Uomini come animali selvatici. Da braccare e segnalare, con lo stesso strumento che viene normalmente utilizzato per intercettare orsi e lupi. “Siamo pronti ad acquistare fototrappole da posizionare sui sentieri in prossimità dei confini per individuare in tempo reale i transiti di immigrati irregolari”, ha annunciato l’assessore regionale a Sicurezza e Politiche dell’immigrazione del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti. Per cercare di ridurre la portata delle proprie parole, l’assessore leghista ha aggiunto: “Questi sistemi di rilevazione ottica trasmetterebbero i dati raccolti all’Amministrazione regionale e alle forze dell’ordine, permettendo così interventi mirati e aumentando il numero di riammissioni, in particolare verso la Slovenia”. Sarebbero, quindi, un supporto all’attività di controllo dei confini, per rispedire indietro gli immigrati che cercano di entrare nel nostro territorio. Roberti ha concluso: “La Regione è al fianco delle forze dell’ordine, alle quali intendiamo garantire il massimo supporto possibile per contrastare i flussi migratori irregolari. In tale senso, il ricorso alle fototrappole potrebbe essere una soluzione di rapida e semplice attuazione che favorirebbe in maniera rilevante il lavoro degli agenti di pattuglia sui confini”. Evidentemente la Regione si è già attivata, perché l’assessore ha spiegato che “si tratta di apparecchiature poco costose che, grazie a specifici software, possono essere tarate per individuare solo la presenza umana. La loro adozione è quindi un’opportunità interessante che va ad aggiungersi alle altre già prospettate, come l’utilizzo di droni o di postazioni fisse con telecamere termiche”.

Puntuale è arrivata la replica del vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale, Diego Moretti. “Mentre la maggioranza leghista insegue una crisi industriale dietro l’altra, sempre in ritardo e sempre senza risposte, l’assessore Roberti si diverte con droni, telecamere termiche e ora anche con le fototrappole che si usano per gli orsi e cinghiali. A quando la proposta di usare i satelliti spia?”. L’esponente dem cita poi le risorse con cui il ministero dell’Interno ha finanziato il lavoro straordinario delle forze dell’ordine che sono impegnate nelle pattuglie miste sul confine italo-sloveno. E attacca i leghisti: “Continuano con le armi di distrazione di massa, per loro l’unico problema dell’Italia e del Friuli sono i migranti: migliaia di posti di lavoro a rischio in regione e noi rispondiamo con decine di milioni in telecamere e vigilantes”.

Trieste è il punto terminale della “rotta balcanica”, il percorso via terra che dalla Grecia conduce al cuore dell’Europa. Si calcola che nel 2019 gli ingressi irregolari siano stati 14mila, il doppio rispetto al 2018, soprattutto afghani e siriani. Le persone scoperte sono state circa 5mila. “Ma non c’è un’emergenza specifica – ha dichiarato don Alessandro Amodeo, direttore della Caritas triestina – infatti il nuovo Cpr di Gradisca hanno dovuto riempirlo di profughi provenienti da Bari”. I problemi non si affrontano solo con strumentazioni sofisticate. “Le pattuglie italo-slovene sul confine, i droni e le fototrappole sono tutti rimedi che non risolvono affatto il problema dell’immigrazione che invece avrebbe bisogno di ben altre politiche. E l’accoglienza diffusa di cui siamo testimoni ha dato in questi anni ben altri risultati”.

La pensa allo stesso modo il direttore della Caritas di Udine, don Luigi Gloazzo, secondo cui l’accoglienza continua, nonostante i tagli dei finanziamenti provenienti da Roma. “Prima gli italiani, sostiene qualcuno. Bene, la Regione si preoccupi prima dei tanti friulani rimasti senza lavoro e poi delle fototrappole. Per i lupi, s’intende”. Il riferimento è al sito Facebook dell’assessore Roberti, che riprende lo slogan di Matteo Salvini. E che commenta: “Mentre qualche associazione parla di legalità in tema di fototrappole e mezzi di contrasto all’immigrazione, sul giornale ho letto dell’ennesimo richiedente asilo arrestato per spaccio. Perdano meno tempo a far politica e di più a insegnare che da noi le leggi si rispettano”. La divisione con il mondo del volontariato non si colma.

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