La procura di Potenza guidata da Francesco Curcio ha spiegato quanto ricostruito finora: cinque auto dei melfitani sono state bloccate da una trentina di ultras del Rionero, alcune sono riuscite a forzare il blocco, mentre la Fiat Punto condotta da Salvatore Laspagnoletta ha investito Fabio Tucciariello, uccidendolo. Per gli inquirenti è "omicidio volontario" e l'agguato dei tifosi della Vultur è stato "pianificato". Tgr Basilicata: "Ritrovate 30 mazze e un cric in un nuovo sopralluogo"
Vaglio Basilicata, domenica, è l’ora di pranzo. Gli ultras del Melfi sono diretti a Tolve per la partita dei gialloverdi con il Real. I tifosi organizzati del Vultur Rionero avrebbero dovuto essere sulla strada verso Brienza, ma non sono lì. Hanno cambiato strada per tendere un “agguato” ai rivali. Lo hanno “preparato” e “pianificato”. Almeno così sostengono gli investigatori che stanno provando a ricostruire come è maturata la morte di Fabio Tucciariello, operaio di 39 anni e tifoso del Rionero, investito a due passi dalla piccola stazione del paese da una Fiat Punto sulla quale viaggiavano tre melfitani.
Un omicidio volontario per la procura potentina guidata da Francesco Curcio, che ha definito quanto accaduto una “violenza tribale” e ha firmato 26 decreti di fermo (un altro se n’è aggiunto in mattinata) nelle ore successive alla morte di Tucciariello. Secondo gli inquirenti gli scontri sono stati preparati e pianificati. Il motivo sarebbe da ricercare in un’antica rivalità tra i gruppi e, più in generale, tra i due paesi. Forse si incontrano in un’area di servizio lungo la statale Potenza-Melfi poco prima dei fatti di Vaglio. Di certo, stando a quanto ricostruito finora, i tifosi del Rionero erano in una strada che non è sul tragitto per Brienza bensì su quella da cui i tifosi del Melfi avrebbero dovuto passare per raggiungere a Tolve.
Quando le cinque auto dei melfitani – “su una vi era anche un bambino”, ha rivelato Curcio – arrivano all’altezza dell’area di sosta vicina alla stazione, ci sono i minibus degli ultras del Rionero ad attenderli. Si trovano quindi la strada sbarrata da una trentina di persone. Un’imboscata. Sul posto, dopo l’omicidio, sono stati ritrovati un tirapugni e alcuni bastoni. E in un nuovo sopralluogo di Digos e vigili del fuoco, come spiega il TgR Rai della Basilicata, sono stati rinvenuti, occultati sopra il tetto della stazione e alcuni cespugli, un cric e altre 30 mazze. È uno dei fattori che lascia ipotizzare la pianificazione e il motivo per il quale la procura parla di una “violenza” tra due tribù: “Una voleva sfidarne un’altra. Tutto era stato preparato, c’è stata sicuramente pianificazione”, ha detto Curcio confermando – assieme al suo vicario Maurizio Cardea e al questore Isabella Fusiello – la tesi già resa nota dal prefetto Annunziato Vardè.
In questi momenti concitati, due vetture dei tifosi del Melfi riescono a passare, altre due fanno in tempo a fare retromarcia. Invece la Fiat Punto guidata da Salvatore Laspagnoletta, 30 anni, rimane bloccata. Scattano le violenze e forse Laspagnoletta, indagato per omicidio volontario, accelera investendo Tucciariello, che muore sul colpo. Secondo Curcio, pur essendo l’auto circondata, da parte del conducente “c’è stata una reazione spropositata”.
La dinamica dei fatti di Vaglio Basilicata ricorda da vicino quella che il 26 dicembre 2018 portò alla morte dell’ultras varesino Dede Belardinelli prima del match tra Inter e Napoli a San Siro. “Abbiamo anche la sensazione – ha rivelato il procuratore di Potenza – che dovrà essere confermata dalle ulteriori indagini, che sia stata utilizzata anche una ‘staffetta’ per avvertire i tifosi del Rionero dell’arrivo dei tifosi rivali del Melfi”.