Durante l’indagine della Guardia di finanza, il procuratore Nicola Gratteri e i pm Domenico Guarascio e Paolo Sirleo hanno registrato “numerosissimi contatti" Ottavio Rizzuto, presidente della Banca Banca di Credito cooperativo del Crotonese, e due politici cosentini di lunga esperienza
Dalle carte dell’inchiesta “Thomas”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, “l’anello di congiunzione tra gli ambienti della politica e quelli della imprenditoria mafiosa” è Ottavio Rizzuto, l’attuale presidente del consiglio di amministrazione della Banca di Credito cooperativo del Crotonese ed ex dirigente dell’area tecnica del Comune di Cutro dal 2007 al 2015. Durante l’indagine della Guardia di finanza, il procuratore Nicola Gratteri e i pm Domenico Guarascio e Paolo Sirleo hanno registrato “numerosissimi contatti tra Rizzuto e due politici cosentini di lunga esperienza, Giuseppe Tursi Prato e Nicola Adamo”, quest’ultimo marito della deputata del Pd Enza Bruno Bossio. Tursi Prato è l’ex consigliere regionale condannato anni fa per reati di mafia e oggi arrestato di nuovo nell’indagine della procura di Salerno collegate all’inchiesta “Thomas”che ha portato all’arresto del presidente della Corte d’assise d’appello di Catanzaro, Marco Petrini. Tursi Prato è stato consigliere regionale ed è stato condannato invia definitiva per mafia.
Oltre a essere ex vicepresidente della Regione, invece, Adamo è stato parlamentare della Repubblica. Uomini che per una vita hanno rappresentato le istituzioni con le quali sono rimasti in contatto anche quando non avevano più incarichi politici. Secondo gli inquirenti che li accusano di traffico di influenze, infatti, Tursi Prato e Adamo, “per il loro ruolo politico nel panorama regionale, sono senz’altro interessati ad espandere il loro consenso anche nel crotonese”. L’uomo giusto per fare questo è Ottavio Rizzuto che, il 6 ottobre 2016, chiede a Giuseppe Tursi Prato di sponsorizzarlo con Nicola Adamo: “Io sono un amico serio gli devi dire a Nicola, non ti pensare che sono un ‘chiachiello’ Pinù… questo è il passaggio, io ci tengo moltissimo se facciamo questo, voi avete a Crotone un suddito, un suddito, ma al di là dell’opportunità che ci sarà sempre, il problema è che per me è una cosa personale, hai capito qual è il problema… Nico io divento tuo suddito a Crotone, allora non hai capito, guarda che io sono un tipo che quando stringo la mano, stringo la mano Nicò eh, okay?”.
La storia è sempre la stessa. Da una parte i voti per i politici e dall’altra il denaro pubblico per gli imprenditori. Nel mezzo c’è Rizzuto e quelli che i magistrati definiscono i “rilevanti flussi finanziari provenienti dagli appalti pubblici per i quali l’imprenditoria mafiosa sarà Grata con la garanzia di voti che il Rizzuto canalizzerà verso i suoi referenti politici”.
“Soldi ce ne sono a strafottere”. L’esponente del Bcc, arrestato con l’accusa di essere un concorrente esterno della cosca Grande Aracri di Cutro, non ha dubbi e per questo cerca di essere il più convincente possibile mentre parla con Tursi Prato: “Oi Pino, io c’ho un giocattolo nelle mani che lo posso fare andare come cazzo voglio, e quando tu tieni la banca… io più in questo momento deve capire Nicola Adamo che a Crotone sono uno che conta… che io non ti pensare che gli faccio i favori alle persone… per i voti gli faccio i favori, che il potere mio è politico”. In sostanza Ottavio Rizzuto si presenta ai due politici come un “servo vostro”. Secondo i pm, Rizzuto ha “ben compreso che può trarre grandi vantaggi dai sui rapporti con Tursi Prato e Adamo e non nasconde le proprie ambizioni, mettendo a disposizione la sua influenza nel mondo finanziario ed imprenditoriale”.
