E’ sempre stato così: la poltrona rende gli uomini deboli di fronte alla coerenza e la dignità. Con il voto di ieri in Commissione Giustizia al Senato, il Pd – oltre a rinnegare se stesso e quanto detto fino a qualche settimana fa – tradisce quella tradizione riformista e garantista che ha sempre segnato una differenza rispetto al populismo grillino.
La “riforma” Bonafede sulla prescrizione era stata votata dal governo giallo-verde ed era stata bocciata dal Pd. Sul punto da poco si è anche espresso l’europarlamentare eletto con il Pd, Giuliano Pisapia, il quale ha evidenziato la sua contrarietà alla riforma grillina e la preoccupante subalternità del Partito Democratico. Sulla questione si è espressa contro l’intera avvocatura italiana e soprattutto le Camere Penali.
Parlare di prescrizione senza sapere come funziona e perché serva è un costume post-culturale iniettato dal populismo grillino, dove tutti possono parlare di tutto senza avere un briciolo di competenza e di esperienza.
Basterebbe conoscere un pochino i veri problemi della giustizia e dei tribunale italiani per capire cosa veramente serva al sistema giudiziario italiano.
Sezioni dei tribunali completamente cancellate dalle precedenti riforme berlusconiane, carenza cronica di magistrati e funzionari amministrativi questi sono i veri problemi. Invece, la solita facile propaganda demagogica, la solita superficialità giustizialista. Il tutto fino a quando poi un qualunquista grillino o populista non si troverà personalmente coinvolto nel pantano giuridico creato.
La nuova disciplina sulla prescrizione renderà il processo penale una macchina senza tempo. I risultati della recente ricerca condotta dalle Camere Penali italiane con l’ausilio dell’Istituto di ricerca Eurispes sulle vere ragioni della lunga durata dei processi in Italia hanno spiegato molto bene la questione: nessuna attività difensiva contribuisce al tempo della prescrizione. I motivi reali dei rinvii e dei tempi morti tra le fasi processuali hanno tutti a che fare con le disfunzioni degli Uffici di Procura o degli organi giudicanti.
E’ bene rammentare che la prescrizione nel nostro ordinamento giuridico è indissolubilmente legata ai principi di presunzione di innocenza, di inviolabilità del diritto di difesa e al principio costituzionale del giusto processo. Il tutto serve per contribuire a definire la funzione della pena ed è un contrappeso alle inefficienze della macchina giudiziaria, stabilendo un limite entro il quale deve intervenire la definitiva risposta di giustizia.
Per tali motivi la sostanziale cancellazione della prescrizione è contro ogni principio costituzionale.
Su questo orientamento il giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, il quale definisce la riforma Bonafede chiaramente contro la Costituzione, ed aggiunge testualmente. “La prescrizione senza termine viola principi costituzionali (la durata ragionevole dei processi, il fine riabilitativo della pena) e di buon senso (come può un giudice disporre di tutte le prove dopo venti anni o più? Una persona non è diversa dieci anni dopo?). I dati disponibili sulle accuse cadute in giudizio rendono la lunga durata della ‘processabilità‘ un’ingiustizia palese”. Basterebbero questi dati e questi punti asseriti da esperti della materia per far riflettere.
Ora il Pd per rimanere al governo si dimentica di tutto e delle proprie evidenti deboli idee. Una vergogna! E, come al solito, per sviare l’opinione pubblica si incolpa Renzi di voler votare con l’opposizione.
Oramai essere coerenti in politica è una farsa. Non serve. Le battaglie di civiltà non si fanno e non si hanno veri ideali: l’unico aggregante è la poltrona.
Ho sentito e visto politici del Pd super garantisti (e contro i grillini) diventare Di Battista in versione peggiorata. Insomma una delusione e una consapevolezza: il Pd è completamente finito e le sue ispirazioni sono completamente defunte; ora Zingaretti potrà finalmente ritornare alla nuova versione restaurata dei DS e passare ai democratici grillini. Praticamente un ossimoro.
Andrea Viola
Italia Viva Sardegna, avvocato e consigliere comunale
Politica - 16 Gennaio 2020
Prescrizione, il Pd vota coi grillini pur di mantenere la poltrona. Una vergogna!
E’ sempre stato così: la poltrona rende gli uomini deboli di fronte alla coerenza e la dignità. Con il voto di ieri in Commissione Giustizia al Senato, il Pd – oltre a rinnegare se stesso e quanto detto fino a qualche settimana fa – tradisce quella tradizione riformista e garantista che ha sempre segnato una differenza rispetto al populismo grillino.
