Una lettera per chiedere all’Unione europea di bloccare le modifiche alle concessioni autostradali introdotte col decreto Milleproroghe. È l’iniziativa di alcuni investitori europei di Atlantia, che secondo quanto filtra dalle agenzie di stampa stanno per inviare alla Ue (in particolare alla commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, al vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e al commissario Ue per il Mercato Interno, Thierry Breton) una missiva di protesta contro la norma del governo. “Questa misura è ragione di seria preoccupazione per noi e per l’intera comunità degli investitori in quanto compromette del tutto la prevedibilità normativa, scoraggiando gli investimenti e restringendo senza giustificazione la libera circolazione dei capitali” si legge nella lettera, dove è auspicato un intervento di Bruxelles. La conferma dell’obiettivo è nel prosieguo del documento: secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, nel testo si ricorda che l’articolo 35 del decreto Milleproroghe è similare alla modifica unilaterale fatta alle concessioni nel 2006 del governo Prodi, occasione in cui la Commissione europea aveva aperto una procedura di infrazione perché non veniva rispettato il concetto del diritto comunitario del ‘pacta sunt servanda’ (i patti devono essere osservati). Nella missiva gli investitori chiedono quindi un intervento “urgente” della Commissione Ue per ristabilire il “rispetto del diritto comunitario” che – sempre secondo gli investitori – l’articolo 35 del Milleproroghe ha “sovvertito”.
L’indiscrezione sull’esistenza e sul prossimo invio della lettera all’Unione europea è arrivata nel giorno in cui Standard&Poor’s ha tagliato il rating di Atlantia a livello “junk“, cioè spazzatura. L’agenzia americana ha ridotto il rating da BBB- a BB- con outlook negativo. Nei giorni scorsi già Fitch e Moody’s avevano abbassato il rating della holding della famiglia Benetton, controllante di Autostrade, sotto l’investment grade dopo che il decreto Milleproroghe ha cambiato le regole per la revoca della concessione, tagliando pesantemente l’indennizzo dovuto ai concessionari che ora – secondo gli analisti – calerebbe da 23 a 7 miliardi di euro.
Oltre al rating di Atlantia, S&P ha tagliato anche quello di Autostrade da BBB- a ‘BB- e quello di Aeroporti di Roma da BBB- a BB+. Entrambe le società perdono la tripla BBB e scendono sotto l’investment grade. Ridotto anche il rating di Abertis, che scende da ‘BBB’ a ‘BBB-‘. L’agenzia di rating ricorda che con il Milleproroghe “il processo di fine o revoca dei contratti di concessione è meno costoso” per lo Stato e “non soggetto a un pagamento tempestivo da parte del concedente”. La norma, sottolinea, “colpisce negativamente” Autostrade e Atlantia “incrementando il rischio della fine della concessione” con “conseguenze e una liquidazione difficile da prevedere”. “Se la concessione fosse risolta o revocata – aggiunge Standard&Poor’s – ci aspettiamo un lungo contenzioso legale alla luce del fatto che la concessione inizialmente assicurava una forte protezione legale ad Autostrade anche nel caso di cambiamenti nel quadro regolatorio”. Il rating di Atlantia è stato messo da S&P in “Creditwatch negativo”: insomma l’agenzia Usa “potrebbe abbassare i rating di oltre un notch (gradino) se i rischi di liquidità per Atlantia aumentassero”. Un’eventualità che verrebbe a determinarsi in caso di “risoluzione o revoca, o in caso di domanda di un rimborso accelerato da parte dei creditori”. Oltre che dei rischi di liquidità i rating potrebbero risentire anche dalle “indagini in corso relative al crollo del ponte di Genova e al ruolo di Autostrade nella gestione e manutenzione della sua rete infrastrutturale”.