Ho disertato la Giunta perché non si poteva fare diversamente. E si è arrivati a questo punto a causa di alcune forzature sia da parte del presidente della Giunta Gasparri, sia da parte del presidente del Senato. Non si può trasformare la Giunta in un palcoscenico politico. Non possiamo legittimare questa trasformazione, né possiamo consentire questo svilimento delle istituzioni“. Così Gregorio De Falco, ex 5 Stelle e senatore del Gruppo Misto, spiega ai microfoni di Radio Radicale, in una intervista rilasciata a Lanfranco Palazzolo, la sua decisione di non partecipare alla riunione della Giunta delle immunità del Senato, in merito alla la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti.


De Falco puntualizza: “Il presidente Gasparri non ci ha neppure consentito di raccogliere prove importanti, pertinenti, peraltro facili da trovare, anche eventualmente a favore di Salvini. Alla fine, su proposta della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, è stato deciso che il termine di 30 giorni interno al procedimento fosse un termine perentorio (la scadenza per il verdetto era il 17 gennaio, ndr). E, tuttavia, immediatamente in deroga fino a lunedì 20 gennaio. Quella perentorietà è stata derogata con un ordine del giorno – continua – ma in realtà il regolamento del Senato, all’art. 135 bis comma tre, dice che, quando non si è votato o non esiste una relazione, si deve andare in Aula. Ed è l’Aula che deve decidere. Questo non è successo, perché si è deciso di riunire nuovamente la Giunta. Ma se non è stato votato nel termine perentorio dei 30 giorni, perché non osservare correttamente il regolamento, che prevede, appunto, di andare in Aula? Allora si vuol fare della Giunta qualcosa di diverso dalla sua funzione, cioè un palcoscenico“.

Il senatore si sofferma poi su Matteo Salvini: “Il novello Pellico vuole essere processato. Poteva dirlo prima. E poteva dirlo tanto prima, per esempio sul caso Diciotti, che ci avrebbe fatto risparmiare un sacco di soldi e tanto tempo. Se vuole affrontare a testa alta il giudizio dei giudici, lo faccia. Per esempio, dichiari il suo voto favorevole. Che problema c’è? Tutti i cittadini vanno davanti a un giudice. Salvini sostiene di aver tutelato un interesse costituzionalmente rilevante, come la difesa dei confini. Ma nella vicenda Gregoretti non c’è, perché quei naufraghi erano su una nave militare italiana e in acque italiane. E qual è la preminenza dell’interesse pubblico che si vuole far valere? In nessuna parte della relazione di Gasparri è stata spiegata. Per la verità, non era spiegata nemmeno sulla relazione relativa al caso Diciotti“.

E chiosa: “Questa forzatura è gravissima. Io credo che in una repubblica parlamentare il presidente dell’assemblea non possa votare. E anche se non c’è scritto, non deve votare, perché il presidente garantisce tutti. L’effetto politico di questa vicenda potrebbe favorire Salvini alle elezioni regionali del 26 gennaio? Sì, c’è questa ipotesi. Ma non si può assolutamente consentire uno svilimento delle istituzioni, in virtù di un risultato politico. In caso contrario, resterebbe un precedente, se si legittimasse questa forzatura. E comunque credo che gli italiani siano molto meno sprovveduti di quanto si creda. Hanno capito che si sta facendo un teatro. Salvini il 20 agosto 2018 ha mostrato il petto, poi l’8 agosto 2019 si è girato e ci ha fatto vedere le spalle, staccando la spina al governo. Anche oggi dice che andrà a testa alta. Ok, aspettiamo. Però stavolta abbia un minimo di dignità”.