Ci sarebbe stato anche un incontro a Cosenza tra i due politici e il presidente del consiglio di amministrazione della Banca di Credito cooperativo del Crotonese. Lo dice lo stesso Rizzuto in una conversazione con l’imprenditore Maurizio Iembo: “Abbiamo fatto l’incontro io, Pino Tursi Prato e Nicola Adamo. Mi ha detto: ‘Ottà, siccome tu sei intelligente, che riesci a spendere, noi ti diamo degli input e tu ci devi preparare determinate situazioni. Ci devi fare da garante a noi’. Ci ho detto: ‘Voi, basta che mi mandate i soldi e il garante sono io, non dovete avere problemi, che poi so io come distribuire a persone altamente affidabili’”.
“Nella lista di Crotone – continua Rizzuto – avevo inserito tre persone: Maurizio Iembo, Chiannetto Mazzei (da ricondursi a Giovanni Mazzei) e Maurizio quello che teneva i trasporti, Maurizio D’Alfonso, che sono le tre persone che mi fido ciecamente. Hanno detto: ‘Ok’ …omissis stanno preparando un business, un business grosso, di cui ci sono quasi 2 milioni e mezzo di euro di impianti e illuminazione, che una volta che l’ha preso ‘a’, ‘a’ può dare l’affidamento diretto, non so se hai capito. Là si tratta tutto di saper gestire gli interessi insomma, questa è, in sostanza, la panta. Allora io te lo voglio presentare, per dire: ‘A Crotone, dove ci sono gli impianti elettrici, gli impianti etc, convocate a lui (riferito a Iembo Maurizio), che ne risponde e se non risponde lui, rispondo io”.
Con un altro imprenditore, Ottavio Rizzuto si spinge anche oltre. Mentre sono a bordo di una Mercedes, Rizzuto dice a Giovanni Mazzei: “Mi hanno chiamato a Cosenza Pino Tursi Prato, Nicola Adamo e all’onorevole, la moglie e mi hanno fatto un ragionamento e mi hanno detto: ‘Siccome tu… tu mi devi garantire che i soldi’… ‘Non ti preoccupare’ ci ho detto, ‘pare che è la prima volta che lo faccio, io l’ho fatto sempre nella mia vita’, ci ho detto. ‘Guardate che io, quando prendiamo impegni, se si deve sottoscrivere una cosa è poi cazzo mio a mantenere la cosa’. Io vorrei solamente che tu ti colleghi con Pino Tursi Prato … te lo faccio io il passaggio, hai capito, oi Pino, questo qua devi fare finta che sono io, che cazzo ti devo dire di più, che io i padroni li rispetto, non sono come te”.
In sostanza, scrivo il gip di Catanzaro Giulio G. De Gregorio nell’ordinanza, “Rizzuto lascia intendere che il suo compito è mediare, creare la congiunzione, assicurare la triangolazione informativa e discorsiva ed annuncia uno stanziamento di 75 milioni di euro per le aree di Crotone, Gioia Tauro, Corigliano e Rossano”. “75 milioni – dice Rizzuto intercettato dalle Fiamme gialle – che vanno a contrattare loro”. Nell’agosto 2017 è Tursi Prato che parla con Nicola Adamo sia di Rizzuto che dell’imprenditore Mazzei di Crotone. “Tu devi sapere che Ottavio è una persona perbene, è una persona molto stimata … ma aldilà che fa il presidente della banca, ha una rete di amicizie molto importanti, ma importanti: anche di peso”. Il riferimento è all’imprenditore Mazzei: “Questo signore… però lo dico a te ma non ne fare parole, questo signore ha depositato alla banca sua 40 milioni di euro in contanti, è una potenza … … è un grosso imprenditore. Ha non so quanti dipendenti… nooo… Mazzei”.
“Glielo vogliamo fare conoscere a Nicola? Che può essere un punto di riferimento per il partito”. La proposta sarebbe stata avanzata da Ottavio Rizzuti a Pino Tursi Prato. E quest’ultimo, a ruota, lo dice a Nicola Adamo: (Mazzei, ndr) “Si fida solo di Ottavio.., ha detto ce lo vogliamo far conoscere a Nicola, ha detto e mettere a disposizione di Nicola in tutti i cazzi di cose che vogliamo fà?”.