Il Mar Piccolo di Taranto è un bacino interno della superficie di 2176 ettari, con un perimetro di 26,5 km e un volume di acqua stimato in 200 milioni di metri cubi, che comunica col mare attraverso due aperture (il Canale Navigabile e il Ponte di Pietra) e ospita sui fondali numerose sorgenti sottomarine di acqua dolce che lo rendono probabilmente un “unicum ambientale” nell’intero contesto mediterraneo. Tale copioso apporto di acqua dolce, oltre che dar vita ad un ambiente irripetibile, contribuisce alla riduzione dell’inquinamento proveniente dalle diverse attività umane del capoluogo e dei paesi limitrofi.
Attualmente, grazie alla progressiva chiusura delle fonti inquinanti e al lavoro di decontaminazione da tempo avviato dal Commissario straordinario per le bonifiche, attività ancora in corso di svolgimento, la situazione è molto migliorata. Ma già da tempo si aveva la percezione della vitalità del Mar Piccolo, testimoniata dalla presenza di specie rare quali la pinna nobile e l’ippocampo, ritenuti indicatori biologici di un ambiente pulito; d’altra parte la composita colonia di garzette e aironi che da oltre trent’anni vive lungo le sponde, riparata e protetta dalle preziose pinete di pino d’Aleppo, è la testimonianza emblematica della resilienza della natura in grado di rigenerarsi spontaneamente. I dati ufficiali confermano questo trend: le acque del Secondo Seno sono rientrate in Fascia A.
L’importanza naturalistica del Mar Piccolo è riconosciuta a livello europeo; infatti una parte rilevante delle sue coste è Sito di importanza comunitaria (Sic) Mar Piccolo. Inoltre vi sono importanti geositi censiti dalla Regione Puglia, uno dei quali ha una rilevanza internazionale (geosito del Fronte). Infine, sul Secondo Seno vi è la riserva naturale orientata regionale Palude la Vela, con specie anch’esse protette a livello comunitario.
Ma il Mar Piccolo è anche Storia. I luoghi prossimi al fiume Galeso, un piccolo corso d’acqua che si riversa nel Primo Seno, è stato cantato per l’amenità del suo paesaggio da insigni poeti come Virgilio e Orazio e le campagne prossime al Galeso sono state oggetto di studio da parte del Columella – un agronomo qui inviato dall’imperatore Augusto – redattore di un fondamentale trattato di agricoltura.
La consapevolezza dell’importanza di questo luogo, profondamente e intimamente legato alla storia e alla vita di della “Città dei due Mari”, ha suggerito ad alcuni cittadini di proporre l’istituzione di un Parco naturale regionale al fine di proteggere e migliorare il Mar Piccolo. L’altro grande obiettivo è quello di promuovere in modo significativo lo sviluppo delle attività primarie della molluschicoltura e dell’agricoltura, favorendo l’occupazione e restituendo dignità e futuro alle maestranze del mare e agli imprenditori agricoli che svolgono le attività nelle aree del bacino del Mar Piccolo.
L’istituzione, ai sensi della L.R. 19 del 1997 del Parco Naturale Regionale del Mar Piccolo, consentirebbe di tutelare in modo attivo le aree di interesse naturalistico e nel contempo intervenire nei processi strutturali necessari alle attività economiche finalmente in una visione integrata e unitaria, promuovendo uno sviluppo rispettoso ed equilibrato.
La citata Legge 19/1997 sull’istituzione dei Parchi prevede una gradualità di tutele mediante la zonizzazione; le attività della mitilicoltura e agricole verrebbero favorite proprio perché rispondono alla vocazione del territorio. Valorizzare gli ambiti ancora importanti per qualità della natura e del paesaggio rende possibile modificare l’attuale percezione negativa della città e del suo territorio a causa dell’inquinamento, una immagine che si riverbera sui prodotti locali, ingiustamente marginalizzati dai mercati pur essendo sicuri e di elevate qualità.
Riteniamo che le regole per la gestione del Parco naturale regionale e delle sue diverse specificità, da costruire collegialmente con i portatori di interesse del territorio, consentirebbero di ordinare le attività da svolgere secondo processi condivisi e di inclusione. Nella speranza che si proceda celermente, la sezione di Taranto sta pressando l’amministrazione comunale affinché il Parco venga istituito inizialmente solo sul territorio del Comune di Taranto, per poi procedere successivamente ad allargarne il perimetro agli altri Comuni desiderosi di aderirvi.