Olivetti, la storia dell’azienda è una metafora dell’incapacità politica nostrana
Fino ad alcuni anni fa la stragrande maggioranza degli studenti di una laurea magistrale in economia ignorava completamente cosa fosse la Olivetti: nulla del passato nulla del presente, se ne parlava pochissimo e se ne sapeva ancor meno. Da un po’ di tempo, al contrario, i giornali ne parlano sempre di più, ricordano quale campione di impresa eterodossa e vincente fosse la Olivetti – una specie di Apple in anticipo di almeno quarant’anni, guidata da un signore molto più mite e più colto, ma non meno geniale di Steve Jobs.
Ma dalla fiction televisiva su Adriano Olivetti in poi, andata in onda su Rai 1, pare che l’ordine di scuderia sia divenuto quello di fare un santino del grande imprenditore di Ivrea. Con una “lieve” mancanza. Anche Walter Veltroni, tra gli altri, recentemente sul Corriere della Sera ha rievocato una pagina gloriosa e triste (come è tutta la storia dell’Olivetti), relativa alla realizzazione del primo computer e di uno dei suoi ideatori più importanti, quell’ingegnere cinese e italiano, Mario Tchou, scomparso in circostanze misteriose.
Tutto bene, uno direbbe: le conoscenze finalmente aumentano, la verità si sta facendo largo. Ma purtroppo non è così. In questo improvviso, nuovo storytelling, la vicenda dell’Olivetti infatti viene raccontata solo fino alla morte prematura di Adriano, dimenticando o correndo rapidi sui fatti successivi al 1960, culminati con la chiusura definitiva dell’ultima fabbrica (2012). Da vivo, Adriano Olivetti ebbe tutti contro. Solo la sua forza, le sue capacità e i suoi successi crescenti gli consentirono di resistere alle aggressioni, alle maldicenze e all’ostilità di gran parte dell’Italia che contava.
E se, come sembra sostenere Walter Veltroni, fu il governo americano a volere la chiusura dell’esperienza pionieristica del reparto computer e a realizzare l’eliminazione fisica dell’ingegner Tchou, questo aggiungerebbe ben poco alla già risaputa idea che l’autodafé informatico del maggiore e più forte concorrente di Ibm fu sicuramente appoggiato dalla politica e dall’industria italiane. Queste mai nascosero la loro scarsa simpatia per un imprenditore che “rosso” certamente non era, ma che aveva il difetto imperdonabile di additare all’Italia un modello rigoroso e calvinista di impresa, eversivo per le consuetudini di gran parte dell’imprenditoria nostrana, ieri come oggi.
In tal modo restano ancor oggi almeno 52 anni di buco nella storia dell’Olivetti – dalla morte di Adriano – che andrebbero approfonditi, studiati e ricordati. Anni ancora più rilevanti e più istruttivi dei decenni precedenti. Anni che ci parlano del progressivo smantellamento dell’Olivetti, di Comunità, di Ivrea, di Pozzuoli e degli innumerevoli prodotti del genio di Adriano, e che ci potrebbero dire molto di più della storia pur gloriosa ma troppo singolare dell’Olivetti nel secondo dopoguerra.
Infatti la storia dell’Olivetti nel dopo-Adriano drammaticamente ci parla, e molto, della politica italiana e dell’incapacità della nostra classe dirigente – attraverso l’assenza di appropriate politiche industriali – di sostenere una crescita che avrebbe dovuto trasformarsi in sviluppo, se avesse saputo scegliere la strada dell’innovazione e non quella della conservazione. Ci dice poi della cultura, degli intellettuali italiani, sempre più proni verso i potenti e i violenti, incapaci di autentiche e originali battaglie per la libertà di pensiero.
È una testimonianza drammatica delle corte visioni degli imprenditori, dell’insufficienza delle istituzioni, degli uomini e delle strutture finanziarie (Mediobanca in testa). È in definitiva una metafora della storia politica, economica e culturale del paese, di come cioè possa essere distrutto un patrimonio e un primato che pure eravamo riusciti a costituire. Una storia che varrebbe bene conoscere, almeno per cercare di non ripetere certi errori.
La storia dell’Olivetti dal 1960 al 2012, della quale appunto solo pochi hanno il coraggio di parlare, non è però esclusivamente la ricostruzione delle vicende dell’Italia contemporanea. È la fotografia della crisi presente, dell’incapacità di coniugare ricchezza materiale e benessere civile, dei problemi apparentemente insormontabili che abbiamo a diventare un paese moderno, senza perdere le nostre peculiarità, senza tradire le nostre radici, senza scimmiottare o farci imporre modelli altrui.
È la chiave per capire il nostro futuro. E forse proprio per questo meglio non parlarne.
