Politica

Prescrizione, Pd-M5s-Leu sopprimono pdl Costa che annulla riforma Bonafede. Italia viva vota con Fi e attacca i dem: “Si sono grillizzati”

Strappo nella maggioranza in commissione Giustizia alla Camera: i renziani si schierano con gli azzurri contro lo stop della prescrizione dopo le condanne in primo grado. I dem dimostrano che l'intesa con i 5 stelle sul cosiddetto lodo Conte regge. Tensione tra parlamentari Iv e gli ex colleghi che replicano: "Noi non siamo a rimorchio delle destre". L'ex premier: "Inseguono populismo giudiziario". Il ministro Bonafede: "In arrivo testo per la riforma del processo penale"

Il Partito democratico compatto con M5s e Leu in difesa della riforma Bonafede sulla prescrizione; Italia viva schierata con Forza Italia, Lega, Fdi e in dissenso rispetto alla stessa maggioranza. Lo strappo è andato in scena in commissione Giustizia alla Camera: (quasi) tutte le forze che sostengono il governo hanno votato per la soppressione della proposta di legge Costa (Fi) che vuole togliere lo stop, entrato in vigore a gennaio, dopo la condanna in primo grado. In dissenso si sono espressi i renziani, mettendo in pratica quella che finora era stata solo una minaccia. I voti a favore sono stati 23 a 22 e decisivo, nonostante le polemiche delle opposizioni, è stato il voto della presidente M5s Francesca Businarolo.

Proprio la riforma della prescrizione agita gli animi della maggioranza da mesi e, se da una parte il Pd ha dimostrato che il tavolo di lavoro sul cosiddetto lodo Conte sta dando i primi risultati (tanto da far loro evitare la strada della rottura), dall’altra la spaccatura con Italia viva è netta. Al termine dell’ultimo vertice era stato proprio il renziano Davide Faraone a dire che, la mediazione proposta dal governo, “non era sufficiente”. Così oggi Iv ha deciso di andare fino in fondo: è passata con il centrodestra e lo ha fatto attaccando gli ex colleghi dem: “Vanno a rimorchio dei 5 stelle”, ha dichiarato la capogruppo in commissione Lucia Annibali, “si stanno grillizzando”. Dal Pd è arrivata poco dopo la replica: “Loro votano con le destre”, ha dichiarato il responsabile Giustizia Walter Verini. Ma soprattutto, ha detto il dem Michele Bordo: “Dicano se vogliono rompere”. L’impressione effettivamente è proprio quella e, per rincarare la dose, in serata è intervenuto anche l’ex premier Matteo Renzi: “La legge Bonafede è un obbrobrio“, ha detto. “Noi siamo rimasti fedeli alla legge Orlando e il Pd sta inseguendo il populismo giudiziario di Bonafede e dei 5 stelle”. Insomma, il clima tra gli ex alleati è e rimane molto teso: è di oggi l’annuncio che in Puglia i renziani non correranno in sostegno del candidato Michele Emiliano. Un altro fronte di rottura per il centrosinistra.

In parallelo, dentro la maggioranza, vanno avanti le trattative per lavorare sulla riforma dei tempi dei processi. Tanto che il ministro della Giustizia, subito dopo la notizia del voto contrario in commissione, è tornato a garantire che il testo sarà presentato a breve: “Prendo atto che la proposta di Forza Italia è stata bocciata”, ha scritto in una nota Bonafede. “Continuo a lavorare per garantire processi con tempi brevi: nei prossimi giorni manderò il nuovo testo della riforma del processo penale, sulla base di quanto emerso nell’ultimo vertice di maggioranza. I cittadini chiedono una giustizia più veloce ed efficiente e dopo l’ultimo vertice ci sono tutti i presupposti per dare finalmente una risposta concreta”. E’ questo il punto uscito dal vertice di maggioranza dello scorso venerdì e sul quale i partiti che sostengono il Conte 2 hanno dato un primo via libera.

La legge Costa disinnescata in commissione, ma andrà in Aula il 27 gennaio – La proposta di legge Costa, bocciata quindi dalla maggioranza in commissione, andrà comunque in Aula alla Camera il 27 gennaio. Lo ha stabilito proprio oggi, pochi minuti prima della riunione dell’organismo parlamentare, la capigruppo a Montecitorio: arriverà come proposta di legge in quota opposizioni, ma con parere negativo da parte della commissione Giustizia della Camera. L’assemblea sarà chiamata quindi a votare sulla richiesta di soppressione arrivata dalla commissione Giustizia. “La maggioranza ha segnato un gol decisivo grazie all’arbitro, la presidente della Commissione, che finora non aveva mai votato”, ha protestato oggi il forzista Costa, autore della proposta di legge, “ma è solo il primo tempo. Il secondo si giocherà in Aula e siamo sicuri di poter ribaltare il risultato. Per noi è comunque un risultato politico significativo”. La grillina Businarolo ha respinto le critiche: “A noi spetta il compito di portare avanti il lavoro della maggioranza“, ha detto in risposta alle frasi di Costa, “e in questo senso ho ritenuto di partecipare alla votazione, una scelta coerente con il regolamento e già fatta dai miei predecessori e da altri miei colleghi attuali. Ricordo inoltre che il tema della prescrizione è alla costante attenzione del confronto costruttivo tra le forze di governo ed è strettamente legato alle azioni positive intraprese per il rafforzamento degli uffici giudiziari”.

Lo scontro Partito democratico-Italia viva e gli effetti sul governo – Tra i segnali più significativi del voto di oggi c’è stata l’apertura del Partito democratico che, esprimendosi insieme ai 5 stelle, ha dimostrato che l’asse dentro la maggioranza esiste ed è anche consistente. Lo scontro è invece tra i dem e gli ex colleghi ora approdati a Italia viva. “La scelta”, ha dichiarato il capogruppo Pd in commissione Alfredo Bazoli, “è coerente con l’avvio del nuovo percorso per trovare un punto di equilibrio”. E, in particolare, “si è registrata la disponibilità del ministro a rivedere la sua riforma distinguendo tra sentenze di condanna e di assoluzione e una larga convergenza su una riforma più complessiva”.

Per i renziani è intervenuta Lucia Annibali subito dopo il voto, attaccando i colleghi: “Noi continuiamo il nostro percorso di coerenza”, ha dichiarato. “Spiace, invece, prendere atto che il Pd abbia deciso di recedere su principi come quelli del diritto e del giusto processo per andare a rimorchio del Movimento 5 stelle anche sulla giustizia. Il Pd mostra che si sta ‘grillizzando’. Il problema non è, però, il futuro del Partito democratico, ma il rischio di imbarbarimento giuridico perché un processo senza fine è la fine della giustizia“. Per replicare a queste parole è intervenuto il responsabile Giustizia del Pd Walter Verini: “Siamo stupiti di due cose, la prima è l’atteggiamento di Italia Viva”, ha commentato. “Siamo andati a rimorchio della coerenza e del fatto che per la prima volta c’è l’occasione in questo Parlamento di discutere e di arrivare a tempi certi dei processi. Noi non andremo mai, a proposito di coerenza e di rimorchio, non voteremo mai con Salvini. La nostra è una scelta di campo e su questo siamo davvero coerenti. Respingiamo ogni maldestra accusa, in questo caso venuta da Iv, che oggi ha tenuto in Commissione un atteggiamento ambiguo. Meno stupiti siamo dall’atteggiamento di alcune forze di opposizione, le quali strumentalmente hanno confermato di voler usare la giustizia per propri interessi di partito”.