Non solo sesso con avvocatesse e soldi da personaggi vicini alla ‘ndrangheta. Marco Petrini, il presidente della II Corte d’assise d’appello di Catanzaro, con i conti prosciugati, stando alla Dda di Salerno che ne ha chiesto e ottenuto l’arresto, si faceva corrompere anche con i beni di prima necessità. E così il film che appare negli occhi di chi legge l’elenco dei capi di imputazioni non vediamo la toga intascare bustarelle da 500 euro, suggerire istanze alle avvocate con cui aveva rapporti sessuali o farsi promettere un appartamento o un garage, ma lo vediamo ricevere gamberoni e merluzzetti, champagne e clementine, verdura e formaggi a casa, maglioncini o la promessa di un braccialetto. Regali che gli venivano consegnati in ufficio o a casa da due intermediari: un medico e un imprenditore incaricati da un ex consigliere regionale, Giuseppe Tursi Prato condannato in via definitiva per mafia, cui era stato tolto il vitalizio.
Ma beni di necessità a parte al magistrato viene contestata un’ordinanza, adottata dalla sezione feriale della Corte di Appello di Catanzaro, da presidente del collegio e relatore, dopo l’istanza di revoca della confisca e del sequestro disposto dal Tribunale delle Misure di Prevenzione nei confronti beni per 30 milioni di euro. Petrini, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbe interferito affinché fosse escluso il reato di associazione mafiosa per alcuni imputati della famiglia Saraco. In questo caso oltre ai soldi, in banconote da 50 euro, nei primi mesi del 2019, il magistrato si sarebbe fatto regalare un maglioncino e una sciarpa, le clementine e delle bottiglie di vino. In un’altra occasione oltre a sei casse di vino, una cassetta di arance e una di pesce. Ad aprile il medico in pensione Emilio Santoro detto Mario, che consegnava buste e regali anche lui arrestato, aveva promesso di fargli vedere presto “i soldi seri“. Come la promessa della consegna di un appartamento a Rho, nel Milanese, realizzato dalla società Ecocasa s.r.l., controllata di fatto e riconducibile alla famiglia Saraco. In quell’occasione Santoro si proponeva anche come intestatario della casa. Petrini aveva anche accettato la promessa di 100mila euro per intervenire nella riduzione di pena di un imputato e del proscioglimento di un altro così da agevolare la cosca denominata “Locale di Guardavalle”. È in questo contesto che c’è il tentativo di corrompere un altro magistrato della Corte d’appello. Non andato a buon fine.
Ci sono poi le tangenti sessuali. Due le avvocate, una è finita agli arresti domiciliari, che sono state riprese o intercettate con Petrini. Le professioniste, stando al capo di imputazione, ricevano suggerimenti su istanze, venivano aiutate nella compilazione di istanze i loro ricorsi venivano accolti. In un caso a Petrini viene contestato anche l’induzione perché si faceva consegnare 4000 euro. Il giudice avrebbe poi permesso a un indagato di vincere il ricorso con la presidenza del Consiglio cui chiedeva il pagamento di 580mila euro per prestazioni professionali. E ancora per favorirlo in un procedimento penale in appello dopo una condanna in primo grado.
Petrini aveva poi garantito a Santoro il suo intervento nel processo d’appello bis Itaca free Boat contro presunti affiliati della cosca Gallace Novelli. “Mario è un processo che farò io questo … dalla Cassazione torna indietro”. E mentre dava garanzia di impunità a presunti ‘ndranghetisti si faceva promettere l’acquisto di una Smart per il figlio che sarebbe stata pagata per metà dallo stesso Santoro e per metà dall’avvocato Saraco Francesco. Il primo diceva al secondo: “Compà a me domani mi accreditano 3500 euro.. e poi mi vedo con lui che faccio il regalo la macchina la dobbiamo comprare metà per uno… “. Infine lo stesso Santoro conferma lo stipendio per il magistrato: “Compà dopodomani mi devo incontrare con lui che gli debbo regalare … quando gli do la busta… 1500 euro per il mese, sono due mesi che gli pago il mese… a Milano… a Milano gli pago il mese 1500 euro sono due mesi … e dopo domani glieli porto”.
Per il giudice per le indagini preliminari, Giovanna Pacifico, “la disponibilità del Petrini ad accedere alle proposte corruttive, non ha trovato freno nemmeno rispetto alle espresse preoccupazioni manifestategli dalla moglie” dopo la pubblicazione sul Il Fatto Quotidiano (leggi l’articolo di Antonella Mascali), il 17 gennaio 2019 di un articolo con la notizia di indagini della Procura di Salerno nei confronti di quindici magistrati del distretto di Catanzaro, nel quale vi era un espresso riferimento alla persona del Tursi Prato. “E allo stesso riguardo, costituisce un dato allarmante la perduranza dei contatti intrattenuti dal magistrato con Santoro ed Falzetta (Luigi, anche lui arrestato), e la ricezione di altre utilità conseguite facendo mercimonio delle funzioni giudiziarie svolte, persino dopo la divulgazione sulla stampa nazionale di articoli relativi ad indagini per corruzione svolte dalla Procura di Perugia, che hanno avuto conseguenze dirompenti sul sistema giudiziario nazionale con le dimissioni di quattro componenti del Consiglio Superiore della Magistratura”.
Giustizia & Impunità
Magistrato arrestato, non solo soldi e sesso. Dalle clementine al maglioncino: tutte le tangenti contestate al giudice di Catanzaro
La richiesta diuna utilitaria, la promessa di un appartamento e di un garage. Sono diverse le forme delle tangenti, accettate o chieste, stando alla Dda di Salerno, dal magistrato Marco Petrini
Non solo sesso con avvocatesse e soldi da personaggi vicini alla ‘ndrangheta. Marco Petrini, il presidente della II Corte d’assise d’appello di Catanzaro, con i conti prosciugati, stando alla Dda di Salerno che ne ha chiesto e ottenuto l’arresto, si faceva corrompere anche con i beni di prima necessità. E così il film che appare negli occhi di chi legge l’elenco dei capi di imputazioni non vediamo la toga intascare bustarelle da 500 euro, suggerire istanze alle avvocate con cui aveva rapporti sessuali o farsi promettere un appartamento o un garage, ma lo vediamo ricevere gamberoni e merluzzetti, champagne e clementine, verdura e formaggi a casa, maglioncini o la promessa di un braccialetto. Regali che gli venivano consegnati in ufficio o a casa da due intermediari: un medico e un imprenditore incaricati da un ex consigliere regionale, Giuseppe Tursi Prato condannato in via definitiva per mafia, cui era stato tolto il vitalizio.
Ma beni di necessità a parte al magistrato viene contestata un’ordinanza, adottata dalla sezione feriale della Corte di Appello di Catanzaro, da presidente del collegio e relatore, dopo l’istanza di revoca della confisca e del sequestro disposto dal Tribunale delle Misure di Prevenzione nei confronti beni per 30 milioni di euro. Petrini, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbe interferito affinché fosse escluso il reato di associazione mafiosa per alcuni imputati della famiglia Saraco. In questo caso oltre ai soldi, in banconote da 50 euro, nei primi mesi del 2019, il magistrato si sarebbe fatto regalare un maglioncino e una sciarpa, le clementine e delle bottiglie di vino. In un’altra occasione oltre a sei casse di vino, una cassetta di arance e una di pesce. Ad aprile il medico in pensione Emilio Santoro detto Mario, che consegnava buste e regali anche lui arrestato, aveva promesso di fargli vedere presto “i soldi seri“. Come la promessa della consegna di un appartamento a Rho, nel Milanese, realizzato dalla società Ecocasa s.r.l., controllata di fatto e riconducibile alla famiglia Saraco. In quell’occasione Santoro si proponeva anche come intestatario della casa. Petrini aveva anche accettato la promessa di 100mila euro per intervenire nella riduzione di pena di un imputato e del proscioglimento di un altro così da agevolare la cosca denominata “Locale di Guardavalle”. È in questo contesto che c’è il tentativo di corrompere un altro magistrato della Corte d’appello. Non andato a buon fine.
Ci sono poi le tangenti sessuali. Due le avvocate, una è finita agli arresti domiciliari, che sono state riprese o intercettate con Petrini. Le professioniste, stando al capo di imputazione, ricevano suggerimenti su istanze, venivano aiutate nella compilazione di istanze i loro ricorsi venivano accolti. In un caso a Petrini viene contestato anche l’induzione perché si faceva consegnare 4000 euro. Il giudice avrebbe poi permesso a un indagato di vincere il ricorso con la presidenza del Consiglio cui chiedeva il pagamento di 580mila euro per prestazioni professionali. E ancora per favorirlo in un procedimento penale in appello dopo una condanna in primo grado.
Petrini aveva poi garantito a Santoro il suo intervento nel processo d’appello bis Itaca free Boat contro presunti affiliati della cosca Gallace Novelli. “Mario è un processo che farò io questo … dalla Cassazione torna indietro”. E mentre dava garanzia di impunità a presunti ‘ndranghetisti si faceva promettere l’acquisto di una Smart per il figlio che sarebbe stata pagata per metà dallo stesso Santoro e per metà dall’avvocato Saraco Francesco. Il primo diceva al secondo: “Compà a me domani mi accreditano 3500 euro.. e poi mi vedo con lui che faccio il regalo la macchina la dobbiamo comprare metà per uno… “. Infine lo stesso Santoro conferma lo stipendio per il magistrato: “Compà dopodomani mi devo incontrare con lui che gli debbo regalare … quando gli do la busta… 1500 euro per il mese, sono due mesi che gli pago il mese… a Milano… a Milano gli pago il mese 1500 euro sono due mesi … e dopo domani glieli porto”.
Per il giudice per le indagini preliminari, Giovanna Pacifico, “la disponibilità del Petrini ad accedere alle proposte corruttive, non ha trovato freno nemmeno rispetto alle espresse preoccupazioni manifestategli dalla moglie” dopo la pubblicazione sul Il Fatto Quotidiano (leggi l’articolo di Antonella Mascali), il 17 gennaio 2019 di un articolo con la notizia di indagini della Procura di Salerno nei confronti di quindici magistrati del distretto di Catanzaro, nel quale vi era un espresso riferimento alla persona del Tursi Prato. “E allo stesso riguardo, costituisce un dato allarmante la perduranza dei contatti intrattenuti dal magistrato con Santoro ed Falzetta (Luigi, anche lui arrestato), e la ricezione di altre utilità conseguite facendo mercimonio delle funzioni giudiziarie svolte, persino dopo la divulgazione sulla stampa nazionale di articoli relativi ad indagini per corruzione svolte dalla Procura di Perugia, che hanno avuto conseguenze dirompenti sul sistema giudiziario nazionale con le dimissioni di quattro componenti del Consiglio Superiore della Magistratura”.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.