Una decisione contestata dalle difese degli imputati che hanno presentato ricorso in Cassazione. Il processo è stato fissato al prossimo tre marzo davanti al primo collegio, e non più il secondo, della ottava sezione collegiale, al quale era stato inviato il fascicolo soltanto per un errore
È stato rinviato al 3 marzo il processo per il caso Consip che vede imputati, tra gli altri, l’ex ministro dello Sport ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, accusato di favoreggiamento e l’ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. A processo ci sono anche Emanuele Saltalamacchia, all’epoca dei fatti comandante dei Carabinieri della legione Toscana, per favoreggiamento, così come l’ex presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni e l’imprenditore Carlo Russo.
L’udienza in programma questa mattina è durata pochi minuti dopo che il tribunale ha disposto trasferimento del procedimento ad altro collegio. Una decisione contestata dalle difese degli imputati che hanno presentato ricorso in Cassazione. Il processo è stato fissato al prossimo 3 marzo davanti al primo collegio, e non più il secondo, della ottava sezione collegiale, al quale era stato inviato il fascicolo soltanto per un errore. Durante l’udienza preliminare l’ex carabiniere del Noe, Gianpaolo Scafarto – che era stato il perno del fascicolo sulle presunte falsificazioni ai danni di Tiziano Renzi, papà dell’ex premier – era stato prosciolto insieme al colonnello Alessandro Sessa.
L’iscrizione di Lotti sul registro degli indagati risale al 21 dicembre del 2016, il giorno dopo l’audizione, davanti ai pm di Napoli, John Woodcock e Celeste Carrano, nella quale l’ex ad Consip Luigi Marroni, il grande accusatore dell’inchiesta, aveva ammesso di aver saputo dall’allora ministro, dell’indagine in corso sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione. Il fascicolo passò subito a Roma per competenza e il 27 dicembre Lotti si presentò a Piazzale Clodio per essere sentito dagli inquirenti. Anche Vannoni secondo la procura avrebbe parlato in più occasioni a Marroni dell’inchiesta. E per quanto riguarda Russo, risponde di millantato credito per aver detto ad Alfredo Romeo di avere conoscenze politiche, tra le quali quelle con la famiglia dell’allora premier Matteo Renzi, facendosi promettere da lui 100mila euro annui come prezzo per la sua mediazione. Nell’ambito della stessa vicenda la procura ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per millantato credito a carico di Tiziano Renzi. Il generale Del Sette era stato tirato in ballo dall’ex presidente Consip Luigi Ferrara al quale avrebbe detto dell’indagine sull’imprenditore Alfredo Romeo, e anche il generale Saltalamacchia secondo quanto detto da Marroni, avrebbe rivelato informazioni riservate sull’indagine in corso.
Nell’ambito di questo processo i pm hanno depositato una lista di persone, tutte non indagate, da sentire in udienza. Come racconta Il Fatto Quotidiano in edicola tra loro anche l’ex capogruppo Pd Ettore Rosato (cordinatore di Italia Viva) e Roberto “Billy” Bargilli, l’autista del camper di Renzi per le primarie del 2012. I pm vogliono sentire Matteo Renzi “in ordine a quanto da lui conosciuto in relazione ai fatti di cui alle imputazioni e in particolare su quanto dichiarato a sommarie informazioni rese il 5 aprile e il 20 giugno 2018”. Sono le date in cui l’ex premier è stato convocato come persona informata sui fatti.