Avevano l’indennità di accompagnamento ma si esibivano in balli di gruppo. Oppure si dichiaravano ciechi, ma erano in grado di leggere le lettere prese dalla cassetta delle poste. O ancora, persone incapaci di camminare da sole ma che guidavano l’auto: sono le accuse ai presunti falsi invalidi che hanno beneficiato illecitamente di indennità previdenziali o assistenziali grazie a un’organizzazione, scoperta dalla Guardia di Finanza, che operava nel Palermitano e si occupava della trafila per ottenere il sussidio, ovviamente dietro lauto pagamento. Due persone sono state arrestate: Antonino Randazzo, pensionato di 57 anni, di Terrasini e Filippo Accardo, 48 anni, di Camporeale, titolare di due Centri di assistenza finanziaria a Palermo.
Denunciati una decina tra dipendenti pubblici, medici generici e specialisti, componenti delle commissioni mediche delle asl e responsabili di caf.
Gli investigatori del Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo PEF di Palermo hanno svelato un sistema consolidato negli anni, collaudato al punto che chi si rivolgeva a loro riteneva che fosse l’unica strada per l’ottenimento delle indebite prestazioni previdenziali. Gli accertamenti disposti dalla Procura di Palermo hanno consentito di individuare le tappe che seguivano gli indagati: prima la ricerca dei “potenziali clienti”, individuando coloro che apparivano “bisognosi” e “disponibili” a richiedere un “aiuto” per ottenere riconoscimenti pensionistici o assistenziali. Poi, una volta stabilito il contatto con “il candidato all’invalidità”, gli indagati lo indirizzavano a medici compiacenti che avrebbero redatto i certificati necessari ad attestare la sussistenza delle patologie “utili” per l’ottenimento delle indennità.
Inoltre, aiutavano i “clienti” a evitare la visita medica collegiale: in alcuni casi veniva formalmente attestata l’impossibilità di allontanarsi da casa, in modo da ottenere la visita domiciliare, di cui conoscevano in anticipo i dettagli. A quel punto venivano istruiti a dovere su come comportarsi: farsi trovare a letto con luce e tv spente, mandare un familiare ad aprire la porta e ostentare l’incapacità di muoversi. Ottenuti i benefici, gli organizzatori della truffa passavano alla riscossione: avevano infatti un vero e proprio “tariffario” prestabilito, di solito pari agli arretrati erogati dall’Inps. Entrambi sono accusati di concorso in truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica, traffico di influenze illecite. Sequestrati anche 100mila euro, pari al profitto illecito stimato fino ad ora.