Oggi 22 Paesi hanno salari minimi legali mentre in altri sei i salari sono stabiliti dai contratti collettivi. Si tratta di Danimarca, Svezia, Cipro, Austria, Finlandia e Italia, dove sia il Pd sia il M5s hanno firmato proposte di legge per introdurre un salario minimo legale ma per ora non sono stati fatti progressi. In ogni caso "tutto quello che riguarda la negoziazione collettiva non sarà toccato", ha spiegato il commissario Schmit
La Commissione Ue ha avviato martedì una consultazione di sei settimane tra le parti sociali sul salario minimo per capire se è necessaria un’azione specifica a livello europeo per assicurare che tutti abbiano uno stipendio sufficiente. In ogni caso “non ci sarà un salario minimo per tutti”, spiega il documento in cui si annuncia l’iniziativa, che prende le mosse da uno degli annunci fatti dalla nuova presidente Ursula von der Leyen prima del suo insediamento. Le eventuali azioni dell’Unione sarebbero mirate a migliorare le condizioni di lavoro, affrontare il problema dei lavoratori poveri e dare a tutti le stesse opportunità pur tenendo conto della diversità dei contesti nazionali e istituzionali.
Alcuni Stati hanno già “ottimi sistemi”, nota Bruxelles, che ricorda come 22 Paesi abbiano salari minimi legali e sei abbiano invece salari stabiliti dai contratti collettivi. Si tratta di Danimarca, Svezia, Cipro, Austria, Finlandia e Italia, dove sia il Pd sia il M5s hanno firmato proposte di legge per introdurre un salario minimo legale ma per ora non sono stati fatti progressi. Tuttavia si stima che oltre l’80% dei lavoratori sia coperto dagli accordi collettivi. E, ha chiarito il commissario al lavoro Nicolas Schmit, “noi rispettiamo le tradizioni dei Paesi: tutto quello che riguarda la negoziazione collettiva non sarà toccato”.
L’agenzia Ue Eurofound in un dossier sul salario minimo riassume le cifre oggi previste nei Paesi che hanno un salario minimo. Si va dai 312 euro mensili della Bulgaria ai 2.142 del Lussemburgo. In Francia e Germania i minimi 2020 sono rispettivamente di 1.539 e 1.584 euro. In Grecia quest’anno la cifra è salita da 684 a 758 euro, pur rimanendo più bassa rispetto agli 863 euro del 2010, prima della crisi del debito.