La “riforma” Bonafede sulla prescrizione era stata votata dal governo giallo-verde ed era stata bocciata dal Pd. Sul punto da poco si è anche espresso l’europarlamentare eletto con il Pd, Giuliano Pisapia, il quale ha evidenziato la sua contrarietà alla riforma grillina e la preoccupante subalternità del Partito Democratico. Sulla questione si è espressa contro l’intera avvocatura italiana e soprattutto le Camere Penali.
Parlare di prescrizione senza sapere come funziona e perché serva è un costume post-culturale iniettato dal populismo grillino, dove tutti possono parlare di tutto senza avere un briciolo di competenza e di esperienza.
Basterebbe conoscere un pochino i veri problemi della giustizia e dei tribunale italiani per capire cosa veramente serva al sistema giudiziario italiano.
Sezioni dei tribunali completamente cancellate dalle precedenti riforme berlusconiane, carenza cronica di magistrati e funzionari amministrativi questi sono i veri problemi. Invece, la solita facile propaganda demagogica, la solita superficialità giustizialista. Il tutto fino a quando poi un qualunquista grillino o populista non si troverà personalmente coinvolto nel pantano giuridico creato.
La nuova disciplina sulla prescrizione renderà il processo penale una macchina senza tempo. I risultati della recente ricerca condotta dalle Camere Penali italiane con l’ausilio dell’Istituto di ricerca Eurispes sulle vere ragioni della lunga durata dei processi in Italia hanno spiegato molto bene la questione: nessuna attività difensiva contribuisce al tempo della prescrizione. I motivi reali dei rinvii e dei tempi morti tra le fasi processuali hanno tutti a che fare con le disfunzioni degli Uffici di Procura o degli organi giudicanti.
E’ bene rammentare che la prescrizione nel nostro ordinamento giuridico è indissolubilmente legata ai principi di presunzione di innocenza, di inviolabilità del diritto di difesa e al principio costituzionale del giusto processo. Il tutto serve per contribuire a definire la funzione della pena ed è un contrappeso alle inefficienze della macchina giudiziaria, stabilendo un limite entro il quale deve intervenire la definitiva risposta di giustizia.
Per tali motivi la sostanziale cancellazione della prescrizione è contro ogni principio costituzionale.
Su questo orientamento il giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, il quale definisce la riforma Bonafede chiaramente contro la Costituzione, ed aggiunge testualmente. “La prescrizione senza termine viola principi costituzionali (la durata ragionevole dei processi, il fine riabilitativo della pena) e di buon senso (come può un giudice disporre di tutte le prove dopo venti anni o più? Una persona non è diversa dieci anni dopo?). I dati disponibili sulle accuse cadute in giudizio rendono la lunga durata della ‘processabilità‘ un’ingiustizia palese”. Basterebbero questi dati e questi punti asseriti da esperti della materia per far riflettere.
Ora il Pd per rimanere al governo si dimentica di tutto e delle proprie evidenti deboli idee. Una vergogna! E, come al solito, per sviare l’opinione pubblica si incolpa Renzi di voler votare con l’opposizione.
Oramai essere coerenti in politica è una farsa. Non serve. Le battaglie di civiltà non si fanno e non si hanno veri ideali: l’unico aggregante è la poltrona.
Ho sentito e visto politici del Pd super garantisti (e contro i grillini) diventare Di Battista in versione peggiorata. Insomma una delusione e una consapevolezza: il Pd è completamente finito e le sue ispirazioni sono completamente defunte; ora Zingaretti potrà finalmente ritornare alla nuova versione restaurata dei DS e passare ai democratici grillini. Praticamente un ossimoro.
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Roma, 7 gen. (Adnkronos) - C’è la data del debutto stagionale indoor di Marcell Jacobs: l’oro di Tokyo esordirà nei 60 metri il 2 febbraio a Boston in occasione del New Balance Indoor Grand Prix. Sarà subito un big match: l’azzurro delle Fiamme Oro incontrerà il campione olimpico dei 100 metri di Parigi Noah Lyles.
L’annuncio è arrivato nella serata italiana: per Jacobs si tratterà di un ritorno sui 60 metri a distanza di quasi due anni dalla medaglia d’argento conquistata agli Europei indoor di Istanbul 2023 alle spalle dell’altro azzurro Samuele Ceccarelli. In questa specialità, Jacobs è stato campione del mondo a Belgrado nel 2022 con il record europeo di 6.41 dopo aver vinto l’oro nella stagione precedente agli Euroindoor di Torun 2021. Per l’atleta allenato da Rana Reider in Florida è il primo confronto diretto con Lyles sui 60 dopo tre sfide sui 100 metri, tutte terminate in favore dello statunitense: Parigi in Diamond League nel 2023, semifinale dei Mondiali di Budapest 2023, finale delle Olimpiadi di Parigi 2024. Il primato personale di Lyles sulla distanza risale alla scorsa stagione: 6.43 ad Albuquerque.
