L'attaccante - che ha anche giocato nell'Inter e nell'Ascoli - aveva 71 anni ed era malato da tempo. Presenti ai funerali a Varese vertici della Juventus, Lele Orali, Beppe Marotta, una delegazione della Figc e tanti tifosi comuni. La critica dell'ex giocatore di Juve e allenatore dell'Under 21 per il mancato ricordo su tutti i campi di Serie A: "Sono arrabbiato, in Italia non si rispettano anche persone che fanno cose importanti"
Tanti compagni, vecchi amici, tifosi e gente comune ha partecipato ai funerali di Pietro Anastasi, ex calciatore della Juventus e campione d’Europa con la Nazionale nel 1968, morto venerdì di Sla dopo aver scelto la sedazione assistita. L’attaccante – che ha anche giocato nell’Inter e nell’Ascoli – aveva 71 anni ed era malato da tempo. Tra i presenti anche Lele Oriali, suo compagno in nerazzurro e in Nazionale, nonché i vertici della Juve e l’ad dell’Inter, Beppe Marotta. Per l’ultimo saluto è arrivato a Varese anche Claudio Gentile che si è detto “molto arrabbiato” per il mancato minuto di silenzio su tutti i campi di Serie A. “È una cosa veramente vergognosa. Però in Italia – ha spiegato ai microfoni di Sky Sport– non si rispettano anche persone che fanno cose importanti”. Il bomber catanese era stato uno dei volti più noti nel calcio degli Anni Sessanta e Settanta nella Torino operaia dove dal Mezzogiorno arrivavano migliaia persone in cerca di lavoro.
“Avevamo anche un grande rapporto fuori dal campo. Era tutto per me. Era impossibile non volergli bene. Era una Italia diversa, scherzando ho detto c’era ancora la tv in bianco e nero. Era una persona speciale, riusciva a riunire tutte le fedi calcistiche, era amato e ben voluto da tutti”, il ricordo di Oriali. “Il valore della memoria è molto forte, grazie a Pietro per le emozioni che ci ha dato nell’ambito delle sue prestazioni. Era un attaccante di quelli moderni, coglieva le opportunità che si presentavano in area di rigore. Era un giocatore che tutti gli allenatori avrebbero voluto avere”, ha detto Marotta.
Bandiere a mezz’asta in via Allegri, nel palazzo sede della Figc, e al centro tecnico federale di Coverciano per ricordarlo. La Federazione era presenta a Varese con una delegazione guidata dal segretario generale Marco Brunelli. “Salutiamo una leggenda del calcio italiano – dice il presidente Figc Gabriele Gravina – Un giocatore straordinario, ma soprattutto una persona di grande spessore stimata e apprezzata da tutti. Pietro Anastasi rimarrà per sempre nei cuori di tutti i tifosi azzurri per la vittoria dell’Europeo del ’68, protagonista determinante della rinascita del calcio nazionale dopo anni bui”.
Anastasi ha vestito la maglia azzurra per 25 volte segnando 8 reti, una delle quali ancora indelebile nella mente degli appassionati: fu il raddoppio nella vittoriosa ripetizione della finale dell’Europeo del 1968, a Roma contro la Jugoslavia, che consegnò alla Nazionale italiana l’unico titolo continentale della sua storia. Nato a Catania nel 1948, ha vestito le maglie di Massiminiana, Varese, Juventus, Inter, Ascoli e Lugano. Considerato uno dei migliori attaccanti della sua generazione, con la società bianconera di Torino ha vissuto il periodo più splendente della propria carriera, dal ’68 al ’76, disputando in totale in Serie A 335 gare e realizzando 105 reti nel massimo campionato.