Una “giornata epocale” durante la quale si aspettano “un flusso di circa 30mila persone” e per la cui organizzazione sono stati raccolti “circa 70mila euro grazie a 3028 donatori”. E’ stato Mattia Santori, portavoce del movimento delle sardine, nel corso di una conferenza stampa, a lanciare l’appuntamento di domenica 19 gennaio in piazza VIII agosto a Bologna. L’evento, pensato e voluto per chiudere la campagna elettorale in vista delle Regionali in Emilia Romagna, arriva esattamente due mesi dopo la prima piazza spontanea per contrastare il primo comizio in città del leader del Carroccio Matteo Salvini. Da quel giorno sono state decine le manifestazioni e quello che avrebbe dovuto essere un semplice flash mob, si è trasformato in un movimento che ora cerca, ogni giorno di più, di strutturarsi. Le sardine sono riuscite a ottenere le adesioni di artisti e scrittori come: Afterhours, Subsonica, Marracash, Pif, Moni Ovadia e Alessandro Bergonzoni. “Quando si affronta una campagna elettorale con questa destra, si sa che si verrà invasi da una retorica molto aggressiva e poco rispettosa della dignità delle persone”, ha detto sempre Santori ai giornalisti. “Noi, invece, restituiamo dignità a un territorio”.

Se da una parte le sardine insistono nel dire che non intendono strutturarsi come partito politico, dall’altra il portavoce non ha escluso la possibilità di un confronto con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Credo che siamo sempre più vicini al momento in cui sarebbe bello potersi finalmente incontrare”, ha detto, “ci sono temi come i decreti sicurezza e la democrazia digitale su cui vorremmo iniziare un’interlocuzione”. Santori ha ricordato l’apertura del premier nelle scorse settimane, anche se “non ci è arrivata alcuna lettera di richiesta”. “Sarebbe bello poterci incontrare per raccontargli cosa è successo e cosa sta succedendo”. Le sardine hanno già alcune proposte, tra cui quella di “associare a ogni profilo social un’identificazione e introdurre un daspo per chi viola le regole della convivenza civile”. Hanno specificato che si tratta di “proposte embrionali”: “Vorremmo avere un confronto col governo su questi temi. Associare a ogni profilo un’identificazione, che sia la residenza o un codice fiscale, è fondamentale”, ricordando che “non si può scatenare odio senza un effetto reale, senza pagare le responsabilità”. Dunque, “quello che chiediamo è che, come in un’area pubblica, se il mio comportamento è tacciato o tacciabile di violenza, si introduca un daspo anche sui social network”.

Le sardine, in queste ore, sono anche al centro di uno scontro con il leader del Carroccio che vede al centro la piazza di Bibbiano. Il movimento è riuscito a prenotare il palco della piazza prima di Salvini, ma la Lega, in quanto partito politico, avrebbe la precedenza. Nelle scorse ore i sindaci della zona hanno fatto un appello perché nessuno dei due si presenti, per evitare le strumentalizzazioni. “Non siamo noi un pericolo di sciacallaggio per la città di Bibbiano, noi siamo l’anticorpo”, ha detto sempre Santori. “Se loro diranno ‘Non ci andiamo’ (la Lega ndr), a noi va benissimo, se Bibbiano dice ‘Non vogliamo né uno, né l’altro’, noi siamo d’accordo”. Santori ha ribadito che le sardine hanno prenotato la piazza prima della Lega: “Si è dimostrato che le Sardine sono molto più forti della Bestia di Salvini, quando si entra nella realtà fisica”, perché “quando si tratta di organizzare le piazze, siamo più scaltri: appena saputo della chiusura della campagna elettorale annunciata da Salvini a Bibbiano, le sardine reggiane hanno subito prenotato la piazza, perché questi polli hanno annunciato l’evento senza averlo fatto”. Santori ha anche mostrato un documento: “Abbiamo un foglio della Questura che lo certifica, carta canta, quella piazza è nostra, tra virgolette”. Tuttavia, Santori ha chiarito che il movimento è pronto a rinunciare al presidio se anche il Carroccio farà lo stesso: “Avevamo detto ‘evitiamo la trappola di Bibbiano’, ma sono stati i cittadini della Val d’Enza a chiamarci e a chiederci di fare qualcosa”. Dunque, “prima siano loro a rinunciare, perché noi andiamo a difendere la dignità di un Paese composto da gente vera” e “chi ha sbagliato, se la vedrà con la magistratura e non con una pagina Facebook”.

Santori ha anche annunciato che l’otto marzo prossimo le sardine si riuniranno nuovamente in un evento nazionale per “non disperdere il patrimonio di questi mesi”. “Non diventeremo un partito”, ha detto, ammettendo, però, che all’interno delle sardine ci sono posizioni diverse: “Personalmente credo che in questo momento ci interessi dialogare con la politica, non come partito”. Dopo le elezioni del 26 gennaio, dunque, si aprirà la cosiddetta ‘fase 3’: “Torneremo a dare ascolto alla struttura nazionale, che ci chiede che futuro ci sarà”, ha continuato. Quello dell’8 marzo sarà “un weekend di convivenza, in cui si parlerà di varie tematiche a livello nazionale, di struttura e organizzazione capillare, di quale sarà la casa digitale” e si prepareranno le prossime sfide elettorali regionali: “Il grosso dramma è che partiranno sei campagne diversissime tra loro e dobbiamo arrivare a capire quale sarà la nostra linea”.

Tra le altre cose le sardine hanno anche parlato della candidata del Carroccio alle Regionali in Emilia Romagna Lucia Borgonzoni: “Su 36 post sponsorizzati ne ha pubblicato uno di programma e 14 di aspetto personale. Continuate a chiedere alle sardine un programma, dov’è il programma di un partito politico populista?”, ha detto sempre Santori. 36 post sono costati 26mila euro, “una cifra che per noi è molto alta”. Il numero più alto, 14, riguardano “i cosiddetti post del ‘buongiorno’ e della ‘buonanotte’, in cui di politico non c’è nulla”. Seguono 11 di attacchi a Bonaccini e al Pd, 7 su Bibbiano, tre contro le stesse sardine e uno di programma, “in cui si dice che le case popolari vadano prima agli italiani”. Insomma, ha aggiunto Santori, “di lungimirante per questa Regione non c’è nulla: non si parla di ambiente, di istruzione, di sanità, di diritti, non si parla di niente”. Una visione che proprio le sardine intendono contrastare, scendendo di nuovo in piazza domenica 19 novembre.

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