Ogni tanto, a volte per caso, è necessario riflettere sul significato delle parole. Specialmente quando dobbiamo spiegare ai nostri figli, ai nostri giovani, il significato delle idee, dei sogni utopici rimasti attaccati nelle nostre anime. Nel rumore prodotto dal nuovo pseudosocialismo fondato su Twitter, Facebook, Instagram ed altre diavolerie, qualche sussurro di pensiero anche bizzarro forse non disturba.

Ed ecco che quando mi trovo a spiegare a mia figlia 18enne il significato della parola “comunismo“, mi vien fuori la sua unica declinazione possibile oggi: “eco-munismo”. Oggi le due radici che giustificano la parola, nel momento in cui la Comunità è divenuta globale e senza tempo, possono essere ECOlogia e Munirsi, nel senso legato alla sicurezza. Beppe Grillo lo ha spiegato a suo modo, scavando la buca in spiaggia con il caschetto in testa. E’ di fatto il primo degli Eco-munisti apparso sulla scena del panorama ideologico che ci aspetta. Dimostra che la lotta di classe oggi è secondaria rispetto alla lotta di resistenza per la salvezza ecologica. La stessa cosa dimostrano i movimenti di Greta e le Sardine.

Tutti non possiamo che diventare Ecomunisti. In verità già nell’America degli anni ’90 l’ecomarxismo (creato dal filosofo O’Connors) aveva diversi profeti e seguaci, per lo più sconosciuti perché non esistevano i social. Beppe Grillo ha capito, come sempre in anticipo di qualche decennio su tutti, che il vero scontro sarà tra negazionisti del riscaldamento globale e partigiani verdi (così mi piace chiamarli), che lottano per la difesa dell’ambiente.

La trincea sulla spiaggia è la metafora perfetta del “prepararsi, munirsi”. Da Venezia, all’Australia, ai venti di guerra trumpisti, alla stessa Amazzonia, a Taranto, alle continue alluvioni e bufere arriva un solo segnale: bisogna pre-munirsi difronte ai disagi futuri che questo modello di sviluppo finora imperante sta provocando. Munirsi vuol dire predisporsi a garantire la sicurezza dei nostri figli. Ecco perché oggi che non possiamo uscire di casa in città pregne di Pm10 ci viene in mente la trincea nella sabbia del nostro grillo parlante.

Siamo tutti Ecomunisti quando usciamo in bici, o boicottiamo la plastica o semplicemente chiudiamo prima il rubinetto della doccia. E’ il nostro Dna che ci spinge ad esserlo anche quando siamo governati da coloro i quali negano che tutto alla fine possa divenire irrisolvibile: i grandi negazionisti. Le sommosse contro il leader australiano, negazionista d’eccellenza, contro il leader iraniano – inizialmente negazionista anch’egli sull’abbattimento dell’aereo ucraino -, contro lo stesso Trump (il più negazionista di tutti, capace di cominciare la guerra e poi cercare la pace) ci dimostrano che esiste una Internazionale Ecomunista, che si muove magmatica e sotterranea, ma che all’improvviso spunta fuori e costringe anche i più riottosi ad ammettere i propri errori.

Gli ecomunisti sono costretti a scavare buche per proteggersi, a rimuovere acqua e fango, a spegnere incendi, a contrastare la siccità, ad impedire devastazioni mai viste, a proteggere la bellezza della natura. Sono custodi delle dune, sentinelle degli ulivi e protettori di boschi. La loro arma è micidiale, con munizioni infinite: il buonsenso!

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