I reati contestati sono, a vario titolo, peculato d’uso, abuso d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche
Nel giorno in cui la Cassazione sostiene che non esistevano elementi per la misura nei confronti del sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, i carabinieri di Reggio Emilia, su ordine della procura, hanno notificato a 26 persone l’avviso di fine indagine dell’inchiesta denominata Angeli e Demoni sui presunti affidi illeciti nella Val d’Enza e che portò a una serie di misure. I capi di imputazione contestati dalla Procura reggiana nell’atto che di solito prelude a una richiesta di rinvio a giudizio sono 108. Tra gli indagati è rimasto anche il sindaco di Bibbiano.
Il caso Bibbiano scoppia il 27 giugno, quando i carabinieri eseguono 18 misure cautelari in un’inchiesta della Procura di Reggio Emilia su un presunto giro di affidi illeciti nella Val d’Enza reggiana. Nei guai finiscono assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi. Agli atti, secondo i pm, ci sarebbero stati lavaggi del cervello ai bambini per raccontare abusi che non ci sono mai stati, relazioni dei servizi sociali falsate e quindi, questa l’accusa principale, minorenni illegittimamente tolti alle famiglie naturali e riaffidati: un business da migliaia di euro. Nelle carte comparivano anche l’uso di una macchinetta dei ricordi, con impulsi elettromagnetici e elettrodi applicati su mani e piedi dei bimbi: un sistema che serviva per alterare lo stato della memoria in prossimità dei colloqui. Ma anche i regali e le lettere dei genitori naturali nascosti in un magazzino, i disegni dei bambini contraffatti per descrivere molestie mai subite in famiglia.
I reati contestati sono, a vario titolo, peculato d’uso, abuso d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sono stati confermati tutti i capi di imputazione al centro delle misure cautelari, alcuni integrati nel frattempo. Le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri coordinati dal pm Valentina Salvi e dal procuratore Marco Mescolini, hanno visto lo stralcio di quattro posizioni, di cui una già archiviata. Per un indagato c’è consenso alla richiesta di patteggiamento, con udienza fissata il 27 gennaio davanti al giudice per le indagini preliminari. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per essere interrogati o produrre memorie e poi la Procura deciderà se procedere con le richieste di rinvio a giudizio. Le posizioni stralciate riguardano il direttore dell’Ausl reggiana, Fausto Nicolini, l’addetta stampa dell’azienda sanitaria locale Federica Gazzotti, l’ex sindaco di Cavriago nonché già presidente dell’Unione Val d’Enza Paolo Burani e l’avvocato Marco Scarpati – per il quale è stata già avanzata e accolta la domanda di archiviazione. Esce parzialmente ridimensionata, con la caduta di due capi di imputazione su quattro inizialmente contestati, la posizione di Carletti. Il primo cittadino Pd, difeso dal professor Vittorio Manes e dall’avvocato Giovanni Tarquini, resta dunque indagato di un’ipotesi di abuso di ufficio e di un’altra di falso, mentre non sono più presenti due imputazioni di abuso di ufficio in concorso.
Carletti risponde di irregolarità sull’affidamento del servizio sociale. Tra l’altro, secondo la Procura di Reggio Emilia contribuì a rendere possibile lo stabile insediamento di terapeuti della onlus Hansel e Gretel all’interno dei locali della struttura pubblica ‘La Cura’, pur consapevole dell’assenza di una procedura ad evidenza pubblica e dell’illiceità del sistema. Avrebbe inoltre sostenuto, “nella permanenza di tali illecite condizioni” la attività e l’ampliamento delle attribuzioni a favore del centro studi anche attraverso pubblici convegni organizzati a Bibbiano.