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Regionali Puglia, Matteo Renzi va da solo: “Emiliano non sarà il candidato di Italia Viva. Sceglieremo Teresa Bellanova? Non credo”

La decisione era nell'aria ed è stata annunciata dall'ex premier a La7: "La Puglia del governatore è l’emblema dell’alleanza culturale con il grlillismo: Ilva, Tap, la Xylella, la Banca popolare di Bari che non doveva diventare una Spa"
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Italia Viva non appoggerà la corsa di Michele Emiliano alle Regionali in Puglia. E correrà da sola, appoggiando un proprio candidato. La decisione era nell’aria ed è stata annunciata da Matteo Renzi. La scelta è stata spiegata così dall’ex premier, da anni in netta contrapposizione con il presidente uscente del Consiglio regionale pugliese: “È l’emblema dell’alleanza culturale con il grlillismo: Ilva, Tap, la Xylella, la Banca popolare di Bari che non doveva diventare una Spa. Pesenteremo un candidato diverso da Emiliano”.

Alla domanda su chi sarà il candidato di Italia Viva in Puglia, Renzi durante L’Aria che Tira su La7 ha risposto: “Lo annunceremo a febbraio, dopo le elezioni in Emilia-Romagna”. E allontana – ma non seppellisce – l’ipotesi di candidare Teresa Bellanova, brindisina e già in corsa alle Politiche del 2018 in un collegio uninominale salentino nel quale raccolse appena il 17% dei voti venendo paracadutata in Parlamento grazie al listino bloccato in Emilia-Romagna: “Fa il ministro e lo fa bene, ed è anche il presidente di Italia Viva. Non credo”.

Italia Viva aveva già criticato le Primarie della scorsa domenica, vinte da Emiliano con il 70 per cento delle preferenze contro Elena Gentile, Fabiano Amati e Leonardo Palmisano. Quanto annunciato da Renzi ne è la diretta conseguenza. Del resto, l’ex premier e il governatore uscente guerreggiano da anni e la loro rivalità – non solo formale alla corsa della segreteria del Pd – ha raggiunto momenti di grande tensione.

Come nel novembre 2016 quando dalla legge di Bilancio scomparvero 50 milioni di euro per l’emergenza sanitaria di Taranto con parere negativo del governo, all’epoca presieduto proprio da Renzi. Mancavano poche settimane al referendum sulla riforma costituzionale ideata dall’allora premier ed Emiliano era tra i sostenitori del ‘no’.

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