“La ‘ndrangheta non esiste senza la politica corrotta. Queste elezioni si giocano su quanti andranno a votare. Se vota il 70 o l’80 per cento dei calabresi, la ‘ndrangheta non conterà più nulla”. Con queste parole Luigi Di Maio è intervenuto a Lamezia Terme, negli ultimi giorni di campagna elettorale per le regionali del 26 gennaio. Se la sanità non lavora per voi è perché i politici nominano i loro amici, e quelli danno appalti e consulenze. Trent’anni di ruberie. Non esiste la ‘ndrangheta senza la politica corrotta. Domenica si deciderà se vostro figlio dovrà farsi un biglietto di sola andata per Berlino e Londra. Io mi fido di voi, comunque andrà. Noi ci fidiamo dei calabresi. Comunque andrà, per la prima volta il Movimento entrerà in consiglio regionale”, ha aggiunto il leader del M5s. Che poi ha inviato dal palco un “grande abbraccio all’Arma dei carabinieri, a tutti gli inquirenti e al dottor Gratteri per gli arresti delle ultime settimane che ci permettono di ricordare che lo Stato può sconfiggere la mafia e la ‘ndrangheta, ma dobbiamo sostenere le forze dell’ordine e liberarci della politica corrotta”.
Quella di Di Maio in Calabria era una visita attesa, visto che il Movimento candida Francesco Aiello, docente universitario e cugino di primo grado del boss Luigi Aiello, ucciso a Soveria Mannelli il 21 dicembre 2014 nella faida del Reventino tra gli Scalise e i Mezzatesta. Una parentela che ha spaccato il Movimento, con il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra che ha annunciato l’intenzione di non sostenere la lista dei 5 stelle in Calabria. “Non penso affatto che le lacerazioni nel M5S intorno al mio nome avranno conseguenza sul voto, perché le assenze di questi ultimi giorni riguardano persone che non c’erano neanche prima”, ha detto l’aspirante governatore. Che poi sul palco ha ripetuto le parole di Di Maio: “La merda della Calabria si chiama ‘ndrangheta“.
Il ministro degli Esteri ha commentato anche il prossimo appuntamento interno del Movimento 5 stelle, cioè gli Stati generali che serviranno “per mettere finalmente in piedi una nuova carta dei valori e anche un’organizzazione più efficace perché da solo il capo politico non ce la può fare“. Di Maio si è detto “fiducioso perché possiamo migliorare il movimento. In dieci anni abbiamo approvato tante leggi che erano la nostra identità. Ci sono cose nuove da fare e dobbiamo riorganizzare le nostre forze ed i nostri obiettivi”. In mattinata il capo politico aveva pubblicato un post su facebook per annunciare che “lunedì su Rousseau si vota per eleggere i facilitatori regionali. Ecco le liste di tutti i candidati”. Su Rousseau, quindi, si avvertiva “che nelle regioni Abruzzo, Marche, Trentino Alto-Adige e Veneto per l’Area Formazione e Coinvolgimento non si procederà alla votazione sulla piattaforma Rousseau – si legge nelle ‘istruzioni al voto – in quanto il numero di candidati è uguale o minore rispetto al numero di facilitatori richiesti. In assenza di candidati la designazione sarà a cura del Capo Politico e Team del Futuro”.