L'operazione 'Master black' della Guardia di Finanza ha riguardato il servizio di somministrazione di un'associazione che si è rivelato "ingannevole, spregiudicato e idoneo ad alterare la leale concorrenza". Tra i lavoratori in nero, 13 percepivano l’indennità di disoccupazione. Un'altra operazione contro il lavoro sommerso a Cuneo: scoperti 50 irregolari in 23 aziende
Sono in tutto 250 i lavoratori in nero impiegati del settore della ristorazione e dell’organizzazione di eventi scoperti della Guardia di Finanza di Brescia. L’operazione, denominata Master black, ha coinvolto anche l’Ispettorato territoriale del lavoro, dall’Inps e dall’Inail. Al centro della inchiesta c’è una Onlus con sede a Brescia che metteva a disposizione i propri tesserati a 22 attività di ristorazione del Nord Italia tra Brescia, Bergamo, Milano, Cremona, Pavia, Verona, Vicenza e Bolzano. Tra i lavoratori in nero scoperti, 13 percepivano l’indennità di disoccupazione ed essendo stati assunti in nero e senza aver preventivamente comunicato le prestazioni di attività lavorativa all’Inps, hanno continuato a percepire indebitamente l’assegno con conseguente danno al bilancio.
All’associazione sono stati contestati sia l’utilizzo di lavoratori in nero sia l’illecita somministrazione di manodopera – è stata disposta una sanzione amministrativa per oltre 500mila euro – e l’evasione dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi. L’attività della Onlus, ovvero la pubblicizzazione e la diffusione di un servizio di somministrazione all’apparenza lecito ed economicamente vantaggioso per le imprese utilizzatrici, si è invece rivelato, secondo le indagini delle Fiamme gialle, “ingannevole, spregiudicato e idoneo ad alterare la leale concorrenza nel settore della ristorazione”. Oltre che aggirare le norme in materia di lavoro, legislazione sociale, previdenziale e assistenziale a tutela dei diritti dei lavoratori, la onlus coinvolta avrebbe consentito alle imprese utilizzatrici di disporre di manodopera a costi più bassi.
Operazione a Cuneo – Le Fiamme gialle di Cuneo invece hanno scoperto 50 lavoratori irregolari, di cui 33 “completamente” in nero, in 23 aziende. L’ispezione ha coinvolto in tutto 160 ditte del settore del turismo-ricettivo, agricolo e artigianale per verificare l’osservanza e la corretta applicazione della normativa sull’impiego. Nei confronti delle aziende risultate non in regola è stata emessa una maxi sanzione amministrativa e le Fiamme gialle hanno avanzato agli organi competenti la proposta di sospensione delle attività imprenditoriali. L’operazione rientra nelle attività di contrasto al lavoro sommerso al fine non solo di “contrastare l’evasione fiscale, che produce effetti distorsivi sull’economia reale a discapito degli imprenditori onesti che operano nel rispetto della legge, ma anche a tutelare la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori, facendo sì che vengano riconosciuti loro i previsti diritti previdenziali, assicurativi e contributivi”.