Il governo prenderà “presto” una decisione sulla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Il premier Giuseppe Conte lo annuncia nel corso della sua intervista al Corriere della Sera, confermando quanto raccontato oggi dal Fatto Quotidiano in edicola: il provvedimento è pronto per il Consiglio dei ministri della prossima settimana. Il presidente del Consiglio sottolinea che “sono emerse gravissime inadempienze nella gestione delle infrastrutture autostradali” da parte della società controllata dalla holding Atlantia, i cui azionisti di maggioranza sono i Benetton, e che “in uno stato di diritto la sicurezza dei cittadini è al primo posto“. Risolto il nodo Autostrade, nel governo però resterà lo stallo, con altre questioni in sospeso – a partire dalla giustizia – e con le imminenti elezioni in Emilia-Romagna (il 26 gennaio). Il confronto tra le forze di maggioranza però “slitterà alla fine di questo mese”, spiega lo stesso Conte, promettendo però che l’azione dell’esecutivo riprenderà presto con un primo obiettivo: “Realizzeremo un’ampia riforma dell’Irpef e accelereremo il piano degli investimenti, creando una più intensa sinergia tra pubblico e privato”. Il voto regionale invece non sarà un ostacolo e “non decide del destino del governo nazionale”.
A breve quindi, dopo aver ‘cancellato’ le penali da versare ai concessionari in caso di revoca per inadempimento con il decreto Milleproroghe, il governo comunicherà la sua decisione su Autostrade che “poggerà su solide basi tecnico-giuridiche”, assicura il premier al Corriere della Sera. “La vocazione di questo governo è di tutelare l’interesse pubblico, non di assicurare un futuro vantaggioso ai concessionari privati, tanto più se inadempienti”, aggiunge Conte, ricordando che “quando ci sono interessi pubblici così evidenti e 43 vittime (per il crollo del Ponte Morandi, ndr) eviterei di richiamare a sproposito formule come ‘certezza del diritto’ o ‘stato di diritto'”. Resta più difficile arrivare subito a una soluzione per Alitalia: “È venuto il momento di lavorare a una seria opera di ristrutturazione che ponga la compagnia in grado di poter competere efficacemente sul mercato dei trasporti”, spiega il premier.
Il governo però è innanzitutto alle preso le riflessioni interne al Partito democratico e al Movimento 5 stelle: “Non tiriamo per la giacca Di Maio e lasciamo al Movimento il tempo di completare serenamente questo processo di riorganizzazione interna”, dice Conte. Che cerca di togliere valenza nazionale al voto in Emilia-Romagna e racconta che “da un primo scambio con le forze politiche ho compreso che conviene attendere ancora alcuni giorni per dare il tempo a tutti di elaborare un’ampia riflessione”. Poi, a fine gennaio, ci sarà l’atteso confronto: “L’importante è ripartire con maggiore coesione, chiarezza di obiettivi, massima determinazione. Vogliamo che l’Italia torni a correre”. Tra i primi punti del “cronoprogramma” del premier c’è “un’ampia riforma dell’Irpef”. Ma Conte confida molta anche “nei frutti dell’azione di lotta all’evasione. Anche per questo abbiamo investito ben 3 miliardi di euro per incentivare i pagamenti digitali, perché se tutti pagano le tasse, tutti pagheranno meno”. “Avremo anche più tempo per operare un’oculata revisione delle spese improduttive“, annuncia il premier.
Il cronoprogramma a cui pensa Conte comprende anche “la semplificazione di tutti procedimenti amministrativi”, ribaltando il paradigma “inefficiente” per cui “più controlli ci sono e più garanzie abbiamo di tutelare l’interesse pubblico. Non è affatto vero”, sostiene. Il premier poi rilancia l’idea di “un Piano Casa specificamente dedicato alle giovani coppie: abbiamo un grande patrimonio immobiliare pubblico spesso inutilizzato che può essere trasformato in un nuovo modello di edilizia residenziale, aiutando le famiglie e contrastando la denatalità”. E parladno della green economy non dimentica l’ex Ilva: “In settimana la Commissione Ue presenterà il piano per la transizione energetica. Ci stiamo adoperando perché l’Ilva sia al centro di questo piano”.
Nel corso dell’intervista al Corriere non mancano anche due riferimenti agli ex alleati della Lega. Il primo è sul referendum per il taglio dei parlamentari, con i senatori salva-poltrone che hanno ottenuto l’appoggio fondamentale del Carroccio per arrivare alle firme necessarie: “Sollecitare il pronunciamento dei cittadini è cosa in sé pienamente legittima”, premette Conte, ma se “questo percorso referendario viene sollecitato anche da partiti, come la Lega, che sin qui hanno sostenuto questa riforma e adesso provano a metterla in discussione sperando di destabilizzare il governo, allora vi è qualcosa che non torna. Non credo che i cittadini premieranno espedienti ispirati a mera convenienza elettorale“, aggiunge il premier. Che poi si solleva da responsabilità dirette sul caso della nave Gregoretti che coinvolge Matteo Salvini: “Tutta la fase decisionale riguardante lo sbarco è stata gestita dall’allora ministro dell’Interno, che l’ha anche rivendicata, come attestano le dichiarazioni pubbliche dell’epoca”.