Dure le reazioni del mondo politico sulla presenza del rapper all'Ariston. E la replica dell'ufficio stampa dell'artista non si è fatta attendere: “E' evidente - replica il management del rapper - che su questa polemica non solo Junior Cally e le sue rime, ma anche le donne e il sessismo non c'entrano nulla. Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”
Da Matteo Salvini a Marcello Foa fino alle 29 deputate che hanno firmato una lettera indirizzata alla vigilanza Rai per condannare la sua presenza all’Ariston: tutti contro il rapper Junior Cally. “È uno che incita all’odio e alla violenza contro le donne. Per un anno ho lavorato con Giulia Bongiorno per far approvare il codice rosso – dice il segretario della Lega – Oggi leggo che la Rai e il più importante festival della canzone italiana, usando denaro pubblico, sdoganano femminicidio e stupro. Non ho parole: mi auguro che questo tizio non metta mai piede sul palco di Sanremo”.
Gli fa eco il presidente della Rai, Marcello Foa, che esprime “forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata”. “Il Festival – dichiara -, tanto più in occasione del suo 70esimo anniversario, deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico. Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani”. Foa sottolinea come la kermesse sanremese debba “promuovere il rispetto della donna e la bellezza dell’amore. La credibilità di chi canta deve rientrare fra i criteri di selezione. Chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quei testi avanzando pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale“. Il suo auspicio è che “il direttore artistico, che gode di stima anche per essere persona moderata e di buon senso, sappia riportare il Festival nella sua giusta dimensione”
E parole contro la presenza del rapper si leggono anche nella lettera firmata da 29 deputate e indirizzata alla commissione di Vigilanza sulla Rai, all’amministratore delegato Fabrizio Salini, al cda Rai e all’Usigrai, nella quale si chiede ad Amadeus di chiedere scusa per quanto detto in conferenza stampa e si fa riferimento alla presenza del rapper sul palco dell’Ariston “… tra i cantanti in gara è prevista la presenza del rapper per ragazzini Junior Cally, i cui testi – come già evidenziato alla Rai da molte associazioni di donne – sono pieni di violenza, sessismo e misoginia, appare evidente che la direzione artistica del Festival di Sanremo 2020 sia in palese contrasto con il contratto di servizio della Rai”. La deputata Cinzia Leone rincara la dose: “Considero vergognoso che partecipi a Sanremo Junior Cally, un rapper per ragazzini/e che ha nel suo repertorio canzoni contenenti frasi violente e che istigano alla violenza di genere. Ritengo che la Rai dovrebbe svolgere un ruolo importantissimo nel contrastare la violenza contro le donne. Ma quanto meno esigo possa evitare di fomentarla dando spazio a questi ‘cantanti’. Ho ovviamente segnalato tutto con una comunicazione diretta alla Rai”. E la lista di chi non vuole vedere salire sul palco del noto teatro il rapper si allunga, dalla Santanché a Malan.
La risposta dell’ufficio stampa di Junior Cally non si fa attendere: “In merito alle polemiche sui presunti contenuti sessisti dei testi di Junior Cally precisiamo che la posizione dell’artista è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente – sembra banale dirlo, ma non lo è – contro la violenza sulle donne. Non capiamo, inoltre, se la polemica sia di carattere musicale o politica: della partecipazione di Junior Cally a Sanremo si ha notizia dal 31 dicembre e tutti i suoi testi sono disponibili sul web. Mentre del testo di ‘No grazie’ selezionato al Festival di Sanremo e delle sue rime antipopuliste si è venuti a conoscenza solo il 16 gennaio da un’intervista al Corriere della Sera. Il giorno dopo, per pura coincidenza, si accendono polemiche legate a canzoni pubblicate da anni in un età in cui Junior Cally era più giovane e le sue barre erano su temi diverse da quelle di oggi”, sottolinea ancora il management dell’artista.
Nella replica vengono riportati stralci di brani che sono stati presentati all’Ariston nelle scorse edizioni: “… molti artisti che hanno calcato il palco dell’Ariston (in gara o come ospiti) hanno usato frasi più che esplicite: ‘È andata a casa con il negro la troia’ o ‘Ti taglio la gola…ti taglio la gola….appena ti prendo da sola ti taglio la gola!!!’ oppure ‘Sei più bella vestita di lividi’ o ancora, ‘Bella stronza, che hai chiamato la volante quella notte… Mi verrebbe di strapparti, quei vestiti da puttana e tenerti a gambe aperte, finché viene domattina’. O addirittura artisti in gara quest’anno: ‘L’amore è un po’ ossessione, un po’ possesso, carichi la pistola e poi ti sparo in testa’ o co-conduttori al prossimo AltroFestival della Rai: ‘Toccami la gamba, Passami la bamba, Kyto, Poporoya, Jo sono la tua troia, Milano, coca, sushi, moda’”. “E’ evidente – chiude il management del rapper – che su questa polemica non solo Junior Cally e le sue rime, ma anche le donne e il sessismo non c’entrano nulla. Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”.