A Roma centinaia di famiglie assegnatarie di case popolari del Comune di Roma sono state costrette per settimane a vivere al freddo. I motivi del disservizio sono stati svariati: dai guasti, al mancato acquisto di gasolio per gli impianti centralizzati.

A Roma, come nel resto dei Comuni italiani, siamo di fronte a un sistema di riscaldamento nelle case di edilizia residenziale pubblica ancora in gran parte basato su impianti centralizzati e inquinanti, oltretutto con costi di gestione elevati.

Le criticità emerse a Roma, a causa della mancata erogazione del servizio di riscaldamento nelle case comunali di edilizia residenziale pubblica, hanno messo a rischio la salute delle famiglie e in particolare di anziani e minori, e devono essere affrontate strutturalmente.

Questa problematica si può affrontare con programmi che puntino all’efficientamento energetico, tema che dovrebbe vedere i Comuni in prima linea. Questo oggi è possibile: la legge di bilancio per il 2020 ha reso disponibili risorse per i Comuni e la possibilità di affrontare il tema dell’efficientamento energetico nelle case Erp in maniera concreta.

Infatti la legge 27 dicembre 2019 n. 160 all’articolo 1 (comma 29) destina, per gli anni dal 2020 al 2024, ai Comuni, 500 milioni di euro annui. Si tratta di contributi per investimenti destinati a opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile.

La legge di bilancio ha disposto che l’importo dei contributi spettanti a ciascun comune siano attribuiti entro il 31 gennaio 2020 con decreto del ministero dell’Interno, e che l’importo sia ripartito per gli anni dal 2020 al 2024. Si tratta quindi di 2,5 miliardi disponibili per interventi di risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, nonché altri interventi per lo sviluppo sostenibile del territorio.

È questa l’occasione per programmi realizzati dai comuni nelle case di edilizia residenziale pubblica di sostituzione delle obsolete caldaie; per realizzare impianti autonomi di riscaldamento; per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

In questo modo si garantirebbe alle famiglie assegnatarie di case di edilizia residenziale pubblica il servizio di riscaldamento a costi decisamente minori, si inquinerebbe meno, e questi interventi rappresenterebbero un importante volano occupazionale.

Proprio per questi motivi l’Unione Inquilini e l’Associazione Verdi, Ambiente e Società hanno lanciato una campagna nei Comuni, a partire da Roma, con assemblee nei caseggiati di edilizia residenziale pubblica, per sostenere la richiesta ai comuni di attivazione immediata e per individuare gli interventi prioritari e la loro programmazione per i prossimi anni, pronti, quindi, come disposto dalla legge di bilancio a partire con i lavori dal 15 settembre 2020.

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