Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi hanno chiesto alla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura di trasferire d’ufficio il Pg di Catanzaro Otello Lupacchini. La richiesta di misura cautelare sarà discussa nell’udienza fissata per giovedì a Palazzo dei Marescialli. Su Lupacchini pende già una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità funzionale aperta dalla Prima Commissione del Csm per le critiche pubbliche rivolte in diretta tv su Mediaset al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
Durante una trasmissione andata in onda su Tgcom24, il procuratore generale di Catanzaro ha criticato l’inchiesta che pochi giorni prima, il 19 dicembre, aveva portato a 330 arresti, oltre a 4 misure cautelari, colpendo le cosche di ‘ndrangheta del Vibonese insieme alle loro articolazioni nel mondo imprenditoriale e politico, a iniziare da quel Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia e passato nel 2017 a Fratelli d’Italia, ritenuto la ‘cerniera’ verso i mondi con cui la famiglia Mancuso. Lupacchini aveva lamentato la scarsa collaborazione tra la Direzione distrettuale antimafia, guidata appunto da Gratteri, e la Procura Generale, oltre ad accusare gli uomini della Dda di procedere con operazioni spettacolari che successivamente vengono ridimensionate: “Almeno in questo anno – aveva dichiarato Lupacchini – i risultati sono stati molto al di sotto delle aspettative“.
Anche la parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo coinvolto nell’inchiesta, aveva usato parole durissime definendo uno “show” il blitz destinato a finire “in una bolla di sapone come il 90% delle sue indagini”, con un unico scopo: “colpire la possibilità di Oliverio di ricandidarsi”. In questo caso si trattava di un commento da cui aveva preso le distanze il Pd prima della sua cancellazione. L’Anm invece aveva definito le dichiarazioni di Lupacchini “sconcertanti in sé e ancor più perché provenienti dal vertice della magistratura requirente del distretto“.
Il difensore di Lupacchini, Ivano Iai, chiede intanto che l’udienza cautelare del 23 gennaio prossimo sia pubblica. La richiesta è motivata con la “necessità” di tutelare l’immagine del Pg, “oggetto di diverse centinaia di insulti che, precipitati in rete con inusitata virulenza (soprattutto attraverso social network) hanno ingenerosamente e immotivatamente apostrofato il magistrato con espressioni offensive della sua dignità personale e professionale”. Appare inoltre “indispensabile – sostiene il legale – portare a conoscenza della collettività, nei minimi dettagli, fatti estremamente gravi in ragione dei quali il Dott. Lupacchini vede aggravarsi ulteriormente il pericolo per la propria incolumità“.
Il legale sottolinea di aver già segnalato al Csm “il vulnus all’assoluto riserbo che avrebbe dovuto caratterizzare la procedura, a carico dello stesso dott. Lupacchini, in Prima Commissione, a suo tempo concretizzatosi con la reiterata fuga di notizie relativa agli atti di precedente procedura riservata, da cui è derivata la diffusione di notizie distorte, con grave pregiudizio per il magistrato interessato”. Il riferimento è all’audizione del 13 gennaio scorso del magistrato. Iai fa sapere anche di aver chiesto “gli esiti degli esposti – ritenuti indispensabili per la difesa di Lupacchini – da questi a suo tempo inoltrati al Ministro della Giustizia e al Procuratore Generale presso la Corte di cassazione, relativi alle criticità riscontrate anche in materia di coordinamento e collegamento tra Procure”.