Verso il processo 87 persone fisiche e 7 società, tra cui anche gli istituti di credito Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, BancaAletti. Secondo la procura di Milano i diamanti sarebbero stati venduti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale a centinaia di clienti ignari con la presunta complicità delle banche
Un business da 500 milioni e oltre 300 persone raggirate. L’inchiesta per le truffe sulla vendita dei diamanti, chiusa lo scorso ottobre, oggi ha portato al sequestro di quote societarie e attività finanziarie per un valore di 34 milioni di euro, nei confronti di una holding finanziaria, la Magifin, e di società di distribuzione di diamanti, la Dpi da parte dei finanzieri di Milano. Tra le vittime, come già emerso, anche clienti vip come Vasco Rossi. Il sequestro preventivo è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del pm Grazia Colacicco che che a breve potrà chiedere il processo per 87 persone fisiche e 7 società, tra cui anche gli istituti di credito Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, BancaAletti. In passato furono già sequestrati, anche alle banche, circa 700 milioni. Tra le vittime anche l’industriale Diana Bracco, la conduttrice tv Federica Panicucci e l’ex showgirl Simona Tagli.
I sequestri sono stati eseguiti tra Milano, Roma ed Ancona e sono stati disposti in seguito a ulteriori accertamenti condotti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, che hanno permesso di accertare la riconducibilità della titolarità delle partecipazioni della holding finanziaria, formalmente intestate ai familiari, ad uno dei principali indagati, Maurizio Sacchi, amministratore di Dpi spa, per ostacolare l’identificazione della provenienza dei proventi della truffa.Nell’inchiesta sono stati contestati i reati di truffa aggravata, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza e corruzione tra privati e tra le persone giuridiche finite sotto indagine in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti ci sono pure le due società che vendevano i diamanti, ossia la Intermarket Diamond Business spa (IDB) e la Diamond Private Investment spa (DPI).
Secondo la ricostruzione della Procura i diamanti sarebbero stati venduti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale a centinaia di clienti ignari con la presunta complicità delle banche che sarebbero state ripagate con regalie varie. La Idb, ad esempio secondo la procura di Milano, avrebbe fatto “una serie di regali ai vertici del Banco Bpm e di Unicredit”. In particolare, il dg del Banco Bpm, Maurizio Faroni, uno degli indagati (assieme anche a dirigenti e direttori di filiali degli istituti coinvolti e anche all’ex ad di Banca Aletti, Maurizio Zancanaro), avrebbe ricevuto “oggetti di archeologia”, oltre che 150mila euro di “donazioni” ad una onlus da lui presieduta. È emerso anche che Idb “ha aderito più volte – è scritto negli atti – all’aumento di capitale del Banco Popolare e di Unicredit”. Tra gli indagati nell’inchiesta chiusa in autunno anche Franco Novelli, consigliere di amministrazione della IDB fino al maggio del 2016. Stralciata, invece, la posizione dell’imprenditore Claudio Giacobazzi, che era amministratore delegato della Interamente Diamond Business di Milano (morto suicida nel maggio 2018).