Il comitato di garanzia del Movimento 5 stelle ha confermato la decisione dei probiviri. Ora resta la possibilità di un ricorso davanti al giudice ordinario, il legale Eugenio Piccolo all’Adnkronos: "Non c'è stata alcuna valutazione di quelle eccezioni pregiudiziali da noi sollevate"
Il comitato di garanzia del Movimento 5 stelle ha confermato l’espulsione del senatore Gianluigi Paragone che aveva presentato ricorso contro la decisione dei probiviri. Ora resta la possibilità di un ricorso davanti al giudice ordinario, paventata dallo stesso Paragone giorni fa in caso di conferma dell’espulsione: “Presto parlerò con lui e prenderemo una decisione. Faremo una valutazione approfondita”, dice all’Adnkronos Eugenio Piccolo, legale del senatore. Che in merito alla decisione del comitato di garanzia commenta: “Non c’è stata alcuna valutazione di quelle eccezioni pregiudiziali da noi sollevate, relative alla costituzione del collegio probiviri e dello stesso comitato garanzia, dove siedono membri in palese conflitto di interessi“. Intanto è arrivato anche il commento di Matteo Salvini: “Le porte della Lega sono aperte per chi crede nel cambiamento e non vuole abbracciare Renzi e Zingaretti”, ha detto all’Ansa.
Nel documento prodotto dal comitato di garanzia – composto da Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri – “c’è la conferma nel merito della ‘gravità‘ del comportamento del parlamentare, evidenziata dal collegio dei probiviri”, dice il legale Piccolo. “Noi – prosegue – siamo assolutamente consapevoli, certi, dell’incompatibilità del collegio dei probiviri: basti ricordare che Riccardo Fraccaro lasciò l’incarico quando divenne ministro. Ma siamo certi anche dell’incompatibilità dei membri del comitato di garanzia. Lo dice lo statuto e il codice etico”. “Non si possono svolgere quei ruoli se si ricoprono altri incarichi politici”, conclude il legale di Paragone.
Paragone è finito sotto accusa per aver votato contro la fiducia al governo sulla legge di Bilancio, ma anche per le sue posizioni critiche degli ultimi tempi. Tra le dichiarazioni che più hanno fatto discutere c’è stata un’intervista ad Agorà durante la quale ha dichiarato: “Di Maio non ha più il potere del capo politico”. La notizia dell’espulsione è arrivata la sera del primo gennaio e il senatore ha protestato postando su Facebook la foto di una pagina bianca con carta intestata del Senato e la frase: “Sono stato cacciato dal nulla”. A difenderlo è stato soprattutto l’ex deputato Alessandro Di Battista, tanto che nella sua ultima intervista Paragone ha dichiarato: “Faremo qualcosa di culturale insieme”.