C’è stato un pranzo. Anzi no. Doveva esserci solo un incontro, peraltro non richiesto dalla Lega. Ma poi è saltato. L’ennesimo capitolo dell’impasse sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso della nave Gregoretti è rappresentato da un fantomatico faccia a faccia tra il leader del Carroccio e la presidente del Senato Elisabetta Casellati, che su richiesta delle opposizioni ha convocato per le 16 la riunione della Giunta per il regolamento del Senato. All’organismo parlamentare tocca il compito di decidere se la Giunta per le Immunità potrà votare sul processo a Salvini il 20 gennaio, come previsto dal calendario, o se invece dovrà attenersi alla pausa dei lavori per le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria stabilita dalla conferenza dei capigruppo. Poco dopo le 18 la riunione della Giunta è stata però sospesa perché la Casellati ha chiesto di indicare due nomi di senatori della maggioranza che si aggiungerebbero agli attuali 10 (ora sono 6 delle opposizioni e 4 fra Pd e M5s) per riequilibrare la rappresentatività dell’organo, come chiesto dalla maggioranza. La Giunta per il regolamento del Senato si riunirà nuovamente domani, 17 gennaio, alle 9, come annunciato dalla Casellati, che comunicherà all’Aula gli aggiornamenti alle 10.30 dopo la riunione. Le senatrici proposte in aggiunta dalla maggioranza sono Loredana De Petris (Leu e capogruppo del Misto) e Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie. I nomi sono stati indicati alla presidente del Senato Elisabetta Casellati che si riserva di valutare un’eventuale integrazione, durante la riunione della Giunta nel pomeriggio. “L’integrazione è certamente un fatto positivo. Vedremo domani quale sarà il quesito che la minoranza sottoporrà ai senatori per confermare il voto di lunedì 20 sulla Gregoretti. Per il Pd il voto sul calendario ha già risolto il problema” ha detto il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci, al termine dei lavori della Giunta.
Sul tavolo, tuttavia, resta il giallo sull’incontro Casellati-Salvini. Poco prima delle 14 le agenzie di stampa hanno pubblicato la notizia di un pranzo in corso a Palazzo Giustiniani, dove in mattinata si è tenuto un convegno sull’antisemitismo organizzato dalla Lega e al quale hanno partecipato sia il leader del Carroccio che la presidente del Senato. L’indiscrezione è stata subito smentita dagli uffici stampa di Palazzo Madama e della Lega: secondo la loro ricostruzione, i due si sono incontrati, insieme ad altri ospiti, durante il convegno che si è tenuto a Palazzo Giustiniani, ma poi la presidente è tornata a lavoro nel suo ufficio. Questa versione dei fatti, tuttavia, non è stata confermata né smentita dallo staff della Casellati. Secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, invece, un incontro doveva effettivamente esserci: non era stato richiesto dalla Lega, ma poi non si è più tenuto. Il motivo? Impossibile saperlo.
Resta la polemica sulla composizione dell’organismo, che è espressione del primo governo Conte, quello composto da Lega e Movimento 5 Stelle, e tale è rimasto anche dopo la caduta del vecchio esecutivo e la nascita del Conte 2. Con questi equilibri, quindi, la Lega e il centrodestra sono in maggioranza: 6 membri contro 4, il tutto escludendo l’eventuale voto della presidente Casellati. Per questo il capogruppo dem Marcucci aveva annunciato l’intenzione di chiedere “prima l’integrazione dei membri mancanti visto che non c’è equilibrio e che quell’organismo oggi non garantisce la corretta rappresentanza democratica di questo Senato“. La conferma dell’appuntamento è arrivata a stretto giro, con i capigruppo dei partiti di maggioranza a colloquio con la Casellati alle 15 e, dopo le 18, con la comunicazione dell’integrazione con due nuovi senatori di maggioranza. A questo punto, l’equilibrio in giunta tornerebbe in parità e diventerebbe decisivo l’eventuale voto della presidente.
LA GIORNATA – La discussione sul caso Gregoretti e il processo a Salvini è tornata in mattinata in Aula al Senato, che a tutti gli effetti non è riuscita a sciogliere il dubbio se la Giunta per le immunità – che deve votare sulla relazione Gasparri, contraria all’ok al processo – possa riunirsi la prossima settimana, nonostante lo stop delle attività parlamentari del Senato per motivi elettorali. Secondo l’opposizione sì, secondo la maggioranza no. Da qui l’ultima puntata: la richiesta di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia di convocare la Giunta per il regolamento. Una proposta avanzata dai capigruppo del Carroccio Massimiliano Romeo e dei berlusconiani Anna Maria Bernini e sostenuta dal partito della Meloni per bocca della senatrice Isabella Rauti. “Noi riteniamo che il presidente Gasparri sia stato esaustivo e quindi che si debba conservare il calendario votato all’unanimità, l’abbiamo detto più volte – ha detto Bernini in Aula – La maggioranza non vuole convocare la Giunta per il regolamento, perché loro vogliono farlo solo quando vincono”.
MARCUCCI (PD): “PRIMA DELLA DECISIONE PROCEDERE ALL’INTEGRAZIONE” – Dalla maggioranza ha risposto il capogruppo del Pd Andrea Marcucci: “Credo che la proposta della senatrice Bernini sia solo provocatoria. Noi abbiamo rinunciato a una nostra mozione per venire incontro” alle esigenze della minoranza. In precedenza alcuni senatori di maggioranza hanno sottolineato come nella Giunta per il regolamento non ci sia una completa rappresentanza parlamentare (formata da 10 membri di cui 3 della Lega, 2 di Forza Italia, 2 del Pd, 2 del M5s, uno di Fratelli d’Italia oltre alla presidente del Senato che guida la Giunta stessa). Marcucci ha quindi aggiunto: “Volevo capire se la convocazione della Giunta per il regolamento è per procedere, come prevede il regolamento, all’integrazione dei membri mancanti visto che non c’è equilibrio e che quell’organismo oggi non garantisce la corretta rappresentanza democratica di questo Senato. Io così la interpreto”. Sulla questione si è espresso anche il vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti: “La maggioranza non ha nessuna convenienza a mandare a processo Salvini, sapendo che la gran parte degli italiani condivide le sue scelte” ha detto l’ex sottosegretario, sottolineando che le forze di governo sono “terrorizzate all’idea di fare una cosa sbagliata”.
“L’indagine ai danni dell’ex ministro Salvini é assolutamente scandalosa. Non ha senso pensare di indagare un ministro che ha impedito l’immigrazione illegale in Italia quando nessuno ha mai pensato di indagare ministri che facevano favoreggiamento all’immigrazione clandestina”: parola del leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a Crotone per un’iniziativa elettorale in vista delle regionali. “Trovo – ha aggiunto – che sia più scandaloso che chi era al Governo con Salvini ed al tempo giudicò giuste le sue scelte, oggi decida di processarlo proprio per quelle scelte“.