Come facevano presagire i dati di metà anno, il 2019 ha visto ripartire a pieno ritmo la macchina degli appalti. Con una fortissima accelerazione sia per le opere di valore superiore ai 50 milioni sia per quelle più piccole affidate dai Comuni, che finora erano risultati più lenti della media nel portare a termine l’iter di realizzazione dei lavori. Da un lato hanno contribuito le risorse riservate ai sindaci per realizzare i progetti di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile (il “piano Fraccaro”), utilizzate dal 98% degli enti. Dall’altro lo Sblocca Cantieri diventato legge lo scorso giugno ha dunque iniziato a dare buoni risultati, al netto delle critiche sull’ennesimo cambio in corsa e delle polemiche sull’innalzamento a 150mila euro della soglia sotto la quale è consentito l’affidamento diretto previa consultazione di tre operatori.
I dati, rilanciati venerdì dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, sono stati diffusi nei giorni scorsi dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) e dal centro ricerche Cresme. Secondo l’Ance, con riferimento ai Comuni “i dati della spesa in conto capitale della Ragioneria Generale dello Stato (Siope) segnano nei primi 10 mesi del 2019 un aumento del 16%“, pur restando molto sotto i livelli del 2008. Risultati che dipendono “dallo sblocco degli avanzi di amministrazione degli enti locali e dall’effettiva realizzazione dei programmi di spesa previsti nelle ultime leggi di bilancio (es. Piano investimenti per i piccoli comuni)”, si legge nell’Osservatorio congiunturale di gennaio. Non mancano forti differenze a livello territoriale: rispetto al buon andamento delle spese in conto capitale nelle regioni del Nord Ovest, che “hanno registrato un incremento di oltre un quarto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+27%)”, e ai risultati ancora positivi delle regioni del Nord Est (+20%) e del Centro Italia (+19%), nel Mezzogiorno in progresso è stato solo del 4 per cento.
Per quanto riguarda l’andamento generale delle gare di appalto, il blocco delle gare paventato a causa delle continue modifiche al Codice appalti non c’è stato. Secondo l’Osservatorio Cresme-Edilizia e Territorio i lavori messi a gara l’anno scorso ammontano a 39,9 miliardi, il 39,2% in più rispetto al 2018. Non il “new deal” auspicato a fine 2018 dall’economista Gustavo Piga ma un risultato comunque oltre le attese. Sono aumentate del 132%, in particolare, le gare per lavori sopra i 50 milioni, le cosiddette grandi opere.
Per il futuro, la nuova legge di Bilancio ha prorogato per i prossimi cinque anni lo stanziamento di 500 milioni l’anno a favore dei Comuni per opere di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. I contributi vanno da un massimo di 50mila euro per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti ai 250mila euro per quelli oltre 250mila abitanti. I sindaci potranno utilizzare i fondi anche per la messa in sicurezza degli edifici pubblici, progetti per la mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle barriere architettoniche.