“Craxi è una grandissima figura di questo Paese, un gigante rispetto ai politici di oggi, anche se non provengo da quella cultura politica. E riconosco anche che lui ha avuto più coraggio di tanti altri. Io non la penso come i populisti, perché sono abituati a dare giudizi in bianco e nero”. Sono le parole del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ospite de “L’aria che tira”, su La7. Che aggiunge: “Non possiamo ignorare che la giustizia italiana ha condannato Craxi con sentenza passata in giudicato. Ma onestà intellettuale vuole che si dica che Craxi è stato condannato col presupposto secondo cui non poteva non sapere, cioè non è stato trovato coi soldi per sé e per i fatti suoi“. Ma le sentenze smentiscono queste parole. In quella All Iberian, per esempio, si legge che “Craxi è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell’apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito finanziamento quale deputato e segretario esponente del Psi. La gestione di tali conti…non confluiva in quella amministrativa ordinaria del Psi, ma veniva trattata separatamente dall’imputato tramite suoi fiduciari”.
Il senatore elogia prima l’interpretazione di Pierfrancesco Favino, pur non avendo visto il film di Gianni Amelio, “Hammamet”, e precisa: “Mi sono avvicinato alla figura di Craxi quando ero studente. Ho preso la maturità nel ’93 e in quegli anni tutti noi studenti delle scuole superiori vedevamo in Craxi il male. C’era un racconto, quasi un pensiero unico contro Craxi anche nei giornali. Faceva eccezione forse solo “Il Giorno” di Paolo Liguori, ma tutti gli altri giornali erano contro Craxi. Eppure Craxi ha scritto pagine pazzesche di riformismo nella storia della Repubblica italiana”.
E aggiunge: “Io erede della tradizione riformista di Craxi? No, bisogna essere molto onesti intellettualmente. Se ci paragoniamo ai politici di oggi, noi di Italia Viva abbiamo tutte le nostre carte da giocare. Ma con la stessa onestà intellettuale dico che certi personaggi del passato, rispetto ai politici di oggi, come me, loro sono dei giganti. Mi riferisco a Craxi, a Moro, a De Gasperi. Non metterei nel mio Pantheon Craxi, perché vengo da una cultura che ha sempre visto Craxi come avversario. Ma conoscendo di più la sua storia, dico che Craxi deve stare comunque a un posto incredibile della storia del Paese”.