Il legale della capitana della Sea Watch 3: "In quel periodo ricordo una particolare tensione politica e adesso siamo felici per l’esito di questa vicenda. I giudici hanno dato ragione a noi"
È stato respinto dalla Cassazione il ricorso della Procura di Agrigento contro l’ordinanza che lo scorso 2 luglio ha rimesso in libertà Carola Rackete, la comandante della nave Sea watch3 approdata a Lampedusa forzando il blocco.
Carola Rackete ha commentato la decisione sui social: “Nessuno dovrebbe esser perseguito per aver aiutato persone in difficoltà”, ha scritto su Twitter. “Si tratta di un verdetto importante per tutti gli operatori umanitari”.
“Non conosciamo ancora le motivazioni” ha detto l’avvocato Leonardo Marino all’agenzia Adnkronos “ma adesso sappiamo con certezza che avevamo ragione noi: Carola Rackete non andava arrestata. Vedremo adesso se la Procura di Agrigento darà seguito a questa pronuncia della Cassazione – prosegue – o se andrà avanti su questa sua tesi”. E ancora: “Arrestata perché aveva salvato vite umane“. Infine conclude: “In quel periodo ricordo una particolare tensione politica e adesso siamo felici per l’esito di questa vicenda. I giudici della Cassazione hanno dato ragione a noi”.
Non si è fatto attendere il commento di Matteo Salvini che, da Riace, parla di “ingiustizia” del sistema italiano: “Si ritiene che una signorina tedesca, che ha rischiato di uccidere dei militari italiani, non debba essere processata. E invece si vuole processare un ministro che ha difeso i confini del suo Paese”. Affermazione a cui ha risposto Nicola Fratoianni, parlamentare di Sinistra Italiana-Leu: “C’è una differenza molto semplice: Carola Rackete ha salvato degli esseri umani. Salvini no, anzi ha messo in condizione di pericolo delle persone fragili e in difficoltà”.