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La Redazione
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che l'Europa è consapevole che i suoi legami con gli Stati Uniti sono entrati in una "nuova fase", dopo aver partecipato a una riunione di emergenza sulla sicurezza con altri leader europei a Parigi. "Tutti a questo incontro sono consapevoli che le relazioni transatlantiche, l'alleanza Nato e la nostra amicizia con gli Stati Uniti sono entrate in una nuova fase. Lo vediamo tutti", ha detto Tusk ai giornalisti a Parigi.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha invitato gli Stati Uniti a fornire "una garanzia di sicurezza" in Ucraina, affermando che è "l'unico modo" per dissuadere la Russia dall'attaccare nuovamente il Paese.
"Sono pronto a prendere in considerazione un impegno delle forze britanniche sul terreno insieme ad altri se si raggiungerà un accordo di pace duraturo", ha dichiarato il leader, dopo un incontro di emergenza a Parigi con i suoi omologhi europei. “Ma deve esserci il sostegno degli Stati Uniti, perché una garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti è l’unico modo per scoraggiare efficacemente la Russia dall’attaccare nuovamente l’Ucraina”, ha aggiunto.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Luca Tomassini, ex rappresentante legale della Vetrya, che si era aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026, si è presentato in procura a Milano e si è riservato di tornare per spiegare alcuni aspetti dell'inchiesta per turbativa d'asta e corruzione. Accompagnato dal difensore Giordano Balossi, l'indagato ha interloquito con i titolari dell'indagine - l'aggiunta Tiziana Siciliano e coi pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - e si è riservato su un possibile interrogatorio più approfondito. Confronto atteso a breve e comunque prima della scadenza del termine delle indagini che è previsto per metà marzo.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di voler creare un'agenzia speciale per la "partenza volontaria" dei residenti di Gaza, dopo l'impegno del primo ministro a rispettare il piano del presidente americano di prendere il controllo del territorio palestinese e di sfollarne gli abitanti.
"Il ministro della Difesa Israel Katz ha tenuto una riunione oggi sulla partenza volontaria dei residenti di Gaza, dopo di che ha deciso di creare un'agenzia speciale per la partenza volontaria dei residenti di Gaza all'interno del Ministero della Difesa", si legge in una nota del ministero.
Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.
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Sergio Noto
Professore di Storia economica presso l’Università di Verona
Economia & Lobby - 17 Gennaio 2020
Olivetti, la storia dell’azienda è una metafora dell’incapacità politica nostrana
Fino ad alcuni anni fa la stragrande maggioranza degli studenti di una laurea magistrale in economia ignorava completamente cosa fosse la Olivetti: nulla del passato nulla del presente, se ne parlava pochissimo e se ne sapeva ancor meno. Da un po’ di tempo, al contrario, i giornali ne parlano sempre di più, ricordano quale campione di impresa eterodossa e vincente fosse la Olivetti – una specie di Apple in anticipo di almeno quarant’anni, guidata da un signore molto più mite e più colto, ma non meno geniale di Steve Jobs.
Ma dalla fiction televisiva su Adriano Olivetti in poi, andata in onda su Rai 1, pare che l’ordine di scuderia sia divenuto quello di fare un santino del grande imprenditore di Ivrea. Con una “lieve” mancanza. Anche Walter Veltroni, tra gli altri, recentemente sul Corriere della Sera ha rievocato una pagina gloriosa e triste (come è tutta la storia dell’Olivetti), relativa alla realizzazione del primo computer e di uno dei suoi ideatori più importanti, quell’ingegnere cinese e italiano, Mario Tchou, scomparso in circostanze misteriose.
Tutto bene, uno direbbe: le conoscenze finalmente aumentano, la verità si sta facendo largo. Ma purtroppo non è così. In questo improvviso, nuovo storytelling, la vicenda dell’Olivetti infatti viene raccontata solo fino alla morte prematura di Adriano, dimenticando o correndo rapidi sui fatti successivi al 1960, culminati con la chiusura definitiva dell’ultima fabbrica (2012). Da vivo, Adriano Olivetti ebbe tutti contro. Solo la sua forza, le sue capacità e i suoi successi crescenti gli consentirono di resistere alle aggressioni, alle maldicenze e all’ostilità di gran parte dell’Italia che contava.
E se, come sembra sostenere Walter Veltroni, fu il governo americano a volere la chiusura dell’esperienza pionieristica del reparto computer e a realizzare l’eliminazione fisica dell’ingegner Tchou, questo aggiungerebbe ben poco alla già risaputa idea che l’autodafé informatico del maggiore e più forte concorrente di Ibm fu sicuramente appoggiato dalla politica e dall’industria italiane. Queste mai nascosero la loro scarsa simpatia per un imprenditore che “rosso” certamente non era, ma che aveva il difetto imperdonabile di additare all’Italia un modello rigoroso e calvinista di impresa, eversivo per le consuetudini di gran parte dell’imprenditoria nostrana, ieri come oggi.
