Gli attacchi iraniani dell’8 gennaio, in risposta al raid che ha ucciso il generale delle Forze Quds, Qassem Soleimani, hanno colpito anche militari americani. Poco dopo l’offensiva di Teheran che ha sganciato missili su due basi irachene che ospitavano anche militari Usa, il presidente americano aveva twittato che andava “tutto bene”, confermando questa versione anche nel suo discorso del giorno seguente, ma il Pentagono rende noto che in quell’attacco sono rimasti feriti 11 soldati a stelle e strisce.

Il capitano Bill Urban, dal Dipartimento della Difesa, ha comunicato che “mentre non ci sono uomini in servizio uccisi nell’attacco iraniano dell’8 gennaio contro la base al-Asad, molti sono stati curati per i sintomi di commozioni causate dall’esplosione e sono ancora sotto controllo”. Il militare ha precisato che “i sintomi sono emersi alcuni giorni dopo il fatto e sono stati trattati con abbondante cautela”.

Era stata inizialmente la coalizione anti-Isis a dichiarare in una nota che “mentre nessun membro del servizio americano è stato ucciso nell’attacco iraniano dell’8 gennaio alla base aerea di al-Asad, molti sono stati curati per sintomi di commozione cerebrale causati dall’esplosione e sono ancora in fase di valutazione”. Il portavoce del Pentagono ha poi precisato che otto persone sono state trasportate al Landstuhl Regional Medical Center in Germania e tre sono state inviate a Camp Arifjan in Kuwait per “accertamenti”: “La procedura standard prevede che tutto il personale presente sul luogo di una esplosione venga sottoposto a screening per lesioni cerebrali traumatiche e, se è il caso, a un livello di assistenza più elevato”, ha detto Urban. “Tutti i soldati nelle immediate vicinanze dell’esplosione sono stati visitati e valutati secondo la procedura standard, secondo il Dipartimento della Difesa. Se saranno ritenuti idonei al servizio dopo lo screening, torneranno in Iraq”.

La prima a smentire la versione diffusa dalla Difesa Usa è stata, giovedì, una fonte militare americana in condizione di anonimato che alla Cnn ha detto che otto persone erano state trasferite in Germania e tre in Kuwait per ricevere le cure necessarie alcuni “giorni dopo il fatto”.

“Va tutto bene! Missili lanciati dall’Iran a due basi militari in Iraq. Stiamo facendo una ricognizione dei danni e delle vittime in queste ore. Finora va bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Rilascerò una dichiarazione in mattinata”, aveva scritto Trump poco dopo l’attacco missilistico ribattezzato dagli ayatollah “Soleimani Martire”.

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