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - "Fra una tanto propagandata ed inutile 'zona rossa' e l’altra, ora il governo Meloni e il ministro Piantedosi permettono un altro tipo di zona: la 'zona nera' fatta di neofascisti con la loro squallida ed inaccettabile simbologia, certi di essere impuniti. Una vergogna per il nostro Paese, un’onta per questo governo". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs sulla manifestazione ad Acca Larentia.
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - Riunione del gruppo Pd Camera con la segretaria Elly Schlein. All'ordine del giorno dell'assemblea un punto sulla ripresa dei lavori parlamentari e sulla riforma della giustizia, con la separazione delle carriere, che sarà all'esame dell'aula.
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "Conservare i territori nella loro genuina consistenza è una opera preziosa di carattere nazionale, ma non si può fare se vengono impoverite, indebolite o addirittura abbandonate comunità delle aree interne montane". E' la denuncia del Capo dello Stato Sergio Mattarella nel suo intervento a Militello Val di Catania. "Vi sono gli strumenti moderni che consentono ormai di rispondere a questa esigenza - prosegue Mattarella - Il digitale consente di annullare le distanze, l'isolamento di un tempo, delle campagne, delle montagne, ma occorre procedere velocemente in queste direzione. Occorre accogliere, quindi, l'invito che arriva oggi da Militello di tenere conto di quanto sia elemento nazionale rilevante la sorte delle aree interne montane e delle isole minori. Quindi, da Militello parte una esortazione, una condivisione di opinioni che non è solo nell'interesse di questa città ma di tutti i comuni del nostro paese, grandi e piccoli, di pianura, di montagna, di aree interne, che avvertono quanto il vincolo nazionale sia essenziale, importante per ciascuno di loro e quanto sia indispensabile garantire nei territori servizi adeguati, collegamenti adeguati, e per tutti i cittadini e le cittadine".
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "Nel nostro paese, nel nostro Bel paese tante città, come Militello Val di Catania, tante aree interne o montane sono protagoniste della storia". Lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella intervenendo a Militello Val di Catania. "Le aree interne, montane, delle piccole isole coprono il 60 per cento del nostro territorio, ci vivono 13 milioni di nostri concittadini - dice - Le aree interne, montane,sono per il nostro paese una ricchezza non solo storica, di memoria, conservano una immensa ricchezza di patrimonio artistico e culturale.Che fa parte essenziale, protagonista dell'attrazione che il nostro paese esercita nel mondo per la sua cultura, la sua arte, la sua storia, il suo modello di vita. Sono aree che richiedono, quindi, un intervento costante". "E' vero, come sanno bene i sindaci, vi è un problema che riguarda le comunicazioni, una quantità di servizi che vanno garantiti nell'interesse del'intero paese, non solo delle comunità interne", aggiunge.
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "Le nostre comunità soffrono il ridimensionamento dei servizi che riguardano la sanità, la scuola, i trasporti. Bisogna fermare questo processo, occorre combattere la dispersione scolastica e il rischio di isolamento. Spesso vedono i propri figli partire per studiare, lavorare, affermarsi in luoghi lontani, ritornare nelle feste comandate e avere un cuore sanguinante perché le radici sono forti e fa male andare via". E' la denuncia del sindaco di Miltello in Val di Catania, Giovanni Burtone, intervenendo al Palazzetto dello sport alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "L'inverno demografico- dice- si sta trasformando in glaciazione e non e' solo con la monetizzazione che si può affrontare. Serve una visione, serve convogliare nuove energie per tornare a dare speranza a questi luoghi. Ecco perché la visita della massima carica della nostra Repubblica, del garante della Costituzione e di quei diritti fondamentali che sono codificati nella prima parte della Carta, assume carattere di evento straordinario. In un mondo globalizzato e sempre connesso in cui purtroppo gli echi delle guerre ci ricordano che la natura umana ha limiti che ci fanno ricadere sempre negli stessi errori e che ci preoccupano per il futuro. La richiesta di pace non e' velleitaria ma la consapevolezza che il più lungo periodo di pace che questo continente ha conosciuto non e' una conquista perenne ma quotidiana".
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - “Sono testimone, prima da sindaco e ora da deputato europeo, del lavoro che Elisabetta Belloni ha sempre svolto nella sua vita professionale, forte della sua esperienza in campo diplomatico e internazionale. Le sue dimissioni rappresentano una perdita importante per le Istituzioni democratiche della Repubblica italiana. A lei va il mio grazie più sincero per l'alto servizio che ha reso al nostro Paese, da ultimo nel suo delicato ruolo al vertice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Mi auguro che continuerà a ricoprire ruoli strategici e importanti nell'interesse dell'Italia e dell’Europa”. Lo dichiara l’europarlamentare Pd Dario Nardella.