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Trump, l’impeachment passa al Senato. Pelosi: “Ha violato giuramento”. Lui risponde: “Le accuse sono una bufala”

Il 21 gennaio il procedimento arriva al Senato: a differenza della Camera, che è a maggioranza democratica, nel secondo ramo del Parlamento prevalgono i repubblicani. Ci si aspetta dunque che il presidente verrà assolto dalle accuse, che sono abuso di potere e ostruzione del Congresso

Dopo il via libera della Camera dei rappresentanti alla risoluzione per l’invio al Senato dei due articoli per l’impeachment, prenderà il via martedì 21 gennaio nel secondo ramo del Congresso il processo per la messa in stato d’accusa del presidente americano Donald Trump. Lo ha annunciato il capo della maggioranza in Senato, il repubblicano Mitch McConnell. La Camera, a maggioranza democratica e guidata dalla democratica Nancy Pelosi, ha approvato il testo con 228 voti a favore e 193 contrari, testo che prevede anche la nomina dei sette membri del Congresso che gestiranno l’accusa ed i fondi per gestirlo. A presiedere il processo al Senato sarà il capo della Corte Suprema, John Roberts. Per Trump le accuse sono di abuso di potere e ostruzione del Congresso, nell’ambito del cosiddetto Ucrainagate: avrebbe fatto pressioni su Kiev per indagare sul rivale democratico Joe Biden, usando come leva il congelamento di aiuti militari. “Una bufala”, è tornato a definirla il tycoon. Ci si aspetta che Trump in Senato, a salda maggioranza repubblicana a differenza della Camera, verrà assolto dalle accuse e non verrà dunque destituito, ma il processo occuperà il centro dell’attenzione nel mezzo della campagna per le elezioni presidenziali di quest’anno.

I nuovi documenti del Washington Post – “Siamo qui per passare una soglia molto importante nella storia dell’America”, ha dichiarato Pelosi prima del voto. “Il presidente ha violato il suo giuramento, minando la nostra sicurezza nazionale, mettendo a rischio l’integrità delle nostre elezioni”, ha aggiunto. La Camera ha non solo passato la palla al Senato, ma anche approvato i nomi dei membri del Congresso che rappresenteranno l’accusa. Ad annunciarli qualche ora prima era stata la stessa Pelosi. Si tratta di sette democratici tra i quali figurano due presidenti di commissione: il presidente della commissione intelligence della Camera Adam Schiff, che ha coordinato le indagini per la messa in stato d’accusa di Trump, e quello della commissione Giustizia, Jerry Nadler.

A difendere il magnate repubblicano, invece, saranno gli avvocati della Casa Bianca Pat Cipollone e Jay Sekulow. E intanto i Dem alla Camera hanno presentato nuovi documenti che potrebbero aggravare la posizione del presidente. Spiegano di averli ottenuti da una persona vicina a Rudy Giuliani, l’avvocato personale di Trump, cioè Lev Parnas. Fra le carte c’è una nota scritta a mano da Parnas in cui si fa riferimento esplicito al fatto di chiedere al presidente ucraino di indagare “sul caso Biden”. Ma soprattutto emerge che Parnas discuteva con Giuliani e un altro legale della rimozione dell’ambasciatrice Usa in Ucraina, Marie Yovanovitch, che effettivamente avvenne su ordine di Trump ed è stata al centro dell’indagine dei Dem: i nuovi documenti, riassume il Washington Post, suggeriscono che la rimozione potrebbe essere avvenuta per compiacere l’Ucraina in cambio di informazioni sui Biden. A questo punto tutti gli occhi sono puntati su martedì: è per allora che, secondo il leader repubblicano in Senato Mitch McConnell, è previsto l’inizio del processo a Trump.