“Nel piano di investimenti del Green New Deal daremo la priorità ai settori e alle regioni che affronteranno le sfide più grandi e dovranno fare gli sforzi maggiori”. Così la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen è intervenuta nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, dove si sta discutendo del meccanismo del Just Transition Fund, il fondo che sarà stanziato per la transizione energetica delle aree che nel continente sono maggiormente dipendenti dalle industrie inquinanti. A prendersi la fetta più grande saranno Germania e Polonia, per le loro regioni dipendenti dal carbone, ma anche l’Italia ha messo gli occhi sul fondo e punta ad avere 4 miliardi di euro per quattro regioni: la maggior parte serviranno per lo stabilimento dell’ex Ilva in Puglia, ma una parte finirà anche in Sardegna. E poi probabilmente in Lombardia e Piemonte.
Al parlamento riunito in plenaria la nuova presidente della commissione europea presenta il Green deal, cioè un piano complessivo da mille miliardi di euro d’investimenti verdi per i prossimi dieci anni che dovrà essere la misura bandiera della presidenza von der Leyen. La bozza del piano prevede che almeno il 25% del bilancio Ue sia destinato a progetti verdi. Una cifra che equivale a 485 miliardi di euro fino al 2030. Poi altri 115 miliardi arriveranno dal cofinanziamento nazionale, mentre per raggiungere quota mille miliardi ci saranno i finanziamenti della Banca europea per gli investimenti e quelli dei privati attraverso un piano apposito, InvestEu. La dotazione del Green Deal è infine completata appunto dai cento miliardi del fondo di transizione energetica fino al 2027. Il Just Transition Fund punta ad attenuare le conseguenze economiche e sociali della transizione all’economia verde, che dovrebbe comportare una progressiva riduzione del consumo di combustibili fossili e un passaggio a tecnologie meno inquinanti in tutti i settori.
Von der Leyen, dopo aver definito le priorità del fondo, si è rivolta direttamente alla presidenza del Consiglio europeo, affidata fino a giugno alla Croazia, esortandola ad agire: “I sei mesi della presidenza croata saranno cruciali anche per la transizione climatica ed ecologica: non abbiamo più bisogno di parlare di urgenza e di obbligo di agire, non più, perché dobbiamo passare all’azione e mettere in atto il nostro patto verde per l’Europa, il lavoro per farlo inizia oggi”.
Poi, allargando lo sguardo allo scenario internazionale, ha ricordato l’importanza del dialogo e della diplomazia: “Le sfide attorno a noi diventano più pericolose, più forti, più intense, io penso che siano le forze costruttive ad avere la meglio su quelle distruttive e ogni volta che c’è la violenza la si può arrestare solo se si riapre il dialogo ed è questa è la forza dell’Ue, la forza del dialogo e la forza diplomatica in grado di concentrasi per una de-escalation“. Infine, sul bilancio Ue, ha aggiunto: “Cercheremo di trovare un accordo per un bilancio pluriennale equilibrato, ma abbiamo bisogno che sia un bilancio moderno”.