudice, “si segnala ‘la presenza di un fenomeno di gravitazione che interessa i pendii in cui è ubicato il viadotto’, il quale sta creando ‘all’interno delle strutture e delle fondazioni uno stato di coazione per il quale sono state prodotte adeguate e circostanziate verifiche globali che dimostrino la capacità del sistema strutturale di resistere'”. Tradotto: il pendio sta lentamente scivolando verso valle e fa pressione sulla parte interrata dei piloni.
Per il giudice, Autostrade non ha fornito “valutazioni documentate e rassicuranti sul raggiungimento di adeguati standard di sicurezza” e quindi “si impone necessariamente, ad avviso dell’Uit di Roma, l’applicazione di una restrizione della transitabilità dell’opera, consistente nel divieto di transito per i veicoli con massa superiore a 35 quintali in entrambe le carreggiate, intervento di contenimento dei rischi connessi alla circolazione stradale, da attuarsi fino a quando non sarà dimostrata l’ottemperanza al raggiungimento degli standard normativi”.
Nel provvedimento si legge ancora che “alla luce delle allarmanti preoccupazioni espresse dall’Uit di Roma circa le precarie condizioni di sicurezza del viadotto Cerrano” è ritenuto “assolutamente necessario, per mitigare i rischi connessi al diffuso ammaloramento dell’opera, intervenire con un intervento di limitazione del carico verticale massimo che potrà transitare sul viadotto in questione”.
“Ciò – aggiunge il gip di Avellino – avuto riguardo, da un lato, alle imponenti dimensioni del viadotto, alto ben 89,7 metri e con l’interferenza della sottostante presenza di una strada, dall’altro, al mancato rilascio dell’autorizzazione sismica al progetto di risanamento presentato da Autostrade per l’Italia, che non consente di ritenere adeguati ai fini della sicurezza gli interventi provvisionali di messa in sicurezza ipotizzati da Autostrade in assenza della prescritta autorizzazione sismica”.
Tutto nasce da tre visite ispettive del ministero delle Infrastrutture eseguite il 19 settembre 2018, il 5 luglio e il 25 novembre scorsi. Nel provvedimento il giudice, citando una nota dell’Ufficio ispettivo territoriale di Roma del Mit, sottolinea che “non è ancora pervenuta all’Uit, ‘sebbene già richiesta nel 2018, la necessaria documentazione che dimostri il raggiungimento di adeguati standard di sicurezza in relazione alle criticità segnalate nel corso delle visite eseguite”. Oggi Autostrade deve consegnare al Mit una nuova relazione sulla struttura, ai fini dell’eventuale riapertura ai mezzi pesanti su sollecitazione dei territori e della Regione Abruzzo, visto il caos che si è creato sulla viabilità ordinaria.
Oltre alle fondamenta, infatti, il Cerrano, a parere degli ispettori ministeriali, presenta un altro problema: “In particolare – scrive il gip – erano stati ‘riscontrati ammaloramenti avanzati, costituiti da ossidazione delle parti metalliche e deformazione di singoli componenti delle cerniere di taglio’, mentre il progetto di risanamento presentato da Autostrade per l’Italia al competente Ufficio del Genio civile per la prescritta autorizzazione sismica, era stato ‘oggetto di osservazioni e richiesta di chiarimenti che di fatto hanno sospeso l’iter autorizzativo”. Di conseguenza, scrive ancora il gip, “anche gli interventi provvisionali ipotizzati dalla società concessionaria ‘per il tempo strettamente necessario alla disinstallazione e conseguente manutenzione delle cerniere presenti, non possono ritenersi adeguati almeno sino a quando non sarà acquisito il richiamato parere antisismico’”.
Autostrade, nella nota in cui smentisce il movimento delle pile, spiega anche che “a seguito di una “verifica di sicurezza globale” recentemente effettuata sul ponte e inviata al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti lo scorso 11 dicembre 2019, oggi sono stati inviati” al Mit “anche gli approfondimenti tecnici relativi alle fondazioni e alle cerniere, realizzati rispettivamente da un pool di esperti dell’università La Sapienza e dall’Istituto Italiano della Saldatura. Anche queste analisi hanno confermato la sicurezza statica della struttura”.
Articolo Precedente
Milano, operai su una gru per protesta: “Non ci pagano da ottobre, noi qui finché non ci pagano”
Articolo Successivo
Sorrento, esposto del Wwf sull’housing sociale: “A Sant’Agnello consentito un intervento vietato negli altri comuni”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Cecilia Sala, i genitori chiedono il silenzio stampa: “La situazione è delicata”. Teheran mette in guardia su Abedini: “L’Italia non segua la politica ostile degli Usa”
Cronaca Nera
Omicidio in pieno centro a Bergamo: ucciso a coltellate il vigilante di un supermercato, originario del Gambia. L’assassino è in fuga
Sport
L’ex sciatrice olimpica Vera Schenone spara al vicino di casa: è ricoverato in gravi condizioni
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il vicedirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il condirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Palermo, 3 gen. (Adnkronos) - Una donna di Catania ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato, di buon mattino, dopo aver trovato accovacciato sul cofano della sua auto un uomo che non ha voluto sentire ragione di scendere dal mezzo per consentire alla proprietaria di andare a lavoro.
L’uomo, un 35enne di origine rumene, ha farfugliato alcune parole alla donna, rimanendo saldamente seduto sul cofano al punto tale che la signora, impaurita, ha messo in moto l’auto per cercare di farlo desistere e poi si è rivolta alla Sala Operativa della Questura di Catania che, prontamente, ha inviato due volanti in suo soccorso. Nel frattempo, viste le rimostranze dell’uomo, la donna ha cercato di portare l’auto, procedendo a passo d’uomo, nella vicina piazza Pietro Lupo. Qui, alla vista degli agenti della squadra Volanti, il 35enne rumeno è balzato giù dall’auto per afferrare una transenna e lanciarla contro il portone degli uffici di Polizia. I poliziotti hanno tentato più volte di bloccarlo nel tentativo di farlo ragionare, ma l’uomo ha più volte opposto una forte resistenza, sferrando un calcio contro una volante, danneggiandola.
Per questa sua condotta il 35enne è stato arrestato, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e condanna definitiva, e, a seguito di rito direttissimo, l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto applicando nei suoi confronti la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Lunedì 6 Gennaio alle ore 11 in via Nomentana 361, a Roma, il Partito radicale convoca una manifestazione a sostegno della liberazione di Cecilia Sala.
"Dopo aver manifestato per quasi due anni davanti all'ambasciata iraniana contro il regime oppressivo, violento e misogino degli Ayatollah nei confronti del suo popolo - si legge in una nota di Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito radicale -, non possiamo rimanere inermi nei confronti di una nostra concittadina ostaggio di pericolosi criminali. Abbiamo piena fiducia nel lavoro che sta svolgendo la Farnesina con il ministro Antonio Tajani ed è proprio in quest'ottica che intendiamo supportare il prezioso lavoro che si sta svolgendo in queste ore. L'appuntamento è lunedì 6 davanti all'ambasciata".
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "La convocazione di un ambasciatore alla Farnesina è uno strumento molto importante e assai riconoscibile sul piano diplomatico per esercitare una pressione su uno Stato. C’è da dire che Tajani ha sempre utilizzato questo strumento con parsimonia, forse eccessiva, e dunque spesso con ritardo. Speriamo in futuro voglia essere più deciso, specie quando ci sono in gioco interessi vitali e che non si debba attendere, per esercitare questo passo, l’intervento delle opposizioni". Lo dice Ivan Scalfarotto, senatore e responsabile Esteri di Italia viva.