Di giorno lavorano duramente nei campi, di notte vivono in baracche fatiscenti, senza acqua potabile: sono i duemila migranti impiegati come braccianti a Metaponto in Basilicata, le cui storie sono state raccolte da un rapporto di Medici Senza Frontiere, “Vite a giornata. Precarietà ed esclusione nelle campagne lucane” presentato oggi in un evento pubblico a Matera. Tra luglio e novembre 2019 gli operatori hanno offerto cure mediche in sette insediamenti, tra cui l’ex-Felandina, baraccopoli in cui vivono ammassati i lavori stagionali. Vite senza diritti e senza tutele, passando da un ingaggio all’altro in completo stato di esclusione, privati perfino la possibilità di ricevere cure mediche.
Metaponto è una frazione del comune di Bernalda, in provincia di Matera, che conta circa mille abitanti: nelle sue campagne lavorano duemila braccianti. Medici Senza Frontiere, in collaborazione con le Aziende Sanitarie Locali, è intervenuta con una clinica mobile che in cinque mesi ha effettuato 910 visite mediche, identificando in 785 casi – la stragrande maggioranza – condizioni legate alle difficili condizioni di lavoro e di vita. Più della metà dei pazienti infatti ha detto di avere problemi di accesso al sistema sanitario, sebbene oltre il 30% abbia dichiarato di essere in Italia da più di 8 anni. Meno della metà delle persone visitate (il 43%) possedeva una tessera sanitaria, mente il 27% aveva una tessera sanitaria scaduta e, nonostante avesse un permesso di soggiorno valido, non era in grado di rinnovarla per motivi amministrativi, legati all’impossibilità di dichiarare una residenza.
In un paziente su tre sono state riscontrate infiammazioni muscolo-scheletriche, mentre uno su quattro manifestava problemi respiratori e gastrointestinali, dermatiti e reazioni allergiche: tutti disturbi riconducibili alle pessime condizioni igienico sanitarie degli alloggi. Inoltre, 51 persone soffrivano di malattie croniche come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, respiratorie o patologie ai reni, scoperte proprio durante le visite alla clinica di Msf. A dicembre 2019 MSF ha passato il testimone all’associazione locale LOE-UISP, della quale fanno parte anche medici volontari, a cui sono stati donati il camper dell’unità mobile, le attrezzature mediche e le scorte di farmaci.