Le esportazioni italiane a novembre hanno registrato un brusco calo: -4,2% rispetto al mese precedente e -3,2% su base annua, secondo i dati Istat. È la diminuzione mensile più forte dal giugno 2011. Tuttavia, l’istituto spiega che gran parte del calo è dovuta alle “movimentazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale) verso i paesi extra Ue registrate a ottobre 2019 e a novembre 2018: al netto di queste, la flessione dell’export è meno ampia”: -1,1% su mese, -2,1% su anno. L’import resta invariato a novembre rispetto a ottobre, mentre su base annua cala del 5,9%.

Il calo congiunturale (ossia su base mensile) dell’export è da ascrivere in particolare all’ampia diminuzione delle vendite verso i mercati extra Ue (-8,1%), mentre le vendite verso l’area Ue diminuiscono in modo più contenuto (-0,9%). Su base annua la flessione dell’export è meno marcata ma sempre consistente (-3,2%). Vi contribuisce per due punti percentuali il calo delle vendite di macchinari, metalli e prodotti dell’elettronica. Se si osservano in dettaglio i dati dei settori che contribuiscono maggiormente alla diminuzione dell’export tendenziale (ossia su base annua), si notano mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-23,7%), macchinari e apparecchi n.c.a. (-5,5%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-5,1%) e computer, apparecchi elettronici e ottici (-11,5%). In aumento, su base annua, le esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+22,4%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (+5,9%) e articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (+3,0%).

Nel trimestre settembre-novembre 2019 rispetto al precedente si rileva invece un aumento delle esportazioni (+1,4%) e una lieve contrazione delle importazioni (-0,6%). Nei primi undici mesi del 2019, l’aumento su base annua dell’export (+2,1%) è trainato dalle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+25,8%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,3%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (+9,2%) e articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (+6,8%).

La diminuzione tendenziale dell’import (-5,9%) è principalmente determinata dal forte calo registrato per i mercati extra Ue (-10,6%), mentre per i paesi dell’area Ue la flessione è meno ampia (-2,7%). I prezzi all’importazione segnano un’attenuazione della flessione su base annua (-2,1% da -3,8% di ottobre), dovuta al ridimensionamento del calo tendenziale dei prezzi dell’energia, più marcato nell’area non euro.

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