In tal modo restano ancor oggi almeno 52 anni di buco nella storia dell’Olivetti – dalla morte di Adriano – che andrebbero approfonditi, studiati e ricordati. Anni ancora più rilevanti e più istruttivi dei decenni precedenti. Anni che ci parlano del progressivo smantellamento dell’Olivetti, di Comunità, di Ivrea, di Pozzuoli e degli innumerevoli prodotti del genio di Adriano, e che ci potrebbero dire molto di più della storia pur gloriosa ma troppo singolare dell’Olivetti nel secondo dopoguerra.
Infatti la storia dell’Olivetti nel dopo-Adriano drammaticamente ci parla, e molto, della politica italiana e dell’incapacità della nostra classe dirigente – attraverso l’assenza di appropriate politiche industriali – di sostenere una crescita che avrebbe dovuto trasformarsi in sviluppo, se avesse saputo scegliere la strada dell’innovazione e non quella della conservazione. Ci dice poi della cultura, degli intellettuali italiani, sempre più proni verso i potenti e i violenti, incapaci di autentiche e originali battaglie per la libertà di pensiero.
È una testimonianza drammatica delle corte visioni degli imprenditori, dell’insufficienza delle istituzioni, degli uomini e delle strutture finanziarie (Mediobanca in testa). È in definitiva una metafora della storia politica, economica e culturale del paese, di come cioè possa essere distrutto un patrimonio e un primato che pure eravamo riusciti a costituire. Una storia che varrebbe bene conoscere, almeno per cercare di non ripetere certi errori.
La storia dell’Olivetti dal 1960 al 2012, della quale appunto solo pochi hanno il coraggio di parlare, non è però esclusivamente la ricostruzione delle vicende dell’Italia contemporanea. È la fotografia della crisi presente, dell’incapacità di coniugare ricchezza materiale e benessere civile, dei problemi apparentemente insormontabili che abbiamo a diventare un paese moderno, senza perdere le nostre peculiarità, senza tradire le nostre radici, senza scimmiottare o farci imporre modelli altrui.
È la chiave per capire il nostro futuro. E forse proprio per questo meglio non parlarne.
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Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che l'Europa è consapevole che i suoi legami con gli Stati Uniti sono entrati in una "nuova fase", dopo aver partecipato a una riunione di emergenza sulla sicurezza con altri leader europei a Parigi. "Tutti a questo incontro sono consapevoli che le relazioni transatlantiche, l'alleanza Nato e la nostra amicizia con gli Stati Uniti sono entrate in una nuova fase. Lo vediamo tutti", ha detto Tusk ai giornalisti a Parigi.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha invitato gli Stati Uniti a fornire "una garanzia di sicurezza" in Ucraina, affermando che è "l'unico modo" per dissuadere la Russia dall'attaccare nuovamente il Paese.
"Sono pronto a prendere in considerazione un impegno delle forze britanniche sul terreno insieme ad altri se si raggiungerà un accordo di pace duraturo", ha dichiarato il leader, dopo un incontro di emergenza a Parigi con i suoi omologhi europei. “Ma deve esserci il sostegno degli Stati Uniti, perché una garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti è l’unico modo per scoraggiare efficacemente la Russia dall’attaccare nuovamente l’Ucraina”, ha aggiunto.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Luca Tomassini, ex rappresentante legale della Vetrya, che si era aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026, si è presentato in procura a Milano e si è riservato di tornare per spiegare alcuni aspetti dell'inchiesta per turbativa d'asta e corruzione. Accompagnato dal difensore Giordano Balossi, l'indagato ha interloquito con i titolari dell'indagine - l'aggiunta Tiziana Siciliano e coi pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - e si è riservato su un possibile interrogatorio più approfondito. Confronto atteso a breve e comunque prima della scadenza del termine delle indagini che è previsto per metà marzo.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di voler creare un'agenzia speciale per la "partenza volontaria" dei residenti di Gaza, dopo l'impegno del primo ministro a rispettare il piano del presidente americano di prendere il controllo del territorio palestinese e di sfollarne gli abitanti.
"Il ministro della Difesa Israel Katz ha tenuto una riunione oggi sulla partenza volontaria dei residenti di Gaza, dopo di che ha deciso di creare un'agenzia speciale per la partenza volontaria dei residenti di Gaza all'interno del Ministero della Difesa", si legge in una nota del ministero